Una ragazza appassionata d’arte che impugna una macchina fotografica e un bagno di Palazzo Grassi a Venezia progettato da Tadao Ando. Il profilo di un operaio in canottiera uguale a quello del patrizio romano di un busto di marmo, che fa immaginare una discendenza attraverso i secoli. E. T. (telefono casa) e la casa a Parigi dove ha scelto di passare la vecchiaia. E’ un lavoro fatto di coppie di fotografie quello proposto da Ernesto Tuliozi, veronese di nascita ma modenese d’adozione. Per la precisione sono 88 ritratti stereoscopici a comporre la sua mostra “Il mondo di E.T.” presso la Galleria Poggeriarte a Sassuolo, che inaugura domani e prosegue fino a domenica 27 novembre: un ritratto abbinato a un ambiente, a un oggetto o a un’azione che raccontano di lui, come locandine di film con il protagonista e un elemento della storia. Volti e storie compongono un mosaico caleidoscopico di immagini, illuminate dalla stessa luce a tutte le latitudini.
“Persone di cui immagino storie che avrei voluto vivere nei posti che ho attraversato guardandoli come mi sarebbe piaciuto che fossero” è lo slogan che ha scelto l’artista per spiegare, in 20 parole e tutto d’un fiato, la filosofia di queste immagini.
Perché definirle “ritratti stereoscopici”? La stereoscopia è la tecnica fotografica per realizzare due immagini dello stesso soggetto riprese con una angolazione leggermente diversa (a imitazione della visione binoculare degli occhi umani) che, guardate attraverso un apposito visore, danno un’illusione di tridimensionalità. Tuliozi presenta dei dittici fotografici verticali, disposti dall’alto verso il basso, nell’ordine che è proprio della pagina scritta; nel riquadro superiore si susseguono vite ferme e silenziose: edifici, stanze, statue, cortili, porzioni di “mondo ordinario” insomma. Nel riquadro inferiore invece una carrellata di ritratti, o meglio una collezione di sguardi, perché dei mezzi busti si scorge poco più che il volto e anche in questo caso il viso è immortalato in un attimo di “ordinaria espressione”.
Michelina Borsari, direttrice del Consorzio per il festivalfilosofia di Modena, ha scritto il testo del primo dei due cataloghi di mostra: “Le immagini dei dittici – le cose e i corpi, le vedute e gli sguardi – sono tagliate nella medesima stoffa del medesimo mondo e hanno eguale potere di manifestarlo, se così non andasse perduto quel che il montaggio vuole aggiungere. Occorre interrogare ancora ciascun dittico e ripercorrerne le parti con uno sguardo che fa attrito sulla linea nera che li costituisce per cogliere cosa tiene e pertiene ai due scatti, la proprietà transitiva che consente non tanto di sommarli, ma di mostrarne l’intima concordanza, il carattere compossibile, le coincidenze”.
Lo scrittore Paolo Nori, che ha curato il testo del secondo catalogo, scrive: “Queste foto cominciano con la montagna e finiscono col mare, e l’uomo di montagna ha la cravatta, le labbra, sembra, del meridionale, l’uomo di mare ha lo zaino, invece, la barba, il naso fine, una tracolla che sembra sia un fotografo, e in mezzo dei crani, ci sono molti crani, senza denti, e gli uomini dei crani sono quasi tutti calvi, e poi delle provette, no so come chiamarle, e la ragazza delle provette si mette a posto i capelli, con uno di quei gesti parassiti, che vivon su di noi, e poi il ragazzo degli scogli, le labbra strette, le orecchie piccole, giovane, elegante, non so perché vien da pensare alle donne che gli vorranno bene…”.
La mostra inaugura domenica 6 novembre alle 16.00 presso la Galleria Poggeriarte a Sassuolo, in Piazzale della Rosa, e prosegue fino a domenica 27 novembre.
Orari: venerdì e sabato 16-20; domenica 10-13 e 16-20.
Ernesto Tuliozi è nato a Valeggio sul Mincio (Verona) nel 1954. Inizia a occuparsi di immagine nel 1978 collaborando al quotidiano “Il foglio” per l’apparato iconografico. Si laurea in architettura nel 1980 a Firenze dove frequenta anche l’Accademia di Belle Arti. Si dedica, in periodi successivi, allo studio dei metodi di catalogazione e conservazione del materiale fotografico storico, al cinema d’animazione, alla scenografia teatrale. Art director di diverse riviste, è cofondatore della casa editrice di libri fotografici Punto e virgola, creata e diretta da Luigi Ghirri. Inizia a fotografare nel 1981 indagando gli spazi urbani marginali e il paesaggio industriale. Nel 1983 espone al Forum Stadtpark di Graz nella collettiva Penisola e dal 1984, con Viaggio in Italia, in varie sedi in Italia e all’estero. Nel 1985 è selezionato dal Preis für junge europäische Fotografen di Francoforte. Espone a Reggio Emilia, nel 1986, nella collettiva Giardini in Europa. Sono anni in cui si dedica prevalentemente al lavoro di progettista grafico aprendo a Modena uno studio a suo nome. Nel 1991 è docente presso l’Università del progetto di Reggio Emilia; nel 1992 è art director del settimanale Comix edito dalla Franco Cosimo Panini; nel 1994 si associa ad Avenida, studio di grafica e pubblicità, di cui è tuttora art director. ‘Vite silenziose’, nel 2003 alla Cavallerizza ducale di Sassuolo, è la sua prima mostra personale cui seguono, nel 2006, ‘L’uomo dei pesci’ alla West Village Gallery di Modena e ‘Con-vivere’, mostra allestita nell’Accademia di Belle Arti di Carrara. Nel 2004 il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo organizza ‘Viaggio in Italia. I fotografi vent’anni dopo’, mostra cui è invitato. Nel 2006 partecipa alla ricognizione fotografica ‘Vistapatio#0. Infrastrutture e fotografia’ prodotta dal Politecnico di Milano. Nel 2007, a Sassuolo, espone nella installazione ‘Festivalfilosofiacommunity’.’Il mondo di E.T. Ritratti stereoscopici’ è il suo lavoro fotografico degli ultimi anni.