L’85% delle imprese campione della prima indagine sulla Green economy nel Distretto ceramico adotta almeno una soluzione per ridurre l’impatto sull’ambiente nella fase produttiva. L’importante dato è emerso nella tavola rotonda inaugurale del Festival della Green Economy di Distretto, svoltosi a Fiorano Modenese ieri sera, giovedì 6 ottobre, che ha coinvolto imprenditori, lavoratori, amministratori ed esperti del settore.
La ricerca, condotta e presentata da Walter Sancassiani di Focus Lab, è stata realizzata mediante un questionario on-line al quale hanno risposto 40 imprese del territorio ceramico, grandi e piccole imprese della produzione ceramica e dell’indotto.
Dall’analisi emerge che la ragione principale degli investimenti green è quella di ottenere una distinzione commerciale a livello di processo produttivo o di prodotto commerciale, ma anche ad una cultura imprenditoriale che ha fiducia negli strumenti di gestione e marketing ambientale. Le imprese ritengono infatti che gli investimenti in green economy portino nuovi clienti e fette di mercato, oltre che aumento di efficienza e miglioramento delle relazioni con i clienti. Le condizioni che ritengono importanti per lo sviluppo della green economy sono la formazione ai dipendenti e ai quadri, gli incentivi premianti da enti pubblici, criteri omogenei condivisi e le informazioni ai vari pubblici di riferimento.
Dall’analisi emerge inoltre che le tecnologie adottate hanno per lo più l’obiettivo di ridurre i consumi energetici e i consumi idrici (60% del campione) e che sono in aumento gli impianti di cogenerazione (33%), come ha confermato il presidente di Confindustria Ceramica Franco Manfredini: “Il concetto chiave quando si parla di economia green è la responsabilità sociale d’impresa e non si può prescindere dallo stretto rapporto con chi consuma i prodotti, in una situazione generale di aumento della consapevolezza su queste tematiche. Nel nostro settore abbiamo raggiunto il riciclo praticamente totale delle acque reflue e degli scarti di produzione. Inoltre, le nuove piastrelle più sottili consentono una riduzione delle materie prime fino al 50% e nuove caratteristiche funzionali come l’antibatterico e il fotovoltaico”.
Un dato approfondito dal convegno riguarda le motivazioni degli imprenditori ad investire in Green economy (13,6% sul fatturato 2010): il 59% di loro dichiara di effettuare una scelta strategica commerciale, a differenza di quanto avveniva in precedenza, quando la leva era rappresentata soprattutto dalla normativa. Su questa linea è intervenuto anche l’assessore regionale alle attività produttive Giancarlo Muzzarelli, che ha commentato: “Per potere competere, i nostri prodotti devono avere qualcosa in più del marchio made in Italy, e questo è rappresentato dalla sostenibilità. Intendo dire che anche la cultura green deve entrare a fare parte del brand. Oggi, sul nostro territorio il 65% delle imprese è nelle condizioni di potere cogliere la sfida della Green economy; come amministratori abbiamo il dovere di sostenere queste aziende ma anche di aiutare il restante 35%”.
Un appello, per gli Enti pubblici, a “fornire prospettive e normative, al di là della mera erogazione di finanziamenti” e per la società civile di “imparare a risparmiare partendo da se stessi” è venuto anche dal professore Marco Frey della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, al quale ha fatto eco l’intervento del sindaco di Fiorano Modenese Claudio Pistoni che ha spiegato come l’esperienza del laboratorio intersettoriale per il rilancio del Distretto ceramico “Fabbrica delle Idee” abbia avuto proprio il merito di fornire indicazioni di politica industriale, per contribuire ad aumentare una sensibilità nei confronti della sostenibilità che effettivamente si sta registrando in Italia.
Infine la sindacalista Manuela Gozzi, che rappresentava le organizzazioni dei lavoratori, ha concordato sulla necessità di una maggiore formazione ai dipendenti e quadri aziendali, in un’ottica di coinvolgimento e di contributo da parte di tutti gli attori interessati.
La tavola rotonda è stata moderata da Dario Di Vico del Corriere della Sera.