Confortati dagli eccellenti risultati qualitativi e quantitativi ottenuti con la nascita nel 1998 della sede di Ateneo a Reggio Emilia, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia, Fondazione Manodori rilanciano il progetto di sviluppo del polo universitario reggiano con la sottoscrizione di un Protocollo di Intesa che vuole delineare gli “obiettivi da raggiungere nei prossimi 5 anni” per rafforzare le attività didattiche e di ricerca, per potenziare la fruibilità dei percorsi formativi e la stessa accoglienza-permanenza degli studenti, nonché per migliorare il rapporto con il tessuto socio-economico locale, rendendo l’Ateneo “sempre più protagonista attivo dello sviluppo del territorio”.
Nelle 12 pagine di questo documento, elaborato attraverso un meditato confronto tra tutti i protagonisti, si indicano con chiarezza di propositi tre linee di sviluppo lungo le quali articolare i programmi e le decisioni conseguenti dall’accordo, che sono comunemente definite strategiche per l’idea condivisa che si ha della Università reggiana:
– formazione e ricerca
– piano di sviluppo edilizio
– internazionalizzazione dell’Ateneo.
“La firma di questo Protocollo – commenta il Rettore prof. Aldo Tomasi – che segue l’approvazione da parte dell’Ateneo del nuovo Statuto conclude una fase di serrato confronto con le istituzioni e gli enti reggiani che ha portato alla ridefinizione del ruolo che l’Università deve avere nella società e nella attuale congiuntura. Da questo confronto esce un’idea di Ateneo pienamente immerso nel problematiche del territorio, che può giocare attraverso il potenziamento della ricerca e della formazione una parte decisiva e strategica per il rilancio dell’economia e per innestare processi di innovazione indispensabili alla fuoriuscita dalla crisi. Tutti gli attori hanno pienamente dimostrato consapevolezza di intenti e volontà di assumersi precise responsabilità perché le cose scritte non rimangano lettera morta. Gli impegni sottoscritti sono certamente ambiziosi e muovono da una visione unitaria delle soluzioni proposte che si intrecciano una all’altra. Portare a realizzazione nei tempi previsti questo disegno rappresenta una scommessa per tutti, ma sono convinto che insieme potremo farcela e restituire così a Reggio Emilia la dimensione di una vera città universitaria. Quanto fatto in questi 13 anni non è trascurabile. Avere radicato la presenza di due poli universitari, avere catturato l’attenzione di quasi seimila studenti, avere istituito alcuni fondamentali centri di ricerca attorno ad affermati gruppi di studio e di docenti, ci danno lo slancio per guardare avanti con fiducia”.
Formazione e ricerca
L’accordo prevede il consolidamento e rafforzamento qualitativo delle attività didattiche e di ricerca facenti capo alle attuali 5 macroaree, in cui è organizzato l’Ateneo (Agraria, Comunicazione ed Economia, Formazione, Ingegneria e Area Medico-Sanitaria), con l’obiettivo di specializzare ciascuna all’interno di un disegno armonico con le Università vicine.
“La Fondazione Manodori – afferma il Presidente Gianni Borghi – è al fianco dell’Ateneo reggiano fin dalla sua nascita. Abbiamo investito sull’università, per oltre 10 milioni di euro in questi anni, perché riteniamo sia fondamentale promuovere l’educazione dei giovani. Siamo convinti, infatti, che la crescita culturale sia una delle più potenti leve di sviluppo di una comunità e che coinvolga tutti, cittadini e istituzioni. Per questo, ogni anno, eroghiamo fondi per contribuire a migliorare il sistema formativo della provincia di Reggio Emilia. Compresi master, convegni, progetti di ricerca e strutture della nostra università. Da questo impegno è nata anche la Scuola di Dottorato in Ingegneria dell’Innovazione Industriale inaugurata di recente. Se venissero individuati gli strumenti adeguati, ci rendiamo fin da ora disponibili a valutare la possibilità di ulteriori investimenti per qualificare i laboratori e le attività didattiche dell’Ateneo”.
Più in particolare per Ingegneria si conferma l’assoluta priorità alla costruzione di laboratori sperimentali all’interno del Campus San Lazzaro e il loro coordinamento e integrazione con il Tecnopolo, l’adeguamento e l’incremento degli strumenti informatici, e l’indispensabilità della realizzazione di un rapporto costante e fattivo di collaborazione istituzionale e scambio di eccellenze con tutti gli altri soggetti che svolgono attività di ricerca sul territorio, nonché con tutti gli attori che operano nel sistema di istruzione e formazione presente nel nostro territorio, tra cui le scuole superiori ad indirizzo tecnico-scientifico, in particolare operanti nei settori della automazione, meccanica, meccatronica ed energia, e segnatamente con la nuova Fondazione ITS per le nuove tecnologie per il made in Italy, sistema meccanica-meccatronica, cui il Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria partecipa come socio fondatore. Per Agraria si conferma la volontà di trasferimento dei laboratori al Campus San Lazzaro ed il rafforzamento della Scuola di Dottorato nonché dei progetti di ricerca di interesse per il territorio, mentre per Comunicazione ed Economia si pensa ad una riorganizzazione ed estensione degli spazi con laboratori in via Fogliani, il sostegno ai medesimi col finanziamento di progetti di ricerca, borse di studio e di dottorato, l’attivazione di corsi in inglese che potrà avvenire contestualmente all’incremento delle residenze universitarie idonee ad alloggiare studenti e docenti stranieri. Per Formazione si auspica la realizzazione di un rapporto di collaborazione costante e continuo con Reggio Children, e la proposta agli organi di Ateneo di realizzazione di una autonoma Scuola di Dottorato e si riconosce l’esigenza di 1 o 2 aule di grandi dimensioni. Infine, per l’Area Medico-Sanitaria si lavorerà, dopo le necessarie verifiche e gli accertamenti da attuarsi con le Aziende Sanitarie e subordinatamente a precisi accordi con le medesime, per un incardinamento maggiore dei docenti e ricercatori presso la sede reggiana creando altresì le condizioni per un Dipartimento Interaziendale integrato, prevedendo la programmazione di un nuovo corso di laurea magistrale nel campo della riabilitazione, ad un Corso di perfezionamento in Ostetricia e di Master in Radiologia e di una laurea breve in Tecnico ortopedico.
