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A Poviglio un incontro ravvicinato con l’archeologia

Sarà un incontro ravvicinato con l’archeologia quello che si terrà lunedì 24 ottobre alle ore 21.00, presso il Centro Culturale di Poviglio. Nell’ambito del progetto “Archeopolis” organizzato dall’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, saranno infatti tolti dalle vetrine del Museo della Terramara e messi a disposizione del pubblico che potrà finalmente non solo “guardare e toccare”, ma anche tenere nelle mani alcuni significativi reperti provenienti dal sito di S.Rosa. E, sempre eccezionalmente, non si tratterà solo di materiali dell’età del Bronzo, ma anche di alcuni reperti etruschi e di oggetti romani rinvenuti sempre nell’area.

La serata, organizzata con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale e inserito all’interno degli appuntamenti della Fiera di autunno, vedrà la partecipazione di tre esperti del settore, gli archeologi Angela Mutti, Roberto Macellari e Daniela Paini. Sotto la loro guida sarà dunque possibile conoscere, veramente da vicino, e “toccare con mano”, cogliendone caratteristiche e differenze, gli oggetti usati nella vita quotidiana dai nostri “vicini di casa” preistorici, etruschi e romani.

La località di S.Rosa è nota in campo scientifico a livello nazionale e internazionale, principalmente per la presenza di un esteso villaggio terramaricolo, databile alla piena età del Bronzo (II millennio a.C.). Da oltre 25 anni l’insediamento è sede di un avanzato progetto di ricerca che prevede una campagna di scavo estiva, studio e pubblicazione dei rinvenimenti più importanti, sperimentazione delle più avanzate metodologie di indagine. All’attuazione del progetto concorrono, in un partenariato sottoscritto da anni, istituzioni pubbliche e sponsor privati: la Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, l’Università degli Studi di Milano, l’Amministrazione comunale di Poviglio, l’Amministrazione provinciale di Reggio Emilia, Coopsette s.r.l.

La fama del sito preistorico e la portata del progetto hanno però un po’ adombrato, negli anni, l’importanza che la località ha avuto anche nelle altre epoche; l’area oggi denominata S.Rosa doveva infatti essere, nell’antichità, un luogo particolarmente adatto all’insediamento, sia per la sua posizione leggermente elevata sulla campagna circostante, sia per la produttività del terreno.

Dopo alcuni secoli di spopolamento seguiti alla scomparsa della cultura terramaricola, la pianura torna a essere occupata dagli etruschi e proprio sulla collinetta di S.Rosa sorge una fattoria, abitata da un’importante famiglia dell’alta società etrusca.

L’amenità e le potenzialità agricole del luogo attraggono poi anche i romani: nell’angolo Sud-Est della piccola altura viene impiantata nel II secolo a.C. una grande villa urbano-rustica, sopravvissuta fino al V sec. d.C., appartenente ad un grande proprietario terriero, residente forse nella villa stessa o nella non lontana Brixellum.
















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