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Reggio, 4 Novembre: il discorso della Presidente della Provincia, Masini

Il mio saluto e quello della Provincia e dei Comuni di Reggio Emilia alle autorità e ai cittadini presenti in questa piazza per festeggiare le Forze Armate e l’Unità nazionale. In particolare ai bambini e ragazzi che tengono tra le mani il Tricolore e che rendono ancora più bella una festa che si tiene nel pieno delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, di un’Italia che si è unita ed ha saputo conquistare la libertà e la democrazia e alla quale le nostre forze armate hanno dato tanto. Ai tanti militari che si sono sacrificati per la Patria, a tutti i caduti, a partire dalla Grande guerra, di cui oggi celebriamo la conclusione, fino ai tre soldati morti lo scorso settembre in Afghanistan – va, oggi, il nostro più commosso e sentito ricordo.

Il 4 Novembre è una ricorrenza che si ripropone, ogni anno, nel segno della continuità e della novità, e che unisce il ricordo di eventi drammatici alla gioia per il riaffermarsi di valori importanti per la nostra storia comune. Nella continuità, festeggiando il 4 novembre riaffermiamo i valori alti e nobili che sono alla base di un’Italia e di un’Europa unite e democratiche che ogni giorno tanti militari continuano a difendere anche oltre i confini nazionali ed europei: la libertà, i diritti dell’uomo, la democrazia, la pacifica convivenza tra popoli e nazioni.

Nella continuità, ricordando il 4 Novembre non intendiamo esaltare l’Italia in guerra o l’idea stessa della guerra. Non potrà mai essere così perché quella Costituzione che continua a rappresentare punto di riferimento imprescindibile per il nostro pensare ed il nostro agire quotidiano, afferma che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Ed è la stessa Costituzione che ci richiama ad impegnarci per “un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni” e ci ricorda che “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”.

Celebrando il 4 Novembre noi festeggiamo le nostre forze armate quale fondamentale strumento di difesa della Patria e della pace.

E’ importante cogliere e sottolineare anche il modo nuovo con il quale le Forze Armate possono interpretare il loro importante e delicato ruolo nel nostro Paese. Mi riferisco, in particolare, all’intensa e preziosa attività che viene svolta sui territori, ed anche il nostro, per difendere e assistere la popolazione e per garantire legalità e sicurezza.

Tante volte, come nel 2008 con l’operazione Strade sicure, poi ancora con l’intervento in soccorso alle persone colpite dal terremoto in Abruzzo, l’operazione Strade pulite in Campania e – anche in questi giorni – con i contingenti inviati nella Liguria flagellata dal maltempo, le nostre Forze Armate si sono confermate una risorsa fondamentale in campo a disposizione di tutta la comunità colpita da calamità e da lutti.

Si è portato così, non solo in terre lontane, ma anche nelle nostre vie, nelle nostre case, tra la nostra gente, quello di cui oggi abbiamo – forse come mai nella nostra storia – un disperato bisogno: l’esempio di uno Stato credibile, efficiente, serio, operoso, giusto. Perché in un Paese attraversato da profonde inquietudini ed incertezze, nel quale cresce la paura per un futuro che non riusciamo bene a delineare, è quanto mai indispensabile avvertire al nostro fianco la presenza dello Stato in tutte le sue espressioni e rinsaldare nuove e più mature alleanze. Perché oggi, di fronte alla drammatica crisi economica che ha colpito anche l’Italia, rischiano di crescere – con la disgregazione sociale – le occasioni di delinquenza o di devianza; rischiano di trovare maggiore spazio i poteri criminali; c’è il rischio che qualcuno sbagli a individuare l’avversario e che si ripropongano vecchi incubi, a partire dal terrorismo.

Abbiamo assistito con sgomento e grandissima preoccupazione ai recenti scontri di Roma, e vogliamo ribadire in maniera molto netta che noi siamo e saremo sempre dalla parte della legalità, del confronto civile e non-violento, del rispetto dello Stato e delle sue Istituzioni; delle forze dell’ordine schierate per difendere l’integrità ed i diritti di tutti i cittadini, che non sono certo difesi dagli estremisti. E, come Pasolini, noi non simpatizziamo con i black-bloc, ma per le forze dell’ordine figlie del popolo.

