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A Reggio Emilia 4 ore di sciopero di Cisl e Uil con presidio davanti alla Prefettura lunedì 12 dicembre

Avrebbe dovuto essere uno sciopero unitario, in coerenza anche alle scelte fatte dalle tre segreterie nazionali, ma a Reggio Emilia ad essere unitarie saranno solo la Cisl e la Uil. La Cgil, infatti, ha deciso di mantenere lo sciopero di 8 ore e di farlo in totale solitudine, avendolo impostato su manovra, questione Fiat e modello contrattuale. “E’ una scelta grave e incomprensibile – ha dichiarato la segretaria provinciale Margherita Salvioli Mariani –. In un momento particolarmente difficile, come quello che sta attraversando l’Italia, era prioritario a qualsiasi altro interesse accogliere l’invito all’unità fatto ripetutamente dal presidente Napolitano. Le segreterie nazionali sono state capaci di assumersi questa responsabilità, pur sapendo che non stavamo toccando il punto più alto di unità sindacale, consapevoli però che, anche così, si costruisce coesione sociale. A Reggio fin da subito la Cgil ha creato le condizioni per non scioperare unitariamente, avendo già da martedì proclamato uno sciopero di 8 ore (e non di 4 come aveva deciso la Cgil nazionale) e soprattutto inglobando tra le motivazioni quelle dello sciopero previsto dalla Fiom. Credo sia una grande occasione persa per ricostruire un percorso comune, oltre che ad essere una grave mancanza rispetto a tutti i lavoratori e i pensionati che ci chiedono di affrontare questa crisi in modo unitario”.

“Siamo molto preoccupati per le conseguenze che la manovra economica determinerà su lavoratori dipendenti e pensionati – prosegue la segretaria Salvioli Mariani -. Fermo restando l’obiettivo del pareggio di bilancio per il 2013, in essa non tornano i conti sull’equità. Sono ancora soprattutto i lavoratori e i pensionati, i più deboli e i ceti medi a pagare i conti per il pareggio di bilancio, con poche risorse per la crescita, in una situazione e in una prospettiva recessiva dell’economia. Per fare cassa la manovra prevede interventi sulle pensioni, sull’aumento dell’Iva e delle accise sui carburanti e sulla tassazione della prima casa. Mancano, al contrario, la tassazione dei grandi patrimoni immobiliari, la riforma fiscale a favore di lavoratori e pensionati, della famiglia, che avrebbe potuto giustificare, in quanto compensativa, i previsti aumenti dell’Iva (diversamente a carico soprattutto dei più deboli), una decisa lotta all’evasione fiscale, interventi efficaci sugli sprechi istituzionali e i costi della politica e l’avvio concreto alle dismissioni del patrimonio pubblico per l’abbattimento del debito. Se la manovra non sarà emendata rischia di essere messa ancora più a rischio la coesione sociale, che è il primo bene da curare come un tesoro”.

“Riconosciamo l’urgenza e la necessità della manovra del governo Monti – dichiara Luigi Angeletti, segretario generale Uil Reggio Emilia per fare uscire l’Italia dalla morsa della speculazione dei mercati finanziari. Tuttavia, riteniamo grave che il governo si sia sottratto ad un vero confronto sulla manovra con le forze sociali, non consentendo di fatto la costruzione di un patto che garantisse la coesione sociale”.

Sul piano dell’equità sociale, la Cisl e la Uil ribadiscono la necessità di una riforma fiscale che la manovra ignora. “Chiediamo – riprende Angeletti – che venga effettuato un primo intervento che riduca la prima aliquota, a favore dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie. In questa fase di emergenza aveva un senso portare al 43% l’aliquota del 41%. Vanno previsti interventi di sostegno alla famiglia con maggiori detrazioni fiscali per i nuclei familiari, mettendo in campo servizi per le famiglie, in particolare per donne, minori e anziani”.

“La manovra prevede interventi sulle pensioni, senza molta fantasia rispetto alle riforme fatte fino ad ora – taglia corto Loris Cavalletti, segretario Fnp (Federazione nazionale pensionati) Cisl Reggio Emilia –. Una volta ancora sono le pensioni più basse quelle maggiormente colpite, soprattutto se non si individuano altre risorse per poter garantire l’indicizzazione al costo della vita anche delle pensioni che vanno oltre i 960 euro. Forse sarebbe più utile riformare il sistema pensionistico prevedendo scaglioni diversi a seconda del lavoro che si svolge per tutta una vita (vi immaginate un’educatrice di nido a 65 anni?) e, soprattutto, prevedendo un tetto alle pensioni più alte. E’ immorale pensare che per alcuni cittadini la pensione è di poche centinaia di euro al mese mentre per altri è di parecchie, anche decine, migliaia di euro. Inoltre questa riforma di fatto innalza l’età pensionabile in maniera indistinta senza tenere conto delle diverse disponibilità di accesso fra uomini, donne e giovani”.

Per tutti questi motivi – conclude la Salvioli Mariani – lunedì sciopereremo 4 ore, o quelle del mattino (dalle 8 alle 12) o le ultime 4 del turno per i turnisti. Alle 10 inizieremo il presidio davanti alla prefettura ed alle 11 incontreremo il Prefetto, Antonella De Miro, alla quale consegneremo le nostre richieste invitandola a farsene portavoce presso il Governo”.

Nelle giornate successive sono già previste altre iniziative nazionali, sempre unitarie:

• il 13 dicembre ci sarà una giornata nazionale di mobilitazione indetta da Sunia, Sicet, Uniat contro la situazione di emergenza abitativa

• il 15 e il 16 dicembre gli autoferrotranvieri e i ferrovieri hanno proclamato unitariamente 24 ore di sciopero

• la categorie dei bancari unitariamente hanno proclamato sciopero le 4 ore del pomeriggio del 16 dicembre

• il 19 dicembre sciopero unitario dell’intera giornata per i lavoratori pubblici, indetto da Fp Cgil , Cisl Fp, Uil Fpl e Uil pubblica Amministrazione.
















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