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Berlusconi: “Voto non è soluzione” E dice no a strategia degli sfascisti

(Adnkronos) – ”Quando il governo perde la fiducia della sua maggioranza, la parola deve tornare agli elettori”. Così il premier Silvio Berlusconi nel suo intervento di 20 minuti alla Camera. “Parlare di sfiducia è del tutto improprio” dopo il no al Rendiconto, il quale non è che “un atto di riscontro contabile”, ci tiene a sottolineare. ”Non vi nascondo – aggiunge – la gravità dell’incidente”, ”ma ciò non può avere conseguenze sul piano istituzionale”. ”La vigilanza istituzionale del capo dello Stato è impeccabile”. Berlusconi elogia dunque Napolitano durante il suo intervento alla Camera: non ha dubbi, il Colle ”sorveglia sul regolare svolgimento delle istituzioni e stimola i soggetti della politica senza fare politica”. E prosegue sottolineando che ”io sono qui, con la mia maggioranza coesa, a testimoniare che l’Italia ce la può fare e ce la farà battendo la strategia del pessimismo” e degli ”sfascisti”.

”Il nostro governo comunque andrà avanti senza farsi condizionare da nulla se non dal rispetto della Costituzione e degli impegni europei”, afferma subito dopo il premier che non farà nessun passo indietro perché “questo governo non avrebbe alternative credibili e le elezioni anticipate non sarebbero una soluzione ai problemi che abbiamo”. ”Noi – prosegue – vogliamo sconfiggere la strategia della paralisi e del pessimismo”. ”Le istituzioni si difendono con serietà e responsabilità e non facendo perdere tempo al Paese”, ha continuato il premier il quale afferma che non possono esserci ”persone di buon senso” che pensano che un governo tecnico possa ”prendere decisioni difficili e impopolari”. Mentre è invece il governo in carica a dover ”mettere al riparo dalla crisi economica” il Paese, ”tutelando i risparmi delle famiglie e delle imprese” e assumendosi la ”responsabilità delle decisioni alla quale invece un governo tecnico mai si sottoporrebbe”. ”Il governo – ha spiegato – chiede di avere confermata la fiducia, perché profondamente consapevole dei rischi che corre il Paese e perché i tempi imposti dai mercati non sono compatibili con quelli di certe liturgie della politica”.”Chi nell’opposizione vuole continuare a erigere patiboli di carta, chi ama sfregiare il proprio Paese, chi vuole gridare più forte e lapidare ogni giorno un nuovo capro espiatorio sappia che ci troverà come ostacoli insormontabile sulla sua strada, sempre e in qualsiasi circostanza”, afferma ancora. ”Continueremo a lavorare nell’interesse delle famiglie e delle imprese per il bene dell’Italia anche se contro di noi è stata montata una campagna di inusitata violenza da una opposizione unita solo dall’ antiberlusconismo”. ”A cominciare – ha avvertito – dall’economia. Basti pensare che il loro primo atto di governo sarebbe quello di respingere al mittente la lettera della Bce”.

La riforma del sistema giudiziario va fatta, è tornato a ribadire, ”per realizzare una giustizia giusta al servizio del cittadino e porre fine a un uso politicizzato che da troppo tempo ne viene fatto”. ”Dobbiamo utilizzare al meglio la parte restante della legislatura per completare il risanamento del paese, per avviare una fase di crescita, per completare il nostro programma di riforme necessarie e indispensabili per la modernizzazione del Paese”, ha sottolineato allora. E ha aggiunto: ”E quali sono queste riforme? Le conoscete, sono già approvate dal governo e sono già alla vostra attenzione. La riforma dell’architettura istituzionale dello Stato, indispensabile per consentire a chi governa di agire con la rapidità e l’efficienza imposta dai tempi e per dare voce ai territori attraverso un’adeguata rappresentanza nel Senato federale”. Seconda riforma, ha spiegato Berlusconi, è quella del fisco ”per ridurre carico il tributario sui soliti noti e portare gli evasori nell’area dei comportamenti virtuosi”. Infine c’è la riforma della giustizia. Terminato l’intervento del Cavaliere si è svolto un dibattito (al quale hanno preso parte solo gli esponenti della maggioranza), che è durato circa un’ora. Poi la replica lampo del premier che ha parlato per appena due minuti in un’Aula della Camera che vedeva la parte sinistra dell’emiciclo completamente deserta, ad eccezione dei deputati Radicali, e quella destra, della maggioranza, con molte assenze, ponendo la fiducia sulla risoluzione della maggioranza. La Camera verrà riconvocata venerdì e l’eventuale voto di fiducia, come ha puntualizzato il capogruppo della Lega Nord Marco Reguzzoni, ci sarà alle 12.30-13.

Le opposizioni, tranne i Radicali, non erano dunque presenti in Aula. E’ stato Dario Franceschini a confermare l’assenza: “Non parteciperemo alla discussione generale -ha sottolineato il presidente dei deputati Pd a nome anche degli altri gruppi di minoranza- non faremo dichiarazioni di voto. Non saremo mai in aula e entreremo doverosamente solo per l’appello nominale”. I parlamentari della delegazione radicale, invece, si leggeva in un comunicato, “hanno da parte loro deciso di essere presenti per rispetto del ruolo istituzionale del presidente del Consiglio ritenendo che chi si candida a governare dovrebbe fare altrettanto soprattutto in un Paese dove da sessant’anni – e oggi ancor di più – si violano costantemente i principi fondamentali dello stato di diritto”. Intanto domani si dovrebbe tenere un nuovo Consiglio dei ministri, probabilmente dopo il voto di fiducia alla Camera. E’ quanto emerso dal Cdm di questa mattina. All’ordine del giorno della seduta di domani potrebbe esserci il rendiconto generale dello Stato. Rinviata a domani nel frattempo l’approvazione del ddl stabilità.

















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