Anche qui a Reggio Emilia, anche in queste piazze dove pure in passato il popolo reggiano ha pagato con il proprio sangue gli errori e gli orrori di forze dell’ordine usate contro i lavoratori. Ma è stato mezzo secolo fa e, oggi, sentiamo a noi vicini i militari e le forze di polizia, la magistratura, così come sentiamo a noi vicini i funzionari e le istituzioni dello Stato, a partire da Sua Eccellenza il prefetto.

E chiediamo a tutti loro di continuare a operare con serietà, abnegazione, senso di giustizia e del bene comune proprio perché – lo ripeto – abbiamo bisogno di avvertire accanto a noi la presenza di uno Stato serio e credibile, di istituzioni che dimostrino attaccamento al Paese e vicinanza ai cittadini, nei confronti dei quali rappresentino punto di riferimento democratico.

Perché oggi tutti – a partire proprio dalle Istituzioni, da noi pubblici amministratori, e da tutti noi semplici cittadini – siamo chiamati a quel “sacro dovere di difendere la Patria” che ci impone la Costituzione e che per fortuna non significa più impugnare un fucile ed andare al fronte. Oggi il nemico lo abbiamo anche in casa e lo vogliamo combattere con le armi delle idee, delle parole, dell’esempio. Questo nemico lo troviamo in chi fomenta le paure delle persone e l’aggressività, latente in ogni società, per seminare odio e lacerare le comunità, demolendo i valori comuni sui quali si fonda la nostra democrazia; in chi antepone gli interessi personali al bene della collettività; in chi dimostra di disprezzare i più elementari principi etici e morali. Perché oggi il nemico della Patria non è un esercito straniero che minaccia i nostri confini, oggi il nostro nemico è rappresentato a livello mondiale dal mito dell’illimitato sviluppo materiale che calpesta i corpi e le coscienze, dal progresso senza etica e dalla finanza senza regole che hanno generato una crisi devastante che toglie speranze ai giovani e riporta i più anziani e vecchi ricordi angoscianti del tempo in cui ogni giorno ci si doveva inventare qualcosa per sopravvivere. E siamo chiamati perciò ad una nuova unità nella chiarezza politica, come quando sconfiggemmo le dittature e la guerra. Siamo chiamati a compiere scelte eque e trasparenti, a difendere i servizi e le opere essenziali, ed è francamente incredibile che non si trovino le risorse per dotare di mezzi e tecnologie chi vigila su di noi e che persino manchino la benzina o il riconoscimento di stipendi adeguati.

Questo è il segno di un Paese che non va, che ha smarrito il senso delle cose importanti, di un paese da cambiare in profondità difendendone i saldi principi morali, il sistema dei diritti, il merito e le competenze.

Proprio domani, qui a Reggio Emilia, firmeremo un Patto sulla legalità in tanti: mondo delle istituzioni, dell’economia, dell’associazionismo, insieme, con l’impegno di fare tutti il massimo per debellare quel cancro costituito dalla criminalità organizzata.

E’ un segnale importante, perché solo uniti si possono superare le difficoltà ed è un segnale importante anche perché dimostra che, qui a Reggio Emilia, lo Stato c’è e vuole, con tutte le sue forze, vincere una dura battaglia, sapendo di poterla vincere come ne ha vinte tante altre. E’ la speranza di chi vuole lavorare instancabilmente per realizzare interventi concreti e progettare un futuro migliore, di chi difende la Patria e ama l’Italia, tiene al suo buon nome perché vuole che questo nostro Paese sia rispettato in tutto il mondo.

Come le Forze Armate, che col proprio comportamento quotidiano ci ricordano i valori di lealtà, solidarietà, senso patrio, sacrificio. Come questi uomini e donne, che hanno conosciuto la guerra e oggi ci tramandano la pace, a cui ancora una volta va il ringraziamento nostro, di tutta la comunità provinciale. Ed è senza retorica che noi possiamo dire Viva Reggio Emilia civile, accogliente, democratica

Viva l’Unità dell’Italia dentro l’Unità dell’Europa!

Viva le Forze Armate italiane al servizio della pace!

(Sonia Masini, Presidente della Provincia di Reggio Emilia)

















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