Nella seduta consiliare in programma domani, approderà in aula il Programma regionale d’Informazione e di Educazione alla Sostenibilità (INFEAS). “La partigianeria della Regione Emilia-Romagna non ha limiti, anche le politiche ambientali si trasformano in un’arma contro il governo Berlusconi”. Ad affermarlo è il Consigliere Regionale del Popolo della Libertà Fabio Filippi.
“In Emilia-Romagna la Regione e le Province (esclusa Piacenza da soli due anni) sono governate da amministrazioni di sinistra. Le carenze ambientali, evidenti nella nostra regione, sono imputabili, chiaramente, a chi ha governato, cioè al centrosinistra. Le scelte urbanistiche sbagliate, i quartieri ghetto nelle città, la viabilità inadeguata, l’abbandono della montagna, l’errata gestione del territorio sono una conseguenza delle politiche sbagliate promosse dalle giunte comunali, provinciali e regionali: a parole rispettose dell’ambiente ma di fatto più attente al business delle aree edificabili e alle speculazioni targate coop rosse.
Non esiste una seria politica ambientale regionale. La Regione investe male: migliaia di euro per brochure, CD e opuscoli che nessuno legge, veri e propri manifesti di propaganda politica. In questi anni, è stato sperperato un capitale economico ed umano che, se sfruttato per iniziative ambientali vere e per creare sviluppo nelle zone disagiate d’interesse ambientale come l’Appennino, avrebbe certamente garantito buoni frutti.
Anziché spendere decine di milioni di euro in programmi INFEAS, la Regione Emilia-Romagna avrebbe potuto favorire le eccellenze naturalistiche, culturali, artistiche, gastronomiche e artigianali. Incentivare il turismo nelle aree naturalistiche, nelle zone di montagna, negli spazi verdi delle nostre pianure ricchi di fauna e di flora. In questo modo si sarebbe anche favorito la permanenza della popolazione in zone a rischio di abbandono.
Educazione ambientale vuol dire incentivare la gente a rispettare l’ambiente vivendolo, non distribuendo opuscoli politici nelle classi scolastiche per favorire chi detiene il potere locale”.