Andare a caccia dei mandanti del lavoro nero, ovvero degli imprenditori che commissionano beni o servizi alle imprese che non operano nel rispetto del regole. Lo chiede la Cisl di Modena in relazione ai dati sui controlli del lavoro irregolare diffusi ieri dalla Direzione territoriale del Lavoro (ex Direzione provinciale del Lavoro). «A Modena il lavoro nero e/o irregolare non è più un fenomeno occasionale, ma strutturale – afferma Pasquale Coscia, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale della Cisl – Si va configurando come una scelta politica e di sistema compiuta consapevolmente da un numero sempre più alto di imprese. Non è solo una questione di scarsa conoscenza delle norme e delle forme di assunzione, che oggi sono molto flessibili e possono rispondere a tutte le esigenze – continua Coscia – Le aziende che offrono lavoro non regolare ricattano le fasce più deboli del mercato del lavoro, a partire dagli immigrati, e destabilizzano tutto il sistema Modena, mettendo in serie difficoltà le imprese che rispettano leggi e contratti».
Per il sindacalista Cisl i numeri della DtL dimostrano che l’illegalità non avviene solo nei week end e non riguarda solo alcuni settori, ma ha ormai contagiato tutta l’economia; inoltre preoccupa la crescita del numero dei lavoratori completamente in nero. «Non ci stanchiamo di ribadire la necessità di intensificare i controlli e operare in una logica di filiera che chiami in causa anche la responsabilità solidale del committente e non solo del mero esecutore dell’attività. Inoltre – prosegue Coscia – chiediamo tolleranza zero nei confronti dei recidivi, ai quali si dovrebbero revocare licenze e iscrizione alla Camera di commercio. Anche le associazioni di categoria siano severe ed espellano le aziende irregolari, mentre ai consulenti e professionisti chiediamo di applicare il codice etico. Il lavoro nero si contrasta efficacemente solo facendo quadrato».
Il segretario Cisl aggiunge, poi, che è necessario un impegno straordinario da parte di tutti per rilanciare l’economia e favorire la buona occupazione. «Dobbiamo avviare un confronto a livello territoriale che porti a scelte capaci di andare oltre la crisi e di delineare le linee di sviluppo del territorio basato sul buon lavoro. Senza sviluppo e senza crescita il lavoro nero è destinato ad aumentare. Viceversa, ridurlo drasticamente potrebbe contribuire, nel medio periodo, ad alleggerire la tassazione sul lavoro e innalzare i salari. Quanto ai lavoratori irregolari, ribadiamo che, italiani o stranieri che siano, essi sono le prime vittime del fenomeno e vanno, perciò, – conclude Pasquale Coscia – tutelati in ogni sede per aiutarli a uscire da situazioni di ricatto e sfruttamento».