Quanto sta vivendo il giornalista Giovanni Tizian, al quale Legacoop Modena rinnova la piena solidarietà a nome di tutti i propri cooperatori, e la reazione di questi giorni da parte della Comunità modenese, che si è stretta attorno al giornalista con migliaia di attestazioni di sostegno, dimostrano chiaramente due cose: che nel nostro territorio le infiltrazioni mafiose sono una realtà; ma anche che la nostra comunità è fatta di persone che intendono opporsi in ogni modo al radicamento della criminalità organizzata sul territorio. Un territorio che ha ancora in sé, fortunatamente, gli anticorpi necessari per resistere e combattere contro questa piaga, ormai ampiamente diffusa in tutto il nord Italia.
Non solo: i fatti di questi giorni ribadiscono anche il ruolo fondamentale giocato dall’informazione e dalla formazione nella diffusione della cultura della legalità. “La mafia teme più la scuola della giustizia – diceva il giudice Antonino Caponnetto – l’istruzione taglia l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa». In questo senso, valutiamo molto positivamente gli accordi, firmati in Regione nei giorni scorsi, che hanno reso operativi 68 progetti per la diffusione della cultura della legalità e la prevenzione delle infiltrazioni mafiose, fra i quali quelli relativi ai comuni di Modena, Bomporto, Castelfranco, Sassuolo, Spilamberto, e alla Comunità montana del Frignano.
La Cooperazione può fare molto, e lo sta facendo, per diffondere la cultura della legalità e prevenire le infiltrazioni mafiose: perché è nel suo dna, nella sua mission, creare occupazione dignitosa, coniugare efficienza ed equità, generare coesione sociale ed economica. E perché senza legalità è a rischio la stessa sopravvivenza delle cooperative.
Legacoop Modena ha più volte denunciato la propria preoccupazione rispetto a pratiche, come il massimo ribasso quale principale criterio di assegnazione degli appalti, che rischiano di dare spazio al progressivo radicamento di fenomeni di concorrenza sleale e sfruttamento del lavoro nelle sue varie forme (illiceità totale, zone grigie, mancata prevenzione, inosservanza dei minimi retributivi e dei CCNL…), aprendo ampi varchi a soggetti che, soprattutto in questo momento di crisi economica, ancor più emergono a danno della legalità e della stessa possibilità di ripresa o crescita economica. E nel 2007 è stata fra i promotori, e sottoscrittori, del Protocollo d’intesa in materia di appalti congiuntamente sottoscritto da Prefettura, Enti locali, imprese, sindacati e associazioni.
Un’iniziativa che si è affiancata a tante altre, promosse a livello locale, regionale e nazionale dalle Centrali Cooperative: ricordo, per esempio, la creazione degli Osservatori sulla Cooperazione conseguente alla sottoscrizione del “Protocollo Cooperazione” avvenuta al Ministero del Lavoro nel 2007 fra Ministero, Organizzazioni Sindacali e Centrali Cooperative, per realizzare un’efficace azione di contrasto alle cooperative spurie. O, ancora, il Protocollo delle Buone Pratiche volontariamente promosso a Bologna sui servizi logistici da Legacoop, AGCI e Confcooperative nel gennaio 2007; fino alla recente analisi condotta da Legacoop Emilia Romagna sulla legalità nel settore della Movimentazione Merci in Emilia Romagna (accanto all’edilizia, anche la logistica, e i servizi, sono settori particolarmente esposti alle infiltrazioni malavitose), che ha proposto una serie di azioni da intraprendere a tutela della legalità.
Ebbene, in tutte queste occasioni si è ribadito quello che è il concetto fondamentale per una efficace azione di ostacolo alla criminalità organizzata: occorre fare fronte comune nella lotta all’illegalità, è indispensabile che tutti gli attori del territorio – istituzionali locali, enti pubblici, associazioni di categoria, sindacati, imprese – aderiscano ai protocolli di legalità, come quelli introdotti dalla Regione Emilia Romagna per monitorare e contrastare tutte le mafie, e a tutte quelle iniziative tese alla prevenzione del crimine organizzato.
(Lauro Lugli, presidente Legacoop Modena)