La rassegna “Henghel Gualdi with love”, dedicata al grande musicista sammartinese che ha scritto pagine fondamentali della storia del jazz italiano, prende il via domani, con tutta la potenza tipica di questo stile e con la partecipazione di artisti davvero speciali. Sarà infatti Tullio De Piscopo con il suo “Tullio de Piscopo sextet”, a rendere omaggio, venerdì 21 ottobre alle 21 al “grande Henghel” con un concerto a ingresso libero che presso la “Sala Antonio Allegri” della Scuola media Cottafavi di San Martino in Rio.
Quella di venerdì si preannuncia come una grande serata di apertura alla “tre giorni” tutta hengheliana che proseguirà sabato con l’inaugurazione della mostra “La Stella del Jazz” per concludersi domenica con il concerto “Gorni Kramer incontra Gualdi”. Momenti magici per gli appassionati e gli estimatori di Henghel Gualdi che gli amici musicisti, che in passato hanno condiviso il palcoscenico con il Maestro, movimenteranno sull’onda dell’improvvisazione di brani presi dall’infinito repertorio del jazz (Mainstream, Hard Swing, Be Bop con brani di Duke Ellington, Charlie Parker, Benny Goodman, Cole Porter, Henghel Gualdi).
Oltre alla presenza eccezionale del noto e apprezzatissimo cantautore e percussionista, spiccano all’interno della band nomi di musicisti di affermato talento: Annibale Modoni, uno tra i pianisti e vibrafonisti più amati in Italia, il creativo e poliedrico Mauro Negri, clarinettista- saxofonista-compositore-arrangiatore mantovano, Guido Pistocchi (tromba), ormai quasi un’icona del jazz e dello swing romagnoli, Il giovane che suona già da veterano, Mattia Cigalini(sax alto), il frenetico bassista e contrabbassista Felice Del Gaudio(contrabbasso).
La band scalderà la serata con uno spettacolo intenso, lasciandosi andare alla creatività e all’improvvisazione e concedendosi licenze di stile di sicuro effetto e divertimento per il pubblico. Sarà facile anche ritrovare, nelle performance degli artisti, l’influenza di Gualdi, che seppure in modi e misure differenti, ha condizionato il percorso artistico di tutti i componenti del “Sextet”.
Ecco cosa racconta, ad esempio, il sax alto, Mattia Cigalini: ááMi innamorai del jazz grazie al magico clarinetto di Henghel Gualdi. La prima volta che sentii quel suono così melodioso, pregno di quella libertà che solo la musica jazz conosce, quella “voce” così simile in qualche modo ad una voce umana, mi sentii in un certo senso “chiamato”. Mio padre è clarinettista, grazie a lui conobbi Henghel, e con Henghel conobbi il jazz. Ora il jazz è la mia vita; non ho potuto conoscere il grande Hengel Gualdi per motivi anagrafici, ma mi sento profondamente debitore nei suoi confronti e nei confronti di quel suono infinito, che mi cambiò la vita per sempre. Sono onorato di poter rendere omaggio al suo ricordo, in compagnia di grandi musicisti che hanno avuto la fortuna di suonare con lui! ññ.
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