(Adnkronos Salute) – Cresce la speranza di vita, si riducono i ricoveri, aumentano costi, sprechi e numero delle prestazioni specialistiche, che toccano quota 1 miliardo 335 milioni, vale a dire 22,24 prestazioni annue per ogni cittadino. Esplode, inoltre, il numero delle ricette, con 220 milioni di prescrizioni in più nel giro degli ultimi 10 anni, senza capire quanto costa ogni registrazione. Sono solo alcuni elementi della fotografia della sanità italiana scattata dal Compendio Sic Sanità in cifre 2010, elaborato dal centro studi Sic di Federanziani, in collaborazione con il Ceis dell’università di Tor Vergata e con la Facoltà di Economia dell’università Cattolica del Sacro Cuore. Il compendio e’ stato presentato oggi a Roma. Il centro studi ha messo sotto osservazione i bilanci delle Asl, delle aziende ospedaliere, degli Istituti di ricerca e le banche dati del ministero della Salute, delle Regioni e dei vari organismi che si occupano del comparto, arrivando alla conclusione che, di fronte a un aumento della speranza di vita e a una diminuzione dei ricoveri, crescono inesorabilmente i costi e soprattutto gli sprechi.
“Occorre essere più incisivi nella guerra agli sprechi adottando misure semplici e razionali – afferma Roberto Messina, presidente di Federanziani – migliorando la comunicazione tra Asl e Asl, ponendo rimedio, insomma, a una serie di storture che il Compendio Sic Sanità in cifre mette in evidenza”.Dall’analisi delle tabelle si evince che il numero delle strutture ambulatoriali e dei laboratori sul territorio italiano scende da 4.120 strutture del 2006 a 3.887 del 2008, mentre cresce il numero delle strutture accreditate private residenziali, che passano da 3.493 a 3.901 nello stesso arco di tempo. Per quanto concerne il numero dei dipendenti, si registra la perdita di 14.128 lavoratori del Ssn rispetto al 2006, su un totale di 638.459 dipendenti effettivi. Salta agli occhi, inoltre, la diminuzione delle giornate di degenza, con un numero pari a quasi 6 milioni di giornate in meno. A fronte di questa riduzione esplodono le prestazioni per branca specialistica, pari a 1 miliardo 335 milioni di prestazioni effettuate nel 2008, come dire che ogni cittadino si sottopone a 22,24 prestazioni per anno, con un incremento rispetto al 2006 di ben 48 milioni di prestazioni. Dal punto di vista economico, in dieci anni la spesa sanitaria è passata da 62,6 miliardi di euro a 109 miliardi di euro, con un incremento di ben 47 miliardi di euro, mentre la spesa pro capite nazionale è passata da 1.506 euro del 2007 a 1.816 annui nel 2009.Il numero delle ricette, negli ultimi 10 anni, è aumentato di 220 milioni di unità, arrivando nel 2010 a 571 milioni di ricette, quando nel 2000 se ne compilavano 351 milioni. Il centro studi ipotizza che il costo che lo Stato sostiene per stampa, acquisizione e archiviazione di questi 571 milioni di ricette ad un solo euro ciascuna, ammonti a oltre mezzo miliardo di euro.Per le sole pillole, invece, nel 2010 il costo per lo Stato, ovvero la classe A (Ssn lorda) è arrivata a 12.985 milioni e la spesa a carico dei cittadini per l’acquisto privato (A, C, Sop e Otc) è arrivata alla somma di 4 miliardi 215 milioni. Salgono vertiginosamente le spese per i farmaci di Asl, aziende ospedaliere, Ria e penitenziari, superando la quota di 7 miliardi di euro. “Nell’ultimo anno sul versante ticket si è provveduto, nostro malgrado, a sfilare dalle tasche dei cittadini oltre 130 milioni di euro, passando da un ticket medio pro capite di 14,34 euro nel 2009 ai 16,56 euro nel 2010, ovvero +15% in un solo anno. Unico dato confortante per i farmaci: negli ultimi quattro anni la spesa pro capite per i farmaci equivalenti (cittadino e Ssn) è passata da 29,7 euro nel 2006 a 51,2 nel 2009, segnando un +72%”. Sul fronte dei conti economici regionali il centro studi, puntando la lente sui bilanci delle Asl, aziende ospedaliere e degli istituti di ricerca, attraverso l’analisi dei conti economici delle regioni, e in particolare delle voci dei costi per lavanderia, pulizia, mensa, utenze telefoniche e premi assicurativi, è arrivato alla conclusione che le sole cinque voci prese in esame costano agli italiani 3,68 miliardi di euro che vengono ‘sprecati’ per oltre 1,1 miliardi (quasi il 30%).
In concomitanza con la presentazione del Compendio Sic 2010 si è svolta la cerimonia di conferimento del Premio ’60 e più’, iniziativa con cui Federanziani si propone di valorizzare le eccellenze del Servizio sanitario nazionale con uno sguardo particolare alla sensibilità mostrata vero le esigenze dei pazienti over 60. “Invecchiare è un privilegio e una meta della società – commenta Antonio Tomassini, presidente della Commissione igiene e sanità del Senato, anche lui premiato – ma è anche una sfida, che ha un impatto su tutti gli aspetti della società del XXI secolo. La sfida per i responsabili politici e per tutte le parti interessate è migliorare le possibilità di invecchiare restando attivi per condurre una vita autonoma. Bisogna tutelare la categoria degli anziani con ogni mezzo e forma; valorizzare e accrescere il ruolo degli anziani nella società; promuovere una cultura che valorizzi l’anziano come una risorsa insostituibile per la famiglia e per la società; orientare l’opinione pubblica a considerare l’invecchiamento della popolazione come una positiva conquista della nostra società”.