Ho letto, senza sorpresa ma con grande amarezza, il dettagliato reportage della Gazzetta di Modena, che ha documentato una situazione già nota ai cittadini, e semmai peggiorata nel tempo: degrado, droga e pericolo alle ex Fonderie. Solo l’assessore Marino non sa, o finge di non sapere, visto che solo ad agosto negava con toni rassicuranti l’esistenza di qualsiasi problema di sicurezza, spaccio o degrado all´interno del fatiscente complesso industriale.
Ora, visto che questo andazzo, fonte di pericoli, degrado ed apprensione sociale, va avanti da anni nella più completa inerzia del Comune, che è anche proprietario dell’area, vorrei sollecitare l’ennesima riflessione su una vicenda che seguo da anni: perché il Comune, così attento nell´imporre obblighi regolamentari – e conseguenti sanzioni – ai cittadini (vedasi per esempio ordinanza neve a carico dei frontisti o ordinanza anti alcol a carico dei titolari di bar), non dà il buon esempio osservando, esso stesso per primo, le disposizioni di legge e i propri regolamenti in materia?
Per esempio, su un piano generale di sicurezza, il Comune ritiene di aver fatto tutto il possibile per evitare il perpetrarsi di azioni delittuose all’interno di una sua proprietà? O ancora, in materia ambientale, come valuta le proprie eventuali responsabilità – in veste di proprietario, per di più consapevole – in materia di abbandono di rifiuti e materiali pericolosi (D. Lgs 152/2006)? Per restare in casa propria poi, dia un’occhiata all’art. 10 del proprio Regolamento di Polizia Urbana in materia di “manutenzione degli edifici e delle aree” e valuti se non ritenga di essere inadempiente in merito all’osservanza delle stesse proprie disposizioni.
Sulla questione ambientale si potrebbe chiedere lumi anche alla Provincia. Ma non disturbiamola: è meglio lasciarla riposare tranquilla in questi 2 anni e mezzo dalla chiusura prevista anche dal Governo Monti.
(Dante Mazzi, capogruppo PdL in Consiglio provinciale di Modena)
