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Unioni di Comuni. Pollastri: “Urgente fornire criteri certi ai piccoli Comuni”

“I piccoli Comuni attendono con impazienza quale sarà il destino che li attende”, per questo Andrea Pollastri (PdL), con un’interrogazione a risposta immediata che sarà discussa già durante il Consiglio di martedì prossimo, sollecita la Giunta Regionale affinchè fornisca risposte chiare.

La Legge n. 148 approvata lo scorso 17 settembre, “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”, prevede, relativamente alla riduzione dei costi della rappresentanza politica dei Comuni e alla razionalizzazione dell’esercizio delle funzioni Comunali (art. 16 c. 6) che, entro due mesi dalla data di entrata in vigore della Legge, “Ciascuna Regione abbia facoltà di individuare dei limiti demografici per la costituzione delle Unioni differenti rispetto a quelli attualmente in vigore.

Oggi, infatti, il Testo Unico degli Enti Locali prevede che i Comuni possano costituire un’Unione qualora abbiano popolazione complessiva popolazione superiore a 5.000 abitanti, ovvero a 3.000 abitanti qualora i Comuni che intendono comporre una medesima Unione appartengano o siano appartenuti a una Comunità Montana.

La Finanziaria-bis, com’è chiamata la Legge 148, obbliga i Comuni inferiori ai 1000 abitanti ad accorpare alcuni servizi e favorisce la creazione di Unioni che abbiano una dimensione relativamente grande a provvedere alla condivisione di alcune funzioni, soprattutto quelle relative agli aspetti finanziari, tributari e al personale, tutto ciò nell’ottica di ridurre la frammentazione e sopperire ala carenza di personale che interessa molti Comuni, specie quelli più piccoli.

“Vista la differenza esistente tra le varie realtà del nostro Paese – scrive Pollastri – la Legge consentiva alle Regioni di determinare i livelli demografici delle Unioni: il 17 novembre, data fissata dalla Legge come scadenza, si avvicina eppure non si sono evidenziati interventi da parte della nostra Regione.”

“Questa incertezza – prosegue – frena l’attività dei piccoli Comuni che, invece, vorrebbero avere un chiaro quadro del futuro che li attende per cominciare ad imbastire alleanze territoriali e progettare possibili Unioni, prevedendo quali servizi accorpare, verificandone l’effettiva economicità”.

“Invito la Giunta – conclude – a dar risposte chiare agli Enti Locali emiliano-romagnoli chiarendo se intenda definire limiti demografici rispetto al Testo Unico, in che tempi e con quali linee di indirizzo, magari condividendo la decisione con il Comitato delle Autonomie Locali (CALER), organo previsto dallo Statuto per affrontare le questioni inerenti i Comuni.”

















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