martedì, 15 Luglio 2025
17.1 C
Comune di Sassuolo
HomeCarpiResoconto dell'ultimo Consiglio comunale carpigiano





Resoconto dell’ultimo Consiglio comunale carpigiano

Nel corso del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 15 dicembre si è parlato di dematerializzazione, conservazione sostitutiva e gestione degli archivi correnti: la titolarità di queste competenze, di queste funzioni e dello svolgimento delle attività inerenti questi temi erano l’argomento di una integrazione alla Convenzione già votata dal civico consesso un anno fa e del passaggio delle stesse all’Unione Terre d’Argine, così come peraltro fatto a suo tempo per il Centro Elaborazione Dati che si occuperà della questione. Grazie a questa delibera si proseguirà nell’eliminazione della carta a favore dei documenti in forma digitale, come peraltro già fatto nei mesi scorsi ad esempio con cartellini dei dipendenti e buste paga. Nel corso del breve dibattito che è seguito alla presentazione dell’assessore ai Sistemi Informativi Cinzia Caruso sono emersi accenti positivi nei confronti di questo passaggio ma sono stati richiesti anche chiarimenti sul ruolo del Consiglio comunale “che viene svuotato sempre di più. Ci si dica, magari con uno studio di fattibilità sul tema, dove si vuole andare” ha detto ad esempio la capogruppo dell’ApC Giliola Pivetti. Gli ha risposto il capogruppo Pd Davide Dalle Ave, che ha ribadito come l’Unione mostri “come ci si stia muovendo coerentemente per un percorso di riorganizzazione dal basso degli enti locali. Non si tratta di un superamento della municipalità ma di una maggiore strutturazione dei quattro Comuni membri”. La delibera è stata approvata all’unanimità con l’unica astensione della Lega nord.

Discusso poi a seguire nel corso della seduta del 15 dicembre anche un ordine del giorno sottoscritto dal Sindaco Enrico Campedelli e relativo all’adesione del Comune alla campagna L’Italia sono anch’io per i diritti di cittadinanza e il diritto di voto per le persone di origine straniera. La Giunta comunale di Carpi ha già aderito nei giorni scorsi alla campagna, promossa da 19 organizzazioni della società civile, e che si prefigge di raccogliere 50.000 firme in calce a due proposte di legge di iniziativa popolare da portare all’esame del Parlamento e che riguardano una riforma del diritto di cittadinanza che preveda che anche i bambini nati in Italia da genitori stranieri regolari possano essere cittadini italiani e una nuova norma che permetta il diritto elettorale amministrativo ai lavoratori regolarmente presenti in Italia da cinque anni.

Presentato dall’assessore alle Politiche sociali Alberto Bellelli, che ha anche in breve illustrato le proposte di legge per le quali si stanno raccogliendo firme nel nostro paese, il documento ha provocato un ampio dibattito. C’è chi ha criticato anche aspramente questo ordine del giorno: Enrico Gasparini Casari della Lega nord ad esempio ha parlato di questa iniziativa come di un “bieco tentativo di garantirsi nuovo elettorato. La cittadinanza deve sottendere un preciso e serio percorso di integrazione. La priorità non è il diritto di voto agli stranieri”. Roberto Benatti del PdL ha invece spiegato che questo ordine del giorno indica “un razzismo al contrario. Agli stranieri non frega nulla di questi temi, così come della Consulta da poco lanciata dall’Unione. Mischiare con questa raccolta di firme voto e cittadinanza mostra che si intende fare solo propaganda e che si vuole solo il voto degli stranieri. Inoltre i numeri presentati su welfare, contributi e lavoratori sono molto diversi”.

Decisamente più favorevoli all’iniziativa e alle sue motivazioni i consiglieri Andrea Bizzarri (IdV), che citando il caso di una cittadina straniera integrata si è detto molto favorevole verso questo odg, “un passo avanti di civiltà” così come i colleghi del gruppo Pd Cocozza, Arletti, Zironi, Bulgarelli, che nei loro interventi hanno tutti teso a sottolineare l’importanza di un’effettiva integrazione dei cittadini immigrati attraverso questi due strumenti legislativi per la crescita del nostro territorio. Fredda invece la capogruppo ApC Giliola Pivetti, che ha criticato anche il Presidente della Repubblica Napolitano per aver sostenuto la campagna L’Italia sono anch’io sollecitando l’approvazione di queste proposte di legge. Più articolato l’intervento di Cristian Rostovi (PdL) che avrebbe preferito tenere disgiunti i due argomenti oggetto della campagna e dell’ordine del giorno, “soprattutto perché sul tema dei diritti di cittadinanza per gli stranieri ci sono indubbiamente storture nella legge attuale”.

Il Sindaco Enrico Campedelli ha infine sottolineato l’importanza del fatto che il Consiglio comunale si esprimesse su un tema di crescita della comunità come quello in discussione. Il primo cittadino si è poi concesso alcuni riferimenti a realtà da lui visitate nel mondo e sulle difficoltà nelle quali si trovano bambini e ragazzi nati qui ma non cittadini italiani: sono circa tre a settimana le cittadinanze da lui concesse come Sindaco di Carpi. L’ordine del giorno è stato infine approvato da Pd, Idv e ApC, contrari i gruppi Lega nord, Fli, PdL.

