Grande partecipazione ieri sera, mercoledì 12 ottobre, al convegno organizzato dall’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Poviglio sul tema “Produzione e commercio del Parmigiano – Reggiano tra globalizzazione e crisi economica”. All’incontro, introdotto e coordinato dal Sindaco Giammaria Manghi, hanno partecipato Roberta Rivi, Assessore all’Agricoltura, promozione territoriale della Provincia di Reggio Emilia; Tiberio Rabboni, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna; Giuseppe Alai, Presidente del Consorzio Parmigiano – Reggiano di Reggio Emilia. Tra i presenti, inoltre, anche Beppe Pagani, consigliere regionale del Pd, e Simona Caselli, Presidente di Legacoop Reggio Emilia. Molto sentita anche la partecipazione degli agricoltori, allevatori e produttori locali, che a fine serata sono intervenuti con domande e richieste di chiarimenti ben precise.
“L’obiettivo di questo incontro” ha spiegato il Sindaco Manghi “è di porre l’attenzione su un tema, quello del Parmigiano Reggiano, centrale per il nostro territorio, per tre diversi ordini di motivazioni: in primo luogo perché è una delle eccellenze locali e da sempre caratterizza il nostro lavoro di comunità che vive la dimensione della pianura; in secondo luogo, proprio perché qui a Poviglio abbiamo da poco celebrato i 70 anni di attività della Latteria San Bartolomeo, una delle realtà più longeve della provincia; infine, perché, come Amministrazione Comunale, ci preme riallacciare quel rapporto stretto col mondo agricolo, che da sempre ha connotato il nostro territorio e che negli ultimi anni si è un po’ allentato».
Attenzione alla qualità, controllo della produzione in eccedenza, sviluppo di reti di impresa per affrontare i mercati più competitivi: queste le tre linee attraverso cui si sono sviluppati gli interventi dei relatori presenti. L’Assessore Rivi, dopo aver ringraziato l’Amministrazione Comunale per l’attenzione e la sensibilità su un settore vitale come quello agricolo, ha evidenziato le criticità da superare per fare decollare le vendite di Parmigiano Reggiano sui mercati mondiali. “L’export è ripreso, sono nati nuovi mercati, la globalizzazione ci fa intravedere opportunità ma anche rischi da superare: bisogna affrontare i mercati esteri sviluppando progetti insieme tra le diverse aziende, puntando sulla qualità, che deve essere alta e intesa come distintività”.
Qualità da ottenere attraverso controlli seri e rigorosi: concorda su questo punto anche Giuseppe Alai, che ha insistito sulla necessità di lavorare sulle fasce di consumatori di Parmigiano Reggiano. “La produzione del Parmigiano Reggiano mostra una serie di fasi altalenanti, per cui quando il prezzo di produzione aumenta, perché ci sono poche forme in circolazione, anche quello al consumo segue lo stesso andamento; quando invece il prezzo al produttore scende, a causa dell’immissione, sul mercato, di un numero maggiore di forme, non si verifica un eguale comportamento del prezzo al consumo. Noi dobbiamo lavorare su questa sovrapproduzione, cercando nuovi spazi in grado di assorbirla, in modo da portare maggiori vantaggi ai produttori, ragionando su come raggiungere fasce di consumatori che tradizionalmente non scelgono il Parmigiano, in modo da creare vantaggi per tutta filiera produttiva. Con il Consorzio dobbiamo lavorare sulla pianificazione della produzione e sull’apertura di nuovi mercati, come quello cinese o indiano, capaci di assorbire la produzione in eccesso”.
L’Assessore regionale Rabboni, infine, ha insistito sulla necessità di intervenire, a livello comunitario europeo, per la creazione di strategie volte alla tutela del prodotto e alla sua promozione. “Entro la fine di ottobre dovrebbe arrivare la decisione dei vari governi di appartenenza sulla proposta fatta dalla commissione agricoltura, per la riforma della politica agricola europea: tra i punti di nostro interesse la possibilità, per i Consorzi di tutela dei marchi Igp e Dop, di poter regolare i volumi produttivi per prevenire scorte in eccesso; l’introduzione di una legislazione comunitaria che obblighi gli stati membri alla tutela delle’unicità dei prodotti specifici, come appunto il Parmigiano, e al contrasto della contraffazione, senza differenze da nazione a nazione; la possibilità di muovere risorse europee per la promozione e la commercializzazione dei prodotti distintivi sui mercati oggi in crescita”.