Il Consiglio comunale ha dato il via libera alla costituzione di Seta, la società emiliana trasporti auto-filoviari che riunirà i soggetti affidatari del servizio di trasporto pubblico locale nei bacini di Modena (Atcm), Reggio Emilia (Act e Ae) e Piacenza (Tempi). L’Aula, nella seduta di ieri, ha approvato la delibera per l’aggregazione con il voto favorevole di Pd e Udc, contrario di Modenacinquestelle.it, Pdl e Idv. Si è invece astenuto il gruppo Mpa. Insieme alla delibera sono stati approvati anche due ordini del giorno – uno di Udc e uno di Pd – mentre ne è stato respinto un terzo, presentato da Modenacinquestelle.it.
“Il 17 ottobre si terrà l’assemblea di Atcm da cui nascerà Seta, società che sarà attiva dal gennaio 2012”, ha spiegato l’assessore comunale alla Mobilità Daniele Sitta presentando la delibera. “Si tratta di un processo ineludibile ed è una scelta strategica importante per affrontare le sfide del trasporto pubblico con gli obiettivi di qualificare il servizio, collegare in modo più efficiente i territori, realizzare maggiori investimenti sui servizi ai cittadini e razionalizzare il livello di spesa”.
Con circa 32 milioni di chilometri percorsi ogni anno, più di 1100 dipendenti, poco meno di 900 mezzi e un valore di produzione superiore agli 87 milioni di euro, “Seta sarà una delle prime aziende a livello nazionale per dimensioni”, ha continuato Sitta.
L’assessore ha ricordato la “scelta coraggiosa” di Atcm di aprire a un partner industriale: “Attraverso un’organizzazione più razionale della società – ha affermato -nel 2011 Atcm tornerà in equilibrio, salvaguardando i livelli di servizio e aumentando il numero di utenti. Ciò permetterà all’azienda provinciale di entrare nel nuovo assetto da protagonista”. L’aggregazione non comporterà particolari sacrifici per Modena “che ha già affrontato le azioni per il riequilibrio con interventi di lotta all’evasione, di manutenzione, di razionalizzazione sul piano del personale e altro”. Al contrario, tali misure “saranno estese alle altre province, che dovranno inoltre procedere a un adeguamento tariffario sulla base delle indicazioni regionali e alla contribuzione chilometrica già applicata a Modena”, ha precisato l’assessore.
La ricomposizione societaria prevista manterrà la stessa proporzione tra pubblico e privato esistente in Atcm, con un calo parziale della quota privata (dal 49 al 42%); le percentuali di partecipazione dei soci pubblici al capitale sociale saranno definite in proporzione ai chilometri dei servizi minimi previsti nei rispettivi bacini. “A fronte di questa operazione, la quota di capitale di Modena risulta esuberante per circa 2 milioni di euro e dovrà essere ristornata. Gli enti locali modenesi hanno proposto però di mantenere questi 2 milioni all’interno di Seta come sostegno per eventuali nuove operazioni”, ha aggiunto Sitta.
La nuova società sarà guidata da un consiglio di amministrazione composto di cinque membri, di cui tre di nomina pubblica – uno per ogni provincia – tra i quali i soci modenesi individueranno il presidente. Uno dei due componenti di nomina privata diventerà amministratore delegato e avrà il compito della gestione operativa. La sede sociale e la direzione saranno a Modena. I soci pubblici stipuleranno un contratto di sindacato di voto che garantirà l’unità d’intenti e d’azione.
Al termine di un lungo dibattito in Aula, l’assessore Sitta ha spiegato che “l’obiettivo strategico è costituire un’unica azienda del trasporto pubblico su gomma e ferro in Regione, per evitare sovrapposizioni, ottimizzare i servizi e arrivare a un unico titolo di viaggio che consenta di circolare su tutta la rete. In Romagna – ha aggiunto – il processo di aggregazione è già partito e in Emilia, oltre alla costituzione di Seta, Atcm ha chiesto di partecipare alla gara per l’affidamento del trasporto pubblico di Parma, che deve entrare nell’operazione”. L’assessore ha infine voluto tranquillizzare i consiglieri sulle garanzie occupazionali dei dipendenti “anche fuori dall’azienda” e sul servizio “a carattere sociale” in alcuni luoghi e frazioni, “che verrà mantenuto”.
APPROVATI GLI ORDINI DEL GIORNO DI UDC E PD
Insieme alla delibera che ha dato l’ok alla costituzione di Seta, la società emiliana trasporti auto-filoviari, il Consiglio comunale ha approvato lunedì 3 ottobre anche due ordini del giorno presentati in corso di seduta da Udc e Pd. E’ stata invece respinta una terza mozione presentata da Modenacinquestelle.it.
