Si chiudono con un utile netto di 84 milioni di euro, in rialzo del 6,2% rispetto ai 79,1 milioni del 2010, i primi nove mesi dell’esercizio fiscale di Hera. Il Cda della multi-utility – che ha archiviato ricavi pari a 2.901,9 milioni, in crescita del 12,6% rispetto ai 2.576,6 milioni dell’anno precedente – ha inoltre approvato il piano industriale del gruppo, basato sulla ”crescita organica” e orientato a raggiungere un margine operativo lordo, al 2015, pari a 800 milioni, con una crescita del 32%.
Tra gennaio e settembre, il margine operativo lordo si e’ attestato a 466,7 milioni, in rialzo dell’8,2% rispetto ai 431,4 milioni del 2010 mentre il risultato operativo e’ risultato pari a 240,5 milioni (+10,2% sui 218,2 milioni dell’anno precedente) e l’utile ante imposte a 156,2 milioni (+15,4% sui 135,4 dell’anno precedente). Quanto alla posizione finanziaria netta, questa si e’ attestata a 2.055,5 milioni rispetto ai 1.860,2 milioni di euro dello scorso 31 dicembre.
Guardando al piano industriale approvato dal suo Consiglio di amministrazione, Hera prevede il raggiungimento di un margine operativo lordo, al 2015, di 800 milioni (+32% rispetto al 2010), un ‘Roi’, ossia un ritorno sugli investimenti al 10,5% (8,5% nel 2010) e un rapporto fra posizione finanziaria netta e margine operativo pari a circa 2,7 volte (3,1 nel 2010), grazie ad un migliorato equilibrio sul fronte dei flussi finanziari.
Alla crescita – si legge in una nota – continueranno a contribuire positivamente tutti i servizi gestiti – energetici, idrici e ambientali – mentre la concentrazione sullo sviluppo organico determinera’ circa la meta’ della crescita attesa (104 su 193 milioni). Particolare attenzione, verra’ riservata alla sostenibilita’ ambientale (le energie rinnovabili raggiungeranno i 581,9 GWh nel 2015): a fine piano si stima che l’80% della produzione elettrica territoriale e il 64% della produzione termica proverranno da fonti rinnovabili o cogenerazione ad alto rendimento.
In base al disegno industriale, gli investimenti del periodo si dovrebbero attestare a circa 340-350 milioni medi annui e per oltre il 60% riguarderanno le attivita’ regolate mentre la posizione finanziaria netta del Gruppo e’ attesa al di sotto dei 2,1 miliardi, in modo da poter raggiungere, al 2015, un rapporto Posizione finanziaria netta/margine operativo lordo pari a circa 2,7 volte e il raggiungimento di un flusso di cassa positivo dopo la distribuzione dei dividendi.
”I risultati dei primi nove mesi – spiega l’amministratore delegato di Hera, Maurizio Chiarini – evidenziano una ulteriore importante crescita di marginalita’ sia rispetto all’anno precedente sia rispetto alle previsioni, nonostante un contesto economico-finanziario particolarmente difficile”.
A giudizio del presidente del gruppo emiliano-romagnolo, Tomaso Tommasi di Vignano ”all’interno di questo aggiornamento del piano industriale, che si colloca temporalmente in un perdurante quadro di difficolta’ economica del Paese, lo stesso presenta elementi di continuita’ rispetto a quanto sin qui realizzato in termini di crescita e – conclude – riconosce spazi significativi sia alle ulteriori opportunita’ di sviluppo nelle aree liberalizzate, che ad eventuali possibilita’ di sviluppo per linee esterne”.