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Modena: ok del Consiglio comunale alla conciliazione tra vita e lavoro

Ammontano complessivamente a 15 milioni di euro le risorse stanziate a livello nazionale al fine di sostenere “Misure per conciliare tempi di vita e tempi di lavoro”. Saranno finanziati interventi e azioni per consentire ai lavoratori di usufruire di particolari forme di flessibilità degli orari e dell’organizzazione del lavoro, come part-time reversibile, telelavoro, lavoro a domicilio, banca delle ore, orario concentrato o flessibile in entrata o in uscita, su turni e su sedi diverse. I progetti vanno presentati entro il 28 ottobre e quest’anno possono farlo, oltre alle imprese, anche liberi professionisti e lavoratori autonomi.

A sottolineare la scadenza e l’importanza del rifinanziamento della legge 53 è stato il Consiglio comunale di Modena, che nella seduta di lunedì 17 ottobre ha approvato all’unanimità un ordine del giorno illustrato da Stefano Rimini del Partito democratico. La mozione impegna la Giunta “a intraprendere, incentivare e partecipare ad azioni d’informazione e sensibilizzazione degli attori pubblici e privati, ed in particolare le imprese modenesi, sulle opportunità offerte dalla legge. Inoltre, impegna l’Amministrazione a proseguire nella realizzazione di azioni formative rivolte a imprese e lavoratori e a collaborare alla promozione di una cultura della conciliazione”.

Aprendo il dibattito, Eugenia Rossi dell’Idv ha rilevato che “avremmo davvero bisogno di un cambiamento di rotta in grado di allineare l’Italia a Paesi come l’Austria, dove uomini e donne possono scegliere l’orario e il luogo di lavoro per alternarsi, all’interno della coppia, negli impegni di cura, con notevoli benefici per la famiglia, ma anche con un alleggerimento delle spese di welfare e ricadute positive per l’ambiente, come è accaduto a Londra con il telelavoro”.

Per il Pdl, Olga Vecchi si è detta d’accordo, ma ha anche sottolineato l’urgenza di impegnarsi per risolvere il problema del lavoro, prima di quello della conciliazione dei tempi. La consigliera ha anche osservato che il tema riguarda innanzitutto le donne e ha ricordato che già in passato aveva suggerito un nido aziendale per i figli dei dipendenti comunali e ha invitato a riconsiderare la proposta.

La presidente del Consiglio Caterina Liotti ha spiegato che “le politiche di conciliazione sono complesse e attraversano molti ambiti, a partire da orari di scuole e uffici, trasporti e organizzazione del lavoro”. Ha inoltre ricordato che nella scorsa consigliatura il Comune ha aderito alla rete regionale sulla conciliazione che, attraverso il sito internet tempopermettendo.it, aveva creato banche dati utili alle donne per accedere a servizi salvatempo. “Questo bando – ha concluso Liotti – deve essere l’occasione per ripensare una rete simile che serva alle Amministrazioni per concordare buone prassi e alle cittadine per risparmiare tempo”.

Per Vittorio Ballestrazzi di Modenacinquestelle.it “occorre incentivare le imprese a forme di flessibilità del lavoro, come il telelavoro, tenendo però presente che spesso le aziende private penalizzano chi sceglie di lavorare lontano dalla sede”. E ha suggerito di utilizzare i social network come strumenti per consentire a chi sceglie il telelavoro di restare in contatto con l’azienda e i colleghi.

Per il Pd, Cinzia Cornia ha affermato che “l’organizzazione del lavoro in Italia è molto rigida e spesso la donna, che accudisce figli piccoli, nipoti e genitori anziani, è costretta a licenziarsi, a rinunciare alla carriera o ad andare in pensione prematuramente”. Secondo la consigliera “oggi il telelavoro è solo indice di sfruttamento, mentre occorre flessibilizzare i tempi di lavoro”. Un aspetto ripreso anche da Claudia Codeluppi, che ha parlato di una normativa all’avanguardia: “E’ la prima volta che le aziende possono ricevere contributi per mettere a punto nuove modalità organizzative per conciliare tempi di vita e di lavoro e che finalmente si affronta il tema del rientro dopo la maternità”, ha aggiunto. Stefano Rimini ha evidenziato che “Modena è all’avanguardia, anche se occorre pensare alla conciliazione non solo come a un tema di pari opportunità, ma di lavoro e crescita del territorio. La conciliazione – ha aggiunto – risponde al bisogno degli individui di avere risposte personalizzate, a quello delle imprese di essere sostenute, ma anche al bisogno delle istituzioni, poiché incide sul welfare”.

L’assessore alle Pari opportunità Marcella Nordi ha ricordato che l’Amministrazione modenese “ha concordato un’apertura congiunta degli uffici comunali per renderli meglio fruibili e ha raccolto in una guida diffusa con il periodico del Comune tutti i servizi erogati on line dagli uffici comunali”. Ha anche citato il corso di cucina riservato ai papà e l’offerta di sport nelle stesse sedi e orari per bambini, nonni e genitori al fine di agevolare la conciliazione dei tempi. “E attualmente – ha concluso – stiamo incentivando l’apertura delle Banche del tempo nelle Circoscrizioni”.

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