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Lavoro Reggio Emilia: ripresa per i disabili, ma il ‘nero’ resta tanto

Si sono riunite nei giorni scorsi in seduta congiunta la Commissione provinciale per l’emersione del lavoro irregolare, presieduta dal vicepresidente della Provincia Pierluigi Saccardi, e il Comitato per il lavoro e l’emersione del sommerso, presieduto da Giulio Bertoni della Direzione provinciale del lavoro, per analizzare le situazioni di irregolarità presenti in ambito lavorativo, in particolare in questa situazione di lenta ripresa dopo la significativa crisi del 2008-2009.

Sono stati affrontati i temi collegati al lavoro e al collocamento delle fasce più deboli della popolazione, nello specifico il collocamento mirato dei disabili, che da sempre ha avuto da parte delle istituzioni e delle forze sociali una attenzione particolare e che ha subito contraccolpi significativi fino all’inizio del 2010.

I dati presentati infatti restituiscono, come avvenuto nell’incontro di un anno fa, una situazione di forte calo degli avviamenti e di corrispondente significativo incremento nelle liste dei disoccupati nel corso del 2008 e del 2009, per poi invertire la rotta a partire dal 2010 e poi nel primo semestre del 2011: nel 2007 le assunzioni di disabili avevano raggiunto il picco delle 625 unità, crollate a 383 nel 2009, per poi riprendersi a 594 nel 2010 e a ben 339 assunzioni nei soli primi 6 mesi del 2011.

“Sicuramente l’andamento ciclico della crisi – ha affermato il vicepresidente Pierluigi Saccardi – ha inciso fortemente in questa situazione, ma vorremmo ricordare l’impegno della Provincia per favorire la ripresa occupazionale, anche nei momenti di maggiore difficoltà, grazie ai servizi offerti dal collocamento mirato, fatto di operatori disponibili per costanti colloqui informativi e di orientamento, così come i servizi offerti ai disabili e alle imprese, da parte dei nuclei territoriali, esperienza unica a livello nazionale, che vede la collaborazione del pubblico e della cooperazione per combinare i diversi servizi e le diverse opportunità offerte al disabile: lavoro, tirocini, formazione, incentivi all’assunzione. Infine non va dimenticato lo sforzo finanziario della Provincia a favore delle fasce più deboli della popolazione lavorativa, attraverso i fondi per la formazione professionale, quelli per incentivare le assunzioni ovvero per favorire gli spostamenti casa-lavoro”.

Nel corso dell’incontro sono stati presentati anche i dati relativi al lavoro ispettivo svolto dai diversi organi di vigilanza preposti a questi compiti: Direzione provinciale del lavoro, Azienda Usl, Inps e Inail.

I dati, come ha sottolineato il direttore della Dpl Giulio Bertoni, hanno restituito una realtà ancora a tinte fosche, in cui la piaga del lavoro irregolare permane e in alcuni casi è anche peggiorata: su 885 aziende ispezionate e quasi 2.500 posizioni lavorative controllate, sono stati riscontrati 461 lavoratori in nero.

Dati analoghi sono emersi anche dalla relazione avvenuta da parte di Avio Ferraresi, del Servizio prevenzione sicurezza al lavoro dell’Ausl di Reggio, sulle ispezioni nei cantieri edili della provincia, trovati per un terzo irregolari per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, mentre Annalisa D’Angelo, capoispettore dell’Inps provinciale, e Gianluca Napoletano, direttore provinciale dell’Inail, hanno segnalato un quadro di forti irregolarità, in modo particolare per quanto riguarda i versamenti contributivi, che spesso sottendono però anche realtà di lavoro irregolare o al nero.

Un dato positivo invece, sottolineato da tutti i presenti, è stato quello relativo all’importanza del coordinamento e della collaborazione operativa, tra i diversi organi ispettivi e tra questi e le altre forze dell’ordine, per incrociare le banche dati e le informazioni di ognuno, al fine di meglio indirizzare l’attività ispettiva e individuare in questo modo le realtà e i settori a più alto rischio.

Pierluigi Saccardi e Giulio Bertoni hanno infine sottolineato “l’importanza di questi incontri periodici e congiunti dei due organismi preposti alla vigilanza e all’emersione del lavoro irregolare, per favorire proprio un miglior coordinamento operativo tra i diversi organi ispettivi e l’individuazione dunque dei settori a maggior rischio di irregolarità e sfruttamento del lavoro, ma anche per mettere in campo tutti quegli strumenti finalizzati, oltre che alla repressione, anche alla prevenzione delle irregolarità nei luoghi di lavoro”.
















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