Stipulare accordi, definire indirizzi di lavoro e concordare programmi di attività per l’attuazione di politiche sul territorio a favore di tutta la collettività. Sono solo alcune proposte contenute nella ‘Carta di Matera’, un documento elaborato dalla Confederazione italiana agricoltori e così chiamato in quanto elaborato dalla Cia nella città dei Sassi in occasione della Festa nazionale dell’agricoltura.
Il documento è stato condiviso ieri – e firmato – dal sindaco di Modena, Giorgio Pighi, dopo un incontro con il presidente della Cia di Modena, Cristiano Fini.
Il contenuto della ‘carta’ prevede che agricoltori e amministrazioni locali, ciascuno nel proprio ambito, possano contribuire allo sviluppo e al benessere del Paese, partendo da un utilizzo razionale del territorio agricolo, sempre più oggetto di ‘aggressioni’ o utilizzi smodati, con conseguenze nefaste sull’ambiente e sulle popolazioni che risiedono nelle aree urbane e rurali. L’attività agricola, in questi anni, si svolge in un contesto particolarmente difficile, che si presenta con peculiare complessità nel nostro Paese.
“L’erosione della superficie agricola utilizzata è costante ed irreversibile e non può non suscitare allarme e preoccupazione – ha spiegato Fini nell’incontro – occorre quindi porre un freno ad un uso dissennato e confuso del suolo agrario”.
La ‘Carta’, inoltre, descrive come preservare l’agricoltura, il peculiare ed inconfondibile paesaggio agrario, oggi più che mai sia identificabile con il bene ambientale di tutto il Paese.
“Le imprese agricole sono dotate di attrezzature e macchinari e dispongono di professionalità che possono essere impiegate dalle Amministrazioni in attività e servizi”, ha detto ancora nell’incontro Fini, riferendosi alla manutenzione del verde pubblico nonché gestione di aree a demanio forestale. “In questo contesto rientrano anche quelle iniziative che riconoscono nell’agricoltura una funzione sociale di accoglienza, tutela della persona e didattica ambientale – ha aggiunto Fini – come le fattorie sociali, gli ‘agriasili’, le fattorie didattiche ed altre forme di accoglienza”.