Sempre nel corso del Consiglio comunale di giovedì 15 dicembre è stata approvata la Convenzione tra i Comuni di Carpi, Campogalliano, Novi e Soliera e l’Unione delle Terre d’Argine per il trasferimento a quest’ultima delle attività e funzioni correlate alla gestione delle Risorse umane. L’assessore al Bilancio Cinzia Caruso ha riassunto i contenuti di questo atto, ricordando che il Settore personale dell’Unione avrà sede a Carpi, accorpando 22 dipendenti dell’ente locale della città dei Pio, uno di Novi e uno di Soliera. Il Settore integrerà diverse funzioni in un’unica organizzazione e gestirà concorsi e graduatorie uniche, alla scadenza di quelli già promossi dai singoli Comuni. “Carpi già seguiva la preparazione e gestione delle buste paga di Campogalliano e Novi, i sindacati – ha detto Caruso – per ora hanno accolto positivamente la decisione, che segue un percorso avviato con la nascita delle Terre d’Argine nel 2006 senza fare passi più lunghi della gamba. Anche i Tavoli delle relazioni sindacali non saranno più cinque ma uno solo. I costi del Settore verranno dal primo gennaio 2012 ripartiti tra i quattro Comuni, e sarà un atto della Giunta a definire i criteri”. L’Unione dal primo gennaio si avvicinerà così ai 500 dipendenti, 300 resteranno in capo a Carpi, poco meno di 200 a Campogalliano, Novi e Soliera in totale. Il capogruppo della Lega nord Argio Alboresi ha spiegato aprendo il dibattito di preferire un rapporto a viso aperto con i cittadini sul tema Unione: “dovremmo fare un referendum su questo, ma al Pd non piace, vogliamo capire dove volete andare, ditelo che volete il Comune unico”. Il Sindaco di Carpi Enrico Campedelli gli ha replicato spiegando che “già in occasione della campagna elettorale del 2004 si era parlato di un’Unione tra Comuni e non di una loro fusione: del passaggio della Ragioneria all’Unione discuteremo in futuro. A livello nazionale si sta andando proprio in questa direzione parlando di riforma delle pubbliche amministrazioni e dunque non siamo fuori del mondo con questo percorso”.

Il consigliere del PdL Roberto Benatti è intervenuto in aula avanzando dubbi sul vero referente politico di questo processo e di questi indirizzi, ad esempio nel recente caso della riforma dell’organizzazione scolastica. “Questi accorpamenti – ha detto – sono stati fatti da dirigenti quando pareva a loro; ad esempio il personale in Unione non si poteva spostare finché c’era Miriam Bulgarelli a capo del settore a Carpi. Sono loro che ci spingono al punto di non ritorno, quando non servirà più l’eventuale referendum. Vogliamo che si organizzi un Consiglio tematico sulle Terre d’Argine e il loro futuro”. La capogruppo di Alleanza per Carpi Giliola Pivetti ha preso la parola per spiegare che sono stati fatti passaggi forzati di tipo organizzativo-gestionale, dei quali non si capisce la filosofia. “Il capogruppo Pd Dalle Ave ha paura degli strumenti che ha in mano; non esiste curiosità intellettuale, e non ci va che si parli solo di servizi”. Commenti positivi nei confronti di questa scelta sono invece venuti dai consiglieri Pd Roberto Arletti e Marco Bagnoli, quest’ultimo intervenuto citando il tema della rappresentanza politica degli organismi consiliari dell’Unione. Dello stesso argomento ha parlato anche la collega di gruppo Daniela Depietri, che ha spiegato come dopo le prossime elezioni di Novi si potranno sperimentare cambiamenti al riguardo.

Roberto Andreoli (capogruppo del PdL) ha invece affermato che al punto di non ritorno “ci siamo già arrivati e stiamo andando verso il Comune unico sottotraccia, e ciò è pericoloso e subdolo. Il passaggio del Personale all’Unione significa tutto ciò, prima peraltro delle elezioni novesi che sole potrebbero eventualmente modificare la composizione politica dell’ente. Dite le cose come stanno, dimostrate onestà politica. E poi 24 persone per un settore di un ente con quasi mille dipendenti non saranno poi troppi, se confrontiamo questi numeri con il settore privato?”.

Il Direttore generale del Comune e dell’Unione Giordano Corradini ha spiegato a questo punto al Consiglio le motivazioni di questa delibera, definendo non paragonabili le funzioni svolte dal settore Risorse umane di un ente pubblico rispetto a quelle di un’azienda privata, così come peraltro previsto dalla Costituzione; anche a causa degli oneri di gestione ed amministrativi portati dai processi di trasparenza su obiettivi, valutazioni, indicatori e relativa pubblicazione che i privati non hanno. L’assessore Caruso ha concluso il dibattito infine ricordando come la cosiddetta ‘riforma Brunetta’ abbia ampliato il solco tra pubblico e privato, negando che si sia lavorato sottotraccia per aumentare le competenze dell’Unione e affermando “che sono passati prima alle Terre d’Argine i servizi per i quali c’erano le condizioni per passare, gradualmente e in un’ottica di evoluzione, con declinazioni diverse da zona a zona”.

Al momento delle dichiarazioni di voto il consigliere ApC Giorgio Verrini ha ribadito che il cittadino non è informato a sufficienza sul tema sovracomunale, il capogruppo Pd Davide Dalle Ave ha criticato la scarsa coerenza della minoranza sul tema dell’Unione dicendo che “non è il momento di mettere all’ordine del giorno il superamento delle municipalità con una grande Carpi che ingloba gli altri tre centri”: Andreoli infine ha sfidato Dalle Ave a dire se “gli elettori degli altri comuni delle Terre d’Argine la pensino come lui. Non c’è la volontà politica di dire cosa vogliamo fare da grandi, il percorso dev’essere scritto dalle quattro comunità non dalla dirigenza”.

La delibera per il trasferimento all’Unione delle attività e funzioni correlate alla gestione delle Risorse umane è stata infine votata da Pd, Idv e ApC, con il voto contrario di Fli, Lega nord e PdL.

















Ultime notizie