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Terrorismo: perquisizioni della Digos di Bologna

La Digos di Bologna, su disposizione del pm Enrico Cieri, ha perquisito giovedì mattina le case di 12 persone, indagate per associazione con finalita’ di terrorismo internazionale, residenti tra l’Imolese e il Ravennate. Si tratta di nordafricani, sospettati di far parte di una cellula jihadistica: i perquisiti sarebbero legati ad un gruppo di sei islamici, gia’ condannati a giugno 2010 dalla Corte di Assise di Bologna. In quell’occasione le indagini erano state coordinate dal pm Luca Tampieri: i sei, secondo l’accusa, si stavano organizzando e stavano facendo proseliti per andare a combattere in Iraq o Afghanistan come potenziali kamikaze, oltre che raccogliere denaro per la causa della Jihad. Le condanne sono state poi confermate in appello con le attenuanti generiche. Il gruppo girava intorno a K.J., tunisino di 42 anni, che viveva con la famiglia a Faenza (Ravenna), detto anche il colonnello perche’ aveva combattuto nelle milizie bosniache dei ‘Mujihaddin’ durante la guerra nella ex Jugoslavia e che la sentenza ha indicato come promotore.

Nel blitz di giovedi’, la Polizia ha sequestrato materiale propagandistico: ora gli accertamenti della Digos e della Scientifica dovranno stabilire se questo, cartaceo e video, serviva per fare indottrinamento.

















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