Fonte di benessere, risorsa primaria per eccellenza, via di comunicazione e volano di scambi mercantili e culturali, l’acqua è da sempre un elemento da sorvegliare e governare per assicurare agli uomini quella qualità ambientale che è il fondamento stesso della vita.
Rileggere e interpretare l’evoluzione dei processi di regolamentazione dei regimi idrici e la loro messa a sistema, significa compiere un viaggio a ritroso di qualche millennio. Fin dall’età del Bronzo, e poi con le grandi ristrutturazioni agrarie degli Etruschi e dei Romani, le bonifiche dell’uomo hanno plasmato il territorio, strappando terra da coltivare, regimentando acque, incanalando l’energia idraulica per il trasporto e la macinatura.
Su questo tema di stringente attualità, la Storia ci dice che il controllo delle acque è opera collettiva, basata sulla solidarietà, aliena dall’egoismo individuale, e che è inaccettabile interrompere un pensiero e un progetto che è di tutti per inserirvi una brama individuale, onnivora e ai limiti dell’autismo sociale.
La mostra “Aquae. La gestione dell’acqua oltre l’unità d’Italia nella pianura emiliana” prosegue il suo percorso e approda nella Chiesa di Santa Maria fuori le mura a Nonantola (Mo) fino al 26 febbraio 2012; la mostra nasce in una regione dove trattare l’acqua rappresenta da almeno 3500 anni un fattore fondamentale per l’economia e la vita, come ci insegna la grande vasca terramaricola rinvenuta a Noceto nel parmense.
Promossa dal Consorzio della Bonifica Burana e dal Museo Archeologico Ambientale di San Giovanni in Persiceto con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, della Soprintendenza Archivistica e dall’Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna, la mostra ripercorre le tappe evolutive del paesaggio padano, documentando con reperti, mappe, carteggi e materiale iconografico la gestione e la tutela delle acque nei territori oggi di pertinenza del Consorzio di Bonifica, dalla preistoria ai giorni nostri.
Particolare attenzione viene posta alla romanizzazione della pianura, con una finestra sulla centuriazione, tipica forma di governo del territorio che in vaste zone della pianura padana si è mantenuta fino ad oggi. Con la caduta dell’impero romano, cambia completamente l’assetto paesaggistico del territorio: vaste zone vengono sottratte al controllo dell’uomo e subiscono un progressivo impaludamento. Nascono così insediamenti fortificati (castrum), circondati da canali e fossati difensivi.
Solamente con la fine del Medioevo, l’uomo inizia una nuova attività di bonifica e riordino della pianura, che interessa anche una vasta area localizzata ai lati del Panaro. All’interno di questa fase ricade il trattato stipulato nel 1487 fra Giovanni II Bentivoglio e Ercole I d’Este per la realizzazione della prima imponente opera di bonifica idraulica, il Cavamento Foscaglia, meglio noto come Collettore delle Acque Alte. L’esposizione passa in rassegna anche i territori dei Pico e dei Gonzaga che adottavano il sistema dei “serragli” per arginare l’invasione delle acque.
Tutto questo anticipa la vera e propria politica nazionale di miglioramento fondiario che approda in età moderna alle opere di bonifica e alle istituzioni consorziali nate dal confronto fra interesse pubblico e privato, giunte, con i necessari aggiornamenti e ammodernamenti, sino a oggi.
La rivisitazione di un sistema così complesso come quello delle acque e l’individuazione delle tappe salienti che ne hanno definito le caratterizzazioni storiche e strutturali ha richiesto un’ampia convergenza di ricerca, approfondimenti e condivisione delle informazioni. La mostra Aquae è soprattutto il frutto della collaborazione non solo di più soggetti istituzionali ma anche di diverse competenze professionali.
Archeologi, archivisti, storici, esperti di tutela del patrimonio culturale e salvaguardia del territorio hanno ridato sostanza e compattezza conoscitiva a una trama di rimandi e relazioni sul tema dell’acqua, realizzando un percorso versatile che sarà riallestito con lievi modifiche presso altri comuni del comprensorio bolognese, modenese e ferrarese. Dopo San Giovanni in Persiceto l’esposizione arriva a Nonantola, arricchendo con appropriati approfondimenti il suo percorso. Una vera e propria mostra itinerante che attraversa come un corso d’acqua tutte le sue realtà.
Aquae. La gestione dell’acqua oltre l’unità d’Italia nella pianura emiliana Chiesa di Santa Maria fuori le mura, Nonantola (MO) da domenica 13 novembre a domenica 26 febbraio 2012, orari: sabato e domenica ore 9,30-12,30 e 15,30-18,30 esclusi 25 e 31 dicembre 2011 e 1 gennaio 2012
La mostra sarà aperta l’8 dicembre 2011 e il pomeriggio del 26 dicembre 2011 e del 6 gennaio 2012. Possibilità di visite guidate su prenotazione. Ingresso gratuito
Per prenotazioni e informazioni tel. 051 6871757 – fax 051 823305 – email maa@caa.it
Promotori: Consorzio della Bonifica Burana, Museo Archeologico Ambientale di San Giovanni in Persiceto in collaborazione con Comune di Nonantola, Partecipanza Agraria di Nonantola, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione dell’Emilia-Romagna, Soprintendenza Archivistica per l’Emilia-Romagna, Università degli Studi di Bologna (Dipartimento di Paleografia e Medievistica, Dipartimento di Discipline Storiche), Archivio di Stato di Modena, Archivio di Stato di Bologna, Archivio di Stato di Ferrara, ArcheoNonantola con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e Provincia di Modena