La provincia di Modena ha raggiunto il 52,1% di raccolta differenziata rispetto a un totale regionale del 50,4% (Report 2011 di Arpa), e in dieci anni è passata da 581 a 662 chilogrammi all’anno per abitante, per complessive 464 mila 167 tonnellate raccolte nel 2010 (Osservatorio provinciale), a fronte di 1 milione 800 mila tonnellate di rifiuti speciali. Dal 2005 al 2011, di fatto, è più che raddoppiata la quantità di rifiuti raccolti in modo differenziato in provincia.
Sono alcuni dei dati emersi ieri, lunedì 16 gennaio, nel corso del Consiglio comunale tematico di Modena sulle Politiche integrate dei rifiuti.
La seduta è stata introdotta dalla presidente del Consiglio Caterina Liotti, sono in seguito intervenuti gli assessori comunale e provinciale all’Ambiente Simona Arletti e Stefano Vaccari, e sono stati discussi e votati 9 ordini del giorno relativi al tema rifiuti.
“Con questa seduta l’Aula consegna alla Giunta l’indirizzo su questioni al centro del dibattito politico cittadino ed esprime un parere nell’ambito del percorso di revisione del Piano provinciale per la gestione dei rifiuti”, ha affermato la presidente Liotti. “Ridurre la produzione di rifiuti significa rivedere il nostro modello di consumo e fare pressione sulle aziende affinché limitino ulteriormente gli imballaggi superflui, inducendo a loro volta il consumatore a farsi portatore di una nuova cultura. Anche in questo – ha aggiunto – credo che l’Amministrazione debba continuare a sostenere e favorire comportamenti virtuosi”.
L’assessore Arletti ha spiegato che il nuovo Ppgr assume le linee della strategia europea, con l’obiettivo del 50% di rifiuti avviati al riciclo “provenienti dai nuclei domestici e possibilmente di altra origine” purché simile, entro il 2020. “La priorità del riciclo,del trattamento separato delle frazioni organiche e dello smaltimento con recupero energetico delle componenti non recuperabili risponde alla necessità di ridurre ulteriormente il conferimento in discarica con l’obiettivo delle ‘discariche zero’ al 2020”, ha aggiunto. In particolare, “lavoreremo per dare concretezza alla revisione complessiva degli impianti di via Caruso, perché diventi il nuovo Polo del riciclo e del recupero attraverso gli impianti di digestione anaerobica e di recupero materiale per il settore edile”.
L’Amministrazione comunale ha anche analizzato la possibilità di applicare il porta a porta all’intera città con tariffe puntuali, “ma gli incrementi per i cittadini sarebbero troppo onerosi per essere sopportati in questo momento storico”, ha affermato l’assessore.
“Abbiamo quindi sviluppato un nuovo sistema integrato per la raccolta differenziata: lo Smart waste system”. Il sistema prevede l’aggregazione di punti di raccolta stradale con l’introduzione di nuove modalità di fruizione dei cassonetti, che scoraggino chi usa l’indifferenziato e favoriscano chi differenzia; lo sviluppo del porta a porta su precisi target territoriali e su utenze commerciali, e il rafforzamento degli incentivi alla fruizione delle stazioni ecologiche.
Il 12 settembre 2011 è stato dato il via libera alla nuova Autorizzazione integrale ambientale (Aia) dell’inceneritore di Modena che prevede l’avvio di una nuova linea da 60 mila tonnellate di rifiuti che si sommano alla potenzialità di 180 mila tonnellate prevista per la quarta linea già in funzione. “Con questo intervento sarà garantita l’autosufficienza a discariche chiuse e si potrà riscaldare con il calore ottenuto dai rifiuti oltre 9 mila appartamenti dotati di impianti di teleriscaldamento, con una riduzione complessiva di emissione di anidride carbonica in atmosfera di circa il 78% entro il 2020”, ha proseguito Arletti. “Lo studio di Moniter conferma che le emissioni in atmosfera dei principali inquinanti sono nettamente inferiori ai limiti di legge e che è impossibile distinguere la traccia dell’inceneritore dalle altre fonti di inquinamento”, ha spiegato. “Secondo i dati Arpa, l’incidenza dell’inceneritore sulla concentrazione di pm10 è pari a meno dell’1% e sull’anidride carbonica solo il 4,5% è collegabile alla produzione locale di energia elettrica e termica”.
Stefano Vaccari ha ripercorso l’iter di definizione e aggiornamento del Ppgr, iniziato a marzo 2010. “Elementi di approfondimento del Piano sono la programmazione di azioni per la riduzione della produzione dei rifiuti in provincia di Modena, l’individuazione di risultati di raccolta differenziata diversificati per fasce territoriali (con attenzione ai territori della montagna), la simulazione di scenari di Piano con analisi dei flussi, la pianificazione delle stazioni di trasferimento e un programma per la riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili da collocare in discarica”, ha proseguito Vaccari. In particolare, “vorremmo intervenire sulla quantità dei rifiuti prodotti e sull’impatto che hanno sulla salute. Per questa ragione abbiamo strutturato il programma su tre tipi di azioni che incidono in fasi diverse: sulle condizioni generali della produzione, sulla progettazione, produzione e distribuzione, sul consumo”, ha concluso Vaccari.