«Mentre il Governo è impegnato a fare leggi per Berlusconi, le carceri scoppiano anche a Modena». A dirlo è la consigliera del Pd Palma Costi di Modena, all’uscita della Commissione Politiche per la Salute in Regione, dopo la presentazione dei dati dell’Aggiornamento sulla situazione delle carceri in Emilia-Romagna.
«Il Piano Carceri del Governo, dopo tre anni di annunci, è ancora lontano dal produrre qualche effetto, nonostante la sollecitazione del Presidente Errani all’allora Ministro Alfano nel 2009 che sottolineava la situazione difficile degli istituti penitenziari in Emilia-Romagna – spiega la consigliera Costi – Si sono ormai alzate molte voci sulla drammatica situazione carceraria, che colpisce il nostro Paese, ed anche la Regione in particolare nel modenese. Ci uniamo alle recenti preoccupazioni espresse dal senatore Barbolini e dal PD locale, vista anche l’imminente apertura del nuovo padiglione nella casa circondariale di Modena e proviamo a rilanciare in modo propositivo, sperando che il Governo finalmente si occupi della giustizia italiana, che non coincide propriamente con i problemi del premier».
«Occorre partire dalla revisione dei meccanismi della custodia cautelare che determinano l’elevata presenza di detenuti per periodi brevi, affiancandola ad una depenalizzazione dei reati minori, revisionando anche il codice penale – suggerisce la consigliera del PD – Occorre poi rivedere la legge Fini-Giovanardi in materia di stupefacenti, aumentando contestualmente le risorse per i Sert e per le comunità di tossicodipendenti. Si deve inoltre lavorare per l’adeguamento degli organici della polizia penitenziaria, necessarie anche per la situazione modenese, e l’assunzione di 1.000 operatori professionali (educatori, assistenti sociali, psicologi); superare gli ospedali psichiatrici giudiziari le cui condizioni offendono la coscienza civile del Paese».
«La nostra Regione ha inteso tutelare i detenuti sia istituendo la figura del Garante, sia prevedendo percorsi di formazione, orientamento e reinserimento in vista di un futuro inserimento nella società, senza trascurare i legami familiari e la tutela dei diritti – spiega Palma Costi – per favorire l’utilizzo di misure alternative alla detenzione e percorsi individuali terapeutici, la Regione ha tra l’altro sottoscritto nel 2010 una Convenzione con il Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, che realizza più efficaci forme di collaborazione tra le istituzioni competenti e in primis le AUSL; nel 2010 inoltre la Regione ha stanziato 500 mila euro per il Programma Carcere, a cui bisogna aggiungere una quota di co-finanziamento da parte dei Comuni pari a quasi 300 mila euro, e 520 mila euro provenienti dal Fondo sociale europeo».
«All’analisi della situazione regionale delle carceri va quindi affiancata una discussione seria e puntuale sulle soluzioni da adottare affinché si recuperi oltre alla dignità dei luoghi di detenzione, anche la dignità di un Paese allo sbando», conclude Palma Costi.