Siamo ancora una volta costretti ad assistere a sceneggiate che prendono vita ogni qual volta si svolga un iniziativa d’area. Se il revisionismo storico ancora non ha fatto breccia nei cuori della sinistra italiana, l’ha fatto sicuramente nelle menti di chi ragiona, e di chi ad oggi capisce che la storia come ci è stata insegnata, palesemente presenta qualche lacuna.
Nei vari interventi degli esponenti politici modenesi, si parla di rispetto per i giovani partigiani, per la costituzione e per il Paese intero, tralasciando che lo stesso rispetto lo meriterebbero gli 800.000 giovani che partirono volontari per la RSI e che per la maggior parte non tornarono più a casa. I reduci della Repubblica Sociale Italiana sopravvissuti, scapparono in gran parte dall’Italia, per la paura di essere uccisi da chi nutriva risentimenti resistenziali anche a guerra finita.
Noi quegli uomini non li abbiamo dimenticati, non dimentichiamo le foibe e non dimentichiamo la storia che viene mal digerita dall’ opinione pubblica. E’ forse proprio questo che da fastidio ad una certa classe politica, la consapevolezza che ci sia qualcosa di poco chiaro, nei resoconti della resistenza italiana.
Per chi avesse qualche dubbio, compreso qualche esponente politico modenese, è invitato ad assistere al convegno, per scoprire che non ci sarà ne olio di ricino e tantomeno manganelli, ma sempici persone che vogliono chiarire la storia per quello che veramente è stata. Per chi ci dà degli anacronistici, noi rispondiamo che l’anacronismo sta nella convinzione di una Destra italiana che non corrisponde a realtà.
(Denis Scotti, Coordinatore Nazionale Gioventù della Fiamma)