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Scuola: cala il numero dei bocciati alle superiori. Diminuiscono anche i professori precari

(Adnkronos/Ign) – Cala il numero dei bocciati nelle scuole superiori. E’ quanto emerge dai dati pubblicati sul sito internet del ministero dell’Istruzione. I dati del Miur sugli esiti degli scrutini dicono che gli studenti che non hanno superato l’anno sono stati il 13,2% contro il 15% del 2010.Riguardo poi agli esami di maturità, gli ammessi sono stati il 94,7% contro il 94,1% dell’anno scolastico 2009-2010.

I ‘Non ammessi’ sono invece stati il 5,3 %, in diminuzione dello 0,6% rispetto al 2010 quando era a 5,9%, ma in aumento se paragonati al 2006/07 quando non veniva ammesso alla maturità il 3,9% degli studenti. I dati potrebbero tuttavia variare perché fanno riferimento al 94% dei candidati.”Probabilmente – sottolinea ‘Tuttoscuola’ – l’aver previsto la non ammissione in caso di insufficienza lieve anche in una sola materia, compresa la valutazione del comportamento (voto in condotta), ha inciso su una maggiore selettività in fase di ammissione all’esame”.

Tra gli ammessi si è ridotta la percentuale dei bocciati dopo le prove scritte e orali, scesa dal 2,9 all’1%. I promossi alla maturità (solo candidati interni) sono stati il 99,2%, rispetto al 98,4% del 2009/2010. Mentre i non diplomati si sono dimezzati passando allo 0,8% a fronte dell’1,6%.Per quanto riguarda la scuola media, i respinti (tra non ammessi e bocciati all’esame) sono passati dal 3,8% del 2007-08 al 5,1% del 2009-10, per poi arretrare al 4,5% nell’ultimo anno scolastico. “Dal trend dei dati – sottolinea ‘Tuttoscuola’ – sembrerebbe che nel primo biennio successivo alla riforma Gelmini sulla valutazione ci sia stato un effetto negativo sugli esiti finali.

Nel terzo anno, il 2010-11, le scuole sembrano avere assimilato le nuove più rigide regole, utilizzandole come leva per ottenere maggiore impegno degli studenti e un conseguente livello migliore degli esiti di apprendimento”.Dai dati emerge anche che è scesa al 14,9% la percentuale di docenti precari, a tempo determinato, sul totale degli insegnanti nell’anno scolastico appena trascorso. Nel 2006-07 era precario il 17,9% dei docenti in cattedra. La cifra è poi scesa al 16,8% nel 2007-2008, al 15,7% nel 2008-2009, mentre nel 2009-2010 si attestava al 14,7%.

Secondo una stima di ‘Tuttoscuola’ dopo le 30.300 assunzioni di questa estate, nel 2011-12 quella percentuale dovrebbe attestarsi al 12,9%. “Pertanto il tasso di precarietà (rapporto tra docenti a tempo determinato e totale docenti in cattedra) scende di 5 punti in percentuale rispetto all’organico 2006-07 (eredità del ministro Moratti) e di 3 punti rispetto all’organico 2008-09 (eredità del ministro Fioroni). Come dire che l’incidenza del precariato si è ridotta in un quinquennio di quasi il 30% (da 17,9 a 12,9) – prosegue – Se prima c’era un docente precario ogni 4,5 di ruolo, oggi ce n’è uno ogni 6,7 di ruolo. Si è così invertito un trend storico che aveva visto passare nel decennio tra il ’98 e il 2007 la percentuale di docenti con contratto a termine determinato (cioè con incarico annuale o fino al termine delle lezioni) dall’8% fino a sfiorare il 18%”.Ma servono nuovi concorsi.

“Le numerose immissioni in ruolo di questi anni sono avvenute sulla base di un concorso del 2000 e in taluni casi sono entrate nella scuola persone che non hanno mai superato una prova concorsuale”. “Nuovi concorsi – conclude – consentirebbero di selezionare per le prossime assunzioni già programmate i migliori docenti sulla base di prove uguali per tutti, dando subito una chance di accesso per merito ai neolaureati/abilitati (con abbassamento dell’età media dei futuri immessi in ruolo) e una chance aggiuntiva ai precari abilitati”.

















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