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Trasporto pubblico locale in Emilia-Romagna e trasferimenti statali

Dai circa 116 milioni di euro del 2010 ai poco più di 21 per il 2012. Supera l’80% il calo, nel giro di due anni, dei trasferimenti statali alla Regione Emilia-Romagna per il trasporto pubblico locale. “Non è un taglio, è una soppressione del servizio”: così l’assessore alla Mobilità e Trasporti Alfredo Peri ha commentato gli effetti delle manovre economiche del governo al Tavolo per il tpl convocato dalla Regione, con la partecipazione di Province, Comuni capoluogo e con popolazione superiore ai 50.000 abitanti, Anci e Upi Emilia-Romagna, agenzie locali per la mobilità, società e imprese di trasporto pubblico, associazioni di categoria, imprese ferroviarie, sindacati confederali e del settore dei trasporti. “Abbiamo convocato questo Tavolo l’anno scorso – ha sottolineato l’assessore – , ci ha consentito di tenere insieme tutti i soggetti del trasporto pubblico locale e di ‘resistere’ nel corso del 2011, portando avanti anche un’opera di efficientamento e razionalizzazione. L’abbiamo riconvocato oggi, per condividere le informazioni in nostro possesso e la conoscenza di ciò che sta accadendo”.

“Abbiamo fatto un po’ di conti precisi sugli effetti di una manovra economica di questo tipo calcolandoli criterio per criterio – ha proseguito Peri – , e c’è un rapporto di uno a dieci: se vengono cioè a mancare 60 milioni per la Regione Emilia-Romagna, vuol dire che l’effetto danno per l’intero sistema è di 600 milioni fra costi di congestione, costi sull’ambiente, riduzione del numero dei passeggeri, riduzione degli incassi e lavoratori che vanno in mobilità”.

Fino al 2010 il governo ha destinato annualmente 2065 milioni di euro da ripartire tra le Regioni per il tpl. Per il 2011, sono 372 i milioni stanziati, attualmente in fase di riparto; se verrà confermato il quadro complessivo di risorse, si raggiungerà quota 2016 milioni. Per il 2012 invece sono previsti – dato complessivo nazionale – unicamente 400 milioni di euro. Per la Regione Emilia-Romagna questo significa passare dai 116,7 milioni del 2010 agli attuali 34,43 per il 2011 (mentre la cifra attesa invece è di 135,7 milioni; “stiamo ancora aspettando le quote che il governo si era impegnato a restituire a dicembre 2010” ha ricordato Peri), fino ai 21,72 milioni per il 2012.

“Tutte le Regioni insieme hanno rappresentato al ministro delle Infrastrutture e al ministro dell’Economia una situazione che è insostenibile, per tutti; a questo punto, l’unica risposta possibile è una risposta correttiva da parte del governo, che tarda però a venire. Auspichiamo che arrivi il prima possibile. Allo stato attuale – ha concluso Peri – siamo su un crinale dove di qua ci sono i servizi e di là non c’è più nulla”.

















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