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Addio Fiat a Confindustria, contraccolpi anche a Modena?

E’ quanto chiedono in una interpellanza i consiglieri provinciali del Pd Gozzoli e Cigni La decisione di Marchionne “apre un problema su contrattazioni e relazioni sindacali”.

Quali saranno a Modena le conseguenze dell’uscita della Fiat da Confindustria? E’ quanto chiedono i consiglieri provinciali Luca Gozzoli e Fausto Cigni, entrambi del Pd, che sulla vicenda hanno presentato un’interpellanza in Consiglio provinciale.

Dopo aver ricordato che la Fiat è presente a Modena con CNH (Fiat Trattori), Maserati, Ferrari, Surio e Fiat Service, i due consiglieri del Pd avvertono che “l’uscita del Lingotto dalla Confindustria apre un problema “in prospettiva su contrattazione e relazioni sindacali, stante il fatto che non è ancora chiaro il destino della Maserati e degli altri stabilimenti”.

Gozzoli e Cigni guardano con preoccupazione alle performance del gruppo: a gennaio le azioni Fiat Spa valevano 6,9 euro e ora ne valgono 3,9; le azioni Fiat Industria valevano 9 euro e ora ne valgono 5,3; Fiat Spa, che allora capitalizzava 7,5 miliardi, oggi è scesa sotto i 4 miliardi. Anche la produzione nazionale è inferiore alle attese, lontana anni luce dal milione e 400 mila auto previste per il 2014. Le vendite continuano a ridursi, con un’ulteriore caduta del 4,7% a settembre che attesta la quota di mercato in Italia a un modesto 29,7%.

A fronte di questa situazione e stante il fatto che – si legge nell’interpellanza – “abbiamo un Governo senza una politica economica, di crescita ed un Ministro del lavoro totalmente subalterno a Marchionne”; i due consiglieri del Pd chiedono “qual è la situazione degli stabilimenti modenesi in termini occupazionali e di prospettiva in particolare per la CNH (Fiat trattori)”.

















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