“Potrà raggiungere il 450% il carico fiscale per le imprese agricole modenesi dopo l’introduzione dell’Imu, l’Imposta municipale unica. A questo elevatissimo incremento si affianca la soppressione di una serie di agevolazioni già previste dalle normative Irpef e Ici in favore dei terreni agricoli e dei fabbricati aventi i requisiti di ruralità”.
Cristiano Fini, presidente della Cia di Modena, segnala la ‘stangata’ che colpirà le imprese agricole, sicuramente più colpite rispetto ad altre categorie. “La sommatoria di queste novità si traduce in un aumento di imposizione assolutamente insostenibile per il comparto agricolo”- sottolinea con disappunto Fini nel presentare un’analisi del decreto legge ‘Salva Italia’.
L’ufficio fiscale della Cia ha svolto infatti un’analisi accurata del nuovo provvedimento ed ha fatto una precisa proiezione degli effetti prodotti dai provvedimenti. “Se prendiamo come esempio una impresa tipo condotta da un agricoltore iscritto nelle liste dei coltivatori diretti, proprietario di un terreno di pianura coltivato a frutteto – spiega il presidente Fini – nel 2012 subirà un aggravio del carico fiscale del 150% rispetto all’anno 2011 con l’applicazione dell’Imu: è decisamente insopportabile”.
“Va inoltre sottolineato come i fabbricati quali capannoni, stalle, ricoveri – continua Fini – sono strumentali all’attività e una loro ulteriore tassazione porterebbe ad un inaccettabile proliferare di imposte sulla stessa attività, “sarebbe un po’ come tassare una ruota del camion per un autotrasportatore, la cassetta degli attrezzi per un meccanico o la scaffalatura dell’archivio per un libero professionista”.
Le agevolazioni applicate in favore dei terreni agricoli e dei fabbricati rurali sono giustificate dalla particolare funzione sociale e di difesa del territorio svolta dalle aziende agricole, osserva la Cia, e mantenere le aziende agricole nel territorio è infatti un investimento per la nazione e l’attività svolta quotidianamente dagli imprenditori agricoli costituisce un valore inestimabile per l’intera società.
“Vanno apportate alcune modifiche che rendano gli aumenti impositivi maggiormente sostenibili – afferma il responsabile fiscale della Cia Modenese Mirco Conti – perché anche il rincaro del gasolio dovuto all’incremento delle accise avrà effetti devastanti nel settore”.
Per i fabbricati strumentali all’attività agricola in possesso dei requisiti di ruralità, rileva ancora il direttore della Confederazione Gianni Razzano “occorre prevedere un chiaro regime di esenzione totale dal pagamento delle imposte e nei confronti dei fabbricati rurali ad uso abitativo si potrebbe prevedere una tassazione con applicazione dell’aliquota ridotta dello 0,2%. In questo modo, il settore agricolo non si sottrarrebbe al pagamento dell’Imu sulle abitazioni, subendo un impatto meno devastante per l’economia aziendale”. Fra i fabbricati ad uso abitativo con aliquota agevolata, fa poi un inciso la Confederazione, “si dovrebbero considerare quelli utilizzati dai familiari coadiuvanti e dai soci delle società agricole”.
In conclusione la Cia ritiene indispensabile, e non ci si vuole sottrarre, intervenire in maniera decisa per recuperare una situazione finanziaria del Paese complicata, ma ritiene indispensabile che i sacrifici chiesti abbiano le caratteristiche della sostenibilità e dell’equità – e nella manovra presentata sono ben poco presenti – aggiunge Fini – altrimenti, si esce dalla produzione e dal mercato, con pesanti conseguenze sociali ed economiche”.
Per queste ragioni la Cia di Modena chiede ai Comuni di apportare riduzioni di aliquota prevista in materia di Imu. “ Riguardo i fabbricati rurali ad uso abitazione proponiamo una riduzione allo 0,40% – conclude Fini – mentre per gli edifici rurali strumentali auspichiamo una diminuzione del 0,12%”.
La Cia ricorda infine che mentre le altre categorie imprenditoriali possono dedurre le imposte locali, ciò non è consentito per gli agricoltori.
Nella foto da sinistra: Mirco Conti, responsabile fiscale Cia; Cristiano Fini, presidente provinciale Cia; Gianni Razzano, direttore Cia