Da ultimo si rilancia l’impegno per la istituzione di un corso di laurea in Ingegneria Energetica per il quale c’è la volontà di bruciare le tappe.
“Siamo convinti – ha sottolineato il Presidente della CCCIA di Reggio Emilia Enrico Bini – che l’Università sia già, e a maggior ragione possa esserlo in futuro, uno dei protagonisti dello sviluppo del territorio, che richiede impegni e investimenti particolari nell’area della ricerca. Da qui l’adesione dell’ente camerale ad un progetto di rafforzamento che chiama in causa fattori come la formazione, la ricerca, l’innovazione e il trasferimento scientifico-tecnologico, elementi imprescindibili per lo sviluppo e la competitività di un sistema imprenditoriale che già è orientato anche alla ricerca di elevati profili professionali”.
Sviluppo edilizio
L’attuazione di questi precisi obiettivi che poteranno ad una notevole crescita dimensionale delle attività accademiche a Reggio Emilia presuppone una valutazione relativa alle necessità di un incremento del patrimonio edilizio.
Innanzitutto sarà definito un piano globale, strategico e cogente per la realizzazione concreta del Campus al San Lazzaro, dove si prevede nell’area ex-porcilaie si possa realizzare un edificio che ospiti laboratori e spazi per gli studenti delle Facoltà di Ingegneria e di Agraria e la sistemazione per i laboratori di area medica in vista del decollo del dipartimento integrato. Sempre su questa area si contempla il recupero di Villa Marchi per uno studentato con 46 posti letto e successivamente una mensa di servizio, il restauro del Padiglione Lombroso, appena ultimato, per il Centro di documentazione e Museo della Psichiatria e l’identificazione di uno spazio per la Biblioteca scientifica-tecnologica integrata con quella di Viale Allegri che dovrà osservare anche aperture serali.
Particolare attenzione sarà posta per quanto riguarda la fruibilità del Campus riguardo a parcheggi e gestione della mobilità nella sua direzione.
Considerate le esigenze delle Facoltà e Dipartimenti di area umanistica (Comunicazione ed Economia e Formazione) un punto chiave per lo sviluppo delle attività universitarie nell’area di Viale Allegri è individuato in un intervento edilizio da porre in essere per quanto riguarda l’immobile di via Fogliani, oggi inagibile al piano seminterrato al fine di ricavare aule di grandi capacità.
I Chiostri di San Pietro verranno, invece, destinati a prestigiosa rappresentanza della sede universitaria reggiana, potendo altresì ospitare corsi di Alta Formazione e gruppi di lavoro e ricerca costituiti da studiosi stranieri.
“Questo protocollo – dice il Sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio – rafforza e sviluppa, con una forte condivisione di intenti, le specifiche vocazioni della sede reggiana dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia. Il documento è dunque una rinnovata e concreta dichiarazione dell’importanza imprescindibile dell’Università nella comunità reggiana, nel progresso della comunità e nello sviluppo del territorio che si attua anche attraverso quell’economia della conoscenza indicata negli Stati generali della città e per il futuro dell’Area nord. Agli importanti indirizzi su formazione, ricerca e internazionalizzazione dell’Ateneo, si associano quelli dedicati allo sviluppo edilizio, per i quali il Comune di Reggio è fortemente impegnato con la realizzazione dello studentato, dei servizi di accoglienza e degli spazi di studio e ricerca nel padiglione Marchi, oltre che nel completo adeguamento del Campus universitario di San Lazzaro. Un impegno che prosegue, nonostante le forti limitazioni degli investimenti imposti agli enti locali, dopo il restauro compiuto del padiglione Lombroso, gli interventi nella sede ‘Zucchi’ di viale Allegri e ai chiostri di San Pietro, l’edilizia sociale per l’ospitalità degli studenti fuori sede”.
Internazionalizzazione dell’Ateneo
Per cogliere il risultato di aumentare la proiezione internazionale della sede reggiana l’accordo sottoscritto contempla la necessità di sviluppare un piano organico per l’individuazione di risorse finanziarie e supporto logistico.
Entro sei mesi dalla sottoscrizione del Protocollo di Intesa i contraenti si impegnano a definire specifici contratti attuativi che dovranno indicare in modo appropriato le forme di collaborazione, i tempi ed i modi, nonché la ripartizione degli oneri economici tra i soggetti contraenti.
Annualmente un Comitato Scientifico di Controllo, composto da un rappresentante di ciascun ente, redigerà una relazione sullo stato di avanzamento del programma.
“La firma del Protocollo – conclude la Presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini – conferma che l’Università rappresenta per gli Enti reggiani una priorità per il territorio e per la comunità, convinti che si debba andare verso la direzione del rafforzamento del profilo di Reggio Emilia come città universitaria. Questa firma si colloca in un momento difficile dal punto di vista economico e sociale, ma siamo convinti che investire nell’istruzione e nella ricerca sia fondamentale per sostenere la crescita di tutto il Paese. La volontà degli Enti reggiani, che è stata fondamentale per la nascita e la crescita della sede universitaria di Reggio Emilia, è ancora oggi determinante per il suo sviluppo”.