“Porterò sempre Modena nel cuore anzi, sono convinto che presto sentirò la nostalgia di questa terra ma soprattutto di questa gente che mi ha accolto da ragazzo a 22 anni e che ora saluto dopo una lunga esperienza, a 33. Grazie a tutti, ma un ciclo si è concluso e così con la mia famiglia torniamo in Argentina”. Dopo dieci anni passati in maglia biancoverde, molti dei quali da capitano e giocatore simbolo della squadra, con quasi 200 presenze e ben 107 mete all’attivo, il flanker Gonzalo Torraga ha deciso di lasciare il Modena Rugby ed appendere le scarpe al chiodo. «Bisogna chiudere quando si è al massimo, quando capisci che è giunta l’ora di dire basta e di pensare ad altro – ha spiegato – Penso che per me sia arrivato il momento giusto per smettere. Modena è stata da sempre la mia società, quella con cui ho collezionato più presenze e che sento più vicina come ricordi ed emozioni. In Italia ho giocato soltanto a Modena e non poteva essere diversamente. Gioco a rugby da quando avevo 7 anni, ora ne ho 33 e voglio dare una svolta alla mia vita, dedicando più tempo ai miei figli e alla mia famiglia».
Gonzalo Torraga dunque dice basta e lo fa con grande dignità. Era la stagione 2000/01 quando, grazie alla segnalazione di Fabian Turnes, grande apertura argentina degli anni Novanta ed oggi allenatore in seconda dei Pumas, arrivò per la prima volta in Italia, a Modena: “C’era la famiglia Rossi alla guida del Modena Rugby e per me fu una bellissima esperienza che durò per una stagione – racconta Gonzalo – Dopo di ché sono tornato in Argentina per un anno e mezzo, dove da sempre abbino la passione per il rugby a quella per l’allevamento dei cani (in particolar modo Rotwailer). Ma la voglia di tornare a giocare a Modena era tanta e quando mi ha chiamato il presidente Almer Berselli non ho saputo dire di no. Lì è cominciata la mia grande esperienza che si è chiusa soltanto la scorsa estate”. Nessun problema fisico alla base della scelta dunque – dopotutto nella stagione della promozione in Serie A1 Torraga ha collezionato ben 21 presenze su 22 gare, andando in meta in quattro occasioni – ma la voglia di dedicarsi ad altro.
«Quando sono arrivato a Modena – ricorda – lo spazio per il rugby era minimo, invece oggi il Donelli è diventato un grande club che dopo un paio d’anni nelle categorie inferiori è ritornato in serie A1. Cosa dovranno fare i miei ex compagni per disputare una buona stagione? Hanno tutto per recuperare il tempo perduto, ma servono presto risultati per aumentare l’autostima e per non cadere nelle trappole psicologiche che ti impone una classifica negativa. Ma la squadra è buona e farà bene». Il futuro comunque è già scritto, anche se Gonzalo lascia aperta una porta al ritorno sotto la Ghirlandina: «Andrò ad abitare con mia moglie Fernanda e con mio figlio Rocco a San Juan, nel nord ovest dell’Argentina, il paese dove sono nato e dal quale sono partito: lì giocavo nell’Universitad Nacional De San Juan ed ero stato selezionato dalle squadre giovanili dei Pumas, fino alla chiamata di Modena. E lì è cambiata la mia vita per sempre. Il futuro? Mi piace allenare e credo di poterlo fare. Comincio magari con i giovani e chissà un giorno potrei tornare al Donelli come coach». Shaun Huygen permettendo…