Chiare, poche ma imprescindibili: sono le regole base suggerite alle imprese emiliano romagnole per avviare una strategia vincente di ingresso sul mercato cinese. Questa evidenza è emersa nel corso dei lavori della tappa bolognese di Destinazione Cina, l’iniziativa di UniCredit organizzata per le aziende dell’Emilia Romagna operanti nei settori del Food&Beverage (alimentari, bevande) e del Fashion&Luxury (abbigliamento e calzature, arredamento, gioielleria).
Non un semplice convegno, ma un incontro operativo in cui gli imprenditori del territorio hanno potuto confrontarsi sulle caratteristiche e le potenzialità di un mercato che cresce a ritmi straordinari. UniCredit, che è presente in Cina con una filiale a Shangai e due uffici di rappresentanza, a Pechino e a Guangzhou (quest’ultimo a breve diventerà filiale), ha inteso oggi fornire un contributo di consulenza strategica dedicato a chi vuole portare il proprio business in Cina.
LE 5 REGOLE AUREE
Nel corso dell’incontro, infatti, gli specialisti della banca e della società di consulenza Accenture hanno fornito agli oltre 200 rappresentanti dell’imprenditoria locale intervenuti un outlook sul mercato cinese e sulle sue dinamiche, isolando 5 “regole auree” per avviare strategie di ingresso efficaci.
Il suggerimento per le imprese emiliano romagnole che vogliono raggiungere la ‘Destinazione Cina’ è quello di essere:
– GRANULARI: Conoscere le differenze territoriali e sociali del Paese per decidere dove competere
– GLOCALI: Acquisire e condividere know how ed expertise attraverso management e partner locali
– BILANCIATE: Conservare la propria identità ma modulare l’offerta in modo adeguato ai gusti locali
– PROATTIVE: Avvicinare i consumatori target al prodotto/ brand, comunicandone i valori
– MULTICANALE: Assicurare un presidio integrato dei diversi canali
Nell’ambito dell’evento sono stati organizzati inoltre dei tavoli di lavoro ai quali gli imprenditori, seduti insieme con il team di esperti di UniCredit e di Accenture, hanno potuto ricevere una consulenza a 360° sugli aspetti di natura economica, fiscale e legislativa del mercato cinese.
“E’ assodato – afferma Roberto Nicastro, Direttore Generale di UniCredit – che le aziende in grado di reggere meglio alle turbolenze delle economie occidentali saranno quelle in grado di spostare la maggioranza del loro business fuori dai confini nazionali, specie verso i mercati emergenti più appetibili. Tra questi spicca la Cina che si configura come il Paese più attraente e allo stesso tempo il più complesso da «aggredire e conquistare». UniCredit si propone di essere partner delle Pmi italiane che vogliono aprirsi al mercato cinese. Per questo è nato il progetto ‘Destinazione Cina’”.
“Quello di oggi – spiega Luca Lorenzi, Responsabile di Territorio Centro Nord UniCredit – è un appuntamento dedicato alle imprese del nostro territorio che vogliono affacciarsi ai mercati cinesi. La Cina, infatti, oggi non è più solo un competitor aggressivo con cui confrontarsi sullo scenario mondiale, ma rappresenta un’opportunità, un mercato ad alto potenziale di sviluppo che conta oltre 1 miliardo di consumatori e registra importanti tassi di crescita. Le imprese della regione operanti nei settori dell’alimentare, del lusso e della moda sono delle eccellenze del Made in Italy che possono imporre propri marchi e prodotti sui mercati orientali”.
LE POTENZIALITA’ DEL MERCATO CINESE
La Cina rappresenta oggi un mercato imprescindibile per le imprese che intendono aumentare il proprio giro d’affari attraverso strategie di internazionalizzazione. Il paese asiatico, infatti, dopo anni caratterizzati da politiche di supporto all’export delle proprie aziende, è ora orientato a un riequilibrio della propria bilancia commerciale come testimoniano anche gli ultimi dati aggiornati (a settembre import totale a 155 miliardi di dollari, in crescita del 21% rispetto al 2010 – avanzo commerciale più che dimezzato rispetto a luglio 2011).
Se a ciò si uniscono le tendenze riscontrate tra la popolazione cinese ad un aumento generalizzato dei redditi e della spesa pro capite e all’occidentalizzazione delle abitudini di consumo, risultano chiare le enormi potenzialità offerte dal mercato cinese.
L’EXPORT DELLE IMPRESE DELL’EMILIA ROMAGNA
Ad oggi tuttavia i flussi di export registrati dalle imprese emiliano romagnole, pur in netto aumento, risultano ancora deboli rispetto al totale.
Nel primo semestre 2011 le imprese dell’Emilia Romagna hanno esportato in Cina beni per un volume d’affari pari a circa 827 milioni di euro, segnando una crescita del 37% rispetto al primo semestre 2010. Anche la crescita nei settori del Food&Beverage e del Fashion&Luxury è rilevante. Per il Food&Beverage si registrano oltre 12 milioni di euro di esportazioni nel primo semestre 2011 (+59% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), per il Fashion&Luxury, invece, si sono superati i 36 milioni di euro nello stesso periodo (+27%).
Va però rilevato il peso relativo ancora scarso di quanto l’Emilia Romagna esporta verso la Cina rispetto ai suoi flussi di export totali (3,5%). Nello specifico per il settore Food&Beverage, l’export Emilia Romagna verso la Cina vale lo 0,6% di quello complessivo della regione in questo settore; per il Fashion&Luxury l’1,4%.
I MERCATI DEL FOOD&BEVERAGE E DEL FASHION&LUXURY
Gli spazi per la crescita del business delle imprese emiliano-romagnole sono dunque importanti. Per il settore del Food&Beverage, in particolare, la Cina, già ora terzo mercato mondiale per giro d’affari con un valore di 285 miliardi di dollari, sembra costituire un mercato appetibile, con tassi di crescita stimati dell’11% all’anno per i prossimi 5 anni. Nel settore poi l’Italia – uno dei Paesi universalmente riconosciuti tra i leader per qualità e varietà dei prodotti – recita un ruolo secondario, con un export che si assesta sui 150 milioni di dollari, a fronte di un totale di importazioni in Cina pari a 4,9 miliardi di dollari (dati 2010). Anche per i settori costituenti la macro categoria del Fashion&Luxury il discorso è analogo: da una parte un mercato del valore di 300 miliardi di dollari (secondo mercato mondiale), con prospettive di crescita del 13,3% l’anno per il prossimo biennio, e dall’altra l’eccellenza del Made in Italy che inizia solo adesso a farsi conoscere ed apprezzare dalla clientela cinese (+90% nella crescita degli acquisti di turisti cinesi in Italia).