Per raccontare la 62.ma replica di “Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida”, che andrà in scena sabato 19 novembre a Mirandola (ore 21.30, Circolo culturale Aquaragia, via D. Pietri, ingresso libero), dobbiamo fare un passo indietro.
La scorsa estate un gruppo di volontari della provincia di Modena, coordinati dal Circolo Aquaragia con il contributo di Arci, partecipò alle attività di “E!state Liberi!” a Mesagne, vicino a Brindisi, dove sorge la cooperativa sociale Terre di Puglia. Dopo aver impiegato parte delle loro vacanze estive nella coltivazione dei terreni confiscati alla Sacra Corona Unita, tra quei giovani e i cooperanti pugliesi nacque un rapporto di amicizia che, a esperienza finita, avrebbe generato la classica domanda di fine estate: “quando ci rivedremo?”.
La serata di sabato 19 novembre rappresenta perciò la concretizzazione del desiderio di suggellare un sentimento di amicizia e collaborazione tra Libera Terra Puglia, che sarà rappresentata per l’occasione dal presidente della cooperativa, Alessandro Leo, e la città di Mirandola, con il coinvolgimento delle scuole e delle associazioni locali.
La serata è organizzata dal Circolo Aquaragia con il sostegno di Arci Modena e con la collaborazione con Libera Terra Puglia e Coop Estense. Lo spettacolo sui prodotti dai terreni confiscati, interpretato da Tiziana Di Masi, ne costituisce il momento centrale.
Scritto dal giornalista Andrea Guolo, Mafie in pentola – Libera Terra, il sapore di una sfida è il racconto di un viaggio all’interno delle cooperative di Libera dove, sui terreni un tempo in mano alle mafie, è nata una “bella economia” i cui cardini si chiamano agricoltura biologica, qualità, lavoro e rispetto delle leggi. È uno spettacolo che si fonda sulla speranza e sulla rinascita, perché la terra non smette mai di rigenerarsi, basta concederle la possibilità.
Ed ecco che nella Piana di Gioia Tauro, dagli ulivi abbattuti dalla ‘ndrangheta per ricavarne legname e non cederlo alle cooperative, si originano quei polloni che daranno l’olio della speranza; ecco i vigneti bruciati dalla sacra corona unita in Puglia che tornano a fiorire e a regalare un grande vino; ecco in Sicilia l’affermazione di un’agricoltura che rompe il muro delle regole mafiose e versa finalmente i contributi ai lavoratori.
È uno spettacolo sul gusto e su alcune tra le eccellenze del nostro settore agroalimentare. Con un’interpretazione capace di sfumare dal drammatico al brillante e attraverso il coinvolgimento diretto del pubblico, chiamato sul palco ad assaggiare i prodotti, non “chiude” lo stomaco dello spettatore, bensì stimola la sua “fame” di legalità e di cose buone.
Il cibo si fa memoria e occasione di riscatto sociale.