Saranno anche inaugurati i nuovi ambienti “Snoezelen Room” realizzati nella Casa Residenza del Cisa di Mirandola. Il progetto è oggetto di interesse da parte dell’Istituto Superiore di Sanità e i risultati saranno presentati a Roma nel corso di un convegno nazionale sulle Unità Valutative Alzheimer.Un percorso sperimentale e innovativo che, attraverso la realizzazione di ambienti di stimolazione multisensoriale “Snoezelen Room”, è stato il punto di partenza per la creazione di una nuova filosofia assistenziale per i pazienti affetti da demenza. Se ne parlerà nel corso del convegno “Benessere e innovazione nell’assistenza all’ anziano con demenza: il modello del Nucleo Alzheimer di Mirandola” in programma il 17 novembre (dalle 9.00 alle 13.00) nell’Auditorium del Castello dei Pico. L’evento è organizzato dall’Azienda Servizi alla Persona (ASP) dell’Unione Comune Modenesi Area Nord, in collaborazione con l’Unione dei Comuni, il Distretto sanitario di Mirandola e il Dipartimento Cure Primarie dell’Azienda USL di Modena. Nel pomeriggio, alle 15.00, è prevista inoltre l’inaugurazione dei nuovi ambienti multisensoriali Snoezelen, realizzati all’interno del CISA (Centro Integrato Servizi Anziani) di Mirandola (Via Alighieri, 4).
Il CISA, casa residenza dell’ASP dei Comuni Modenesi Area Nord, da diversi anni, in stretta collaborazione con l’Azienda USL, assiste in modo qualificato le persone con malattia di Alzheimer e altre forme di demenza. Il nucleo specializzato in particolare offre una modalità di gestione dei gravi disturbi del comportamento legati alla demenza, investendo sulle attività cognitive e nella terapia occupazionale e in genere sugli interventi psicosociali.
“Nel 2010 sono stati circa i 19mila pazienti con demenza seguiti nei nove centri diffusi su tutto il territorio provinciale e oltre 1.900 le nuove diagnosi. Il 60 per cento è affetto da malattia di Alzheimer che è la forma più frequente di demenza degenerativa” spiega il dottor Andrea Fabbo, responsabile del Progetto Demenze della provincia di Modena. “Solo nel distretto di Mirandola, comprendente i nove comuni dell’area Nord, sono stati seguiti dagli specialisti del Consultorio Disturbi Cognitivi distrettuale, in stretta collaborazione con i medici di famiglia, 2.193 persone, la maggior parte delle quali è assistita a domicilio”.
A supporto della rete per l’assistenza alla persona con demenza c’è il Nucleo Alzheimer del Cisa di Mirandola, dedicato all’assistenza residenziale temporanea di casi problematici che hanno bisogno di un periodo di ricovero sia per il controllo e la gestione dei disturbi comportamentali non gestibili a domicilio o in altri servizi, sia per preparare con le famiglie e gli operatori dei servizi territoriali le strategie più idonee all’assistenza futura, oltre a offrire un periodo di sollievo al carico assistenziale delle famiglie stesse.
Presso il nucleo di Mirandola opera un’equipe specializzata composta da medico geriatra, psicologo, terapista della riabilitazione psichiatrica e terapista occupazionale, oltre agli operatori specializzati nella gestione delle problematiche legate alla demenza.
Nel 2008 il Nucleo ha iniziato un percorso sperimentale “innovativo” attraverso la realizzazione di ambienti di stimolazione multisensoriale che è alla base di una nuova filosofia assistenziale basata su questa metodologia e sull’approccio psicosociale (terapia occupazionale, stimolazione cognitiva, sostegno e formazione di familiari ed operatori ). La stimolazione multisensoriale, nata in Olanda negli anni Settanta per le persone affette da disabilità intellettiva, è un intervento terapeutico condotto all’interno di un ambiente chiamato “Snoezelen Room” utilizzato a scopo riabilitativo e occupazionale che fa ricorso ai cinque sensi e alla loro interazione attraverso effetti luminosi, effetti musicali e uditivi, superfici tattili e in movimento, aromi e stimoli gustativi. In particolare, si tenta di ridurre l’agitazione psicomotoria e il vagabondaggio, stimolare le capacità residue della persona affetta da demenza tramite le sollecitazioni plurisensoriali, trovare un canale di comunicazione specialmente nelle fasi più avanzate di malattia.
La sperimentazione sulla stimolazione multisensoriale condotta a Mirandola, in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dell’ Università di Bologna, è stata oggetto di interesse da parte dell’Istituto Superiore di Sanità che sta validando esperienze di trattamenti non farmacologici nella demenza o “interventi psicosociali” considerati strategici per ridurre i costi nella gestione della demenza. I dati relativi alle prime osservazioni, che saranno presentati anche a Roma al Convegno Nazionale sulle Unità Valutative Alzheimer del 18 novembre 2011, hanno dimostrato un “effetto significativo dell’intervento sugli obiettivi assistenziali come la riduzione e/o la prevenzione delle alterazioni comportamentali”.
Il convegno di Mirandola, che proseguirà nel pomeriggio con l’inaugurazione e la visita dei nuovi ambienti realizzati, vedrà la partecipazione di Ilse Achterberg, terapista olandese, uno dei massimi esperti internazionali in materia di stimolazione multisensoriale nella demenza. La manifestazione è l’occasione per presentare questo modello diventato un punto di riferimento per l’assistenza all’anziano con demenza nella rete dei servizi e riflettere sulle modalità per garantire un servizio di qualità, a bassa tecnologia e costi contenuti.