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Spot video e audio per dire “no” alle discriminazioni: al via la nuova campagna

Un girotondo di bambini che cantano “Vengo anch’io? No tu no” in un’aula di scuola. Un alunno delle elementari che si cimenta in un tema difficile, “che cos’è la discriminazione”. Le voci immortali di Martin Luther King, Gandhi, Aung San Suu Kyi, Nelson Mandela, di “donne e uomini che hanno alzato la voce contro ogni discriminazione”. Sono gli spot – due video e uno audio – prodotti dalla Regione (assessorato Politiche sociali) e realizzati dalla rete Mier (Media interculturali Emilia-Romagna) per sensibilizzare i cittadini contro ogni forma di discriminazione. E per invitare tutti – non solo le vittime, ma chiunque assista a episodi di razzismo e discriminazione – a non rimanere indifferenti e a segnalarli al numero verde regionale, 800 662 200. Gli spot sono già disponibili e scaricabili dal sito http://sociale.regione.emilia-romagna.it e su YouTube.

“Abbiamo un impegno importante, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni: costruire una società aperta e realmente accogliente, dove ci sia spazio per tutti – è il commento dell’assessore alle Politiche sociali della Regione Teresa Marzocchi – . Per questo è fondamentale vivere diversità e differenze senza paure e preconcetti, in modo tale che diventino una risorsa in più. Non solo: bisogna imparare ad ‘alzare la voce’ di fronte a episodi discriminatori, e a sostenere chi ne è ingiustamente vittima. Questo è lo ‘spirito’ che ci ha portato a produrre gli spot e, prima ancora, ad avviare la costruzione del Centro regionale contro le discriminazioni”.

Il Centro regionale contro le discriminazioni, numeri e cifre

Sono in tutto 214, tra nodi, sportelli e “antenne”. E’ il Centro regionale contro le discriminazioni, il cui processo di costruzione è stato avviato nel 2008. Il Centro è una vera e propria rete su tutto il territorio, con sportelli operativi di Comuni, sindacati e sedi di associazioni che hanno deciso di includere la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni nelle attività già svolte. Parallelamente alla costruzione e formalizzazione delle rete, sono stati organizzati corsi di aggiornamento di base per le figure incaricate da ciascun soggetto come referenti operativi dell’antidiscriminazione. Otto, finora, le edizioni del corso che hanno coinvolto circa 200 persone, mentre la nona inizia il 12 ottobre. L’obiettivo è fornire un quadro di tipo sia teorico che concreto della discriminazione, approfondire gli strumenti di ascolto e di supporto necessari per accogliere una persona che è stata o si percepisce come vittima di discriminazione, dare elementi per identificare e riconoscere la discriminazione, conoscere i riferimenti legislativi per orientare l’utente alla tutela dei propri diritti. Nel 2011, fino a oggi, sono state 48 le segnalazioni fatte al Centro; 19 nel 2008, 24 nel 2009, 29 nel 2010. Tra gli ambiti dove si sono verificati maggiormente episodi di discriminazione c’è il lavoro (con 15 casi nell’anno in corso) e l’accesso ai servizi (13 casi). Trentanove casi sono legati all’etnia, 4 alla disabilità, 3 al genere 2 all’orientamento sessuale. Diciannove casi sono stati gestiti a Ravenna, 6 a Reggio Emilia (altrettanti a Modena e Bologna), 4 a Parma, 3 a Rimini, 1 a Ferrare e 1 a Forlì-Cesena, 2 direttamente dalla Regione Emilia-Romagna.

Il Centro regionale contro le discriminazioni dell’Emilia-Romagna è stato il primo in Italia a sottoscrivere un accordo operativo con l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) del Dipartimento Pari Opportunità. Grazie a questo è stata avviata una stretta collaborazione per la gestione e il monitoraggio dei casi, la formazione, la promozione di iniziative di sensibilizzazione, la realizzazione di ricerche e approfondimenti, anche attraverso la partecipazione congiunta a progetti europei.

















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