L’ordine del giorno dell’Udc, “Per un processo di fusione delle aziende del trasporto pubblico locale che sia efficiente ma anche attento alle esigenze dei cittadini”, illustrato dal consigliere Davide Torrini, è passato anche con il voto favorevole di Pd, Mpa, Pdl e con l’astensione di Modenacinquestelle.it e Idv.
Torrini ha detto di condividere il processo avviato dalla delibera poiché “il percorso non è tutto in discesa, ma va nella giusta direzione”. Il consigliere ha ribadito la “necessità di migliorare il servizio nelle zone più lontane: bassa, montagna e frazioni, ma anche di attuare una politica tariffaria che vada incontro alle famiglie e in particolare a quelle più numerose”. L’ordine del giorno esprime inoltre la necessità di attivare un processo d’integrazione delle tre Agenzie della mobilità al fine di creare i presupposti per la liberalizzazione del trasporto pubblico e impegna la Giunta a riferire in commissione consiliare lo stato di attuazione del piano industriale entro luglio 2012.
La mozione presentata dal capogruppo del Pd Paolo Trande, “Per tutelare l’occupazione e diminuire l’impatto ambientale dei mezzi”, ha ottenuto il voto favorevole del gruppo proponente, quello contrario del Pdl e l’astensione di Modenacinquestelle.it, Mpa e Idv. Il documento del Pd invita il sindaco a farsi portavoce della necessità di tutelare con ogni mezzo l’occupazione, magari riproponendo il sistema utilizzato a Modena senza licenziamenti, e di utilizzare mezzi sempre meno inquinanti e, in particolare, alimentati a gas metano”.
E’ invece stato respinto l’ordine del giorno illustrato da Vittorio Ballestrazzi di Modenacinquestelle.it. Hanno votato a favore anche Pdl, Mpa e Idv; contrario il Pd. Ballestrazzi, che ha subordinato l’ok alla delibera all’approvazione dell’odg da lui proposto, ha sottolineato che “la fusione deve migliorare l’efficienza del servizio erogato ai clienti e non deve intaccare l’occupazione, cioè la somma degli occupati delle tre aziende”. Inoltre, la mozione chiedeva che il piano di rinnovo del parco automezzi prevedesse nuovi autobus alimentati a metano.
LUNGO CONFRONTO IN AULA SULLA NUOVA AZIENDA
Un dibattito di circa tre ore ha preceduto l’ok del Consiglio comunale di Modena alla delibera di aggregazione delle aziende di trasporto pubblico che costituiranno Seta.
Per il Pd, Stefano Goldoni ha ricordato che in tre anni l’azienda modenese di trasporto pubblico ha risanato il deficit raggiungendo il pareggio di bilancio e migliorando il servizio. “Seta avrà un fatturato di 37 milioni – ha affermato – e potrà ottimizzare l’organizzazione del personale. Resta la nota dolente della drastica riduzione dei trasferimenti statali, quindi occorrerà ripensare i trasporti senza toccare le tariffe, ma considerando la possibilità di appaltare il servizio”. Per Maurizio Dori “l’unificazione delle aziende di Modena, Reggio Emilia e Piacenza è fortemente voluta dalla Regione, ma anche l’Europa chiede di procedere in questa direzione. Il processo non è più rinviabile, anche se è difficile e richiede ridimensionamenti e razionalizzazioni, ma Modena, grazie ai passi compiuti, può essere il soggetto trainante di un’azienda pubblica prima in Regione e tra le maggiori in Italia”. Michele Andreana, pur riconoscendo che gli altri partner hanno situazioni patrimoniali compromesse e comunque da ripianare entro il 2014, ha spiegato che la costituzione di Seta consentirà “economie di scala sul piano degli acquisti, ottimizzazione nell’uso dei mezzi e riduzione dei costi”. Per quanto riguarda il ruolo del privato nella compagine aziendale, il consigliere ha ricordato “che in Seta il socio privato sarà l’azionista di riferimento e il servizio al cittadino sarà garantito da Amo, il regolatore pubblico”. Secondo William Garagnani, che ha spezzato una lancia a favore dell’alimentazione a metano dei mezzi di trasporto pubblico e di corsie preferenziali riservate, “l’intera operazione è funzionale alla futura integrazione fra trasporto su gomma e su ferrovia”. Infine, per Enrico Artioli “l’unificazione porterà all’ottimizzazione delle risorse e a una decongestione del traffico. La prospettiva è un libero mercato governato dalle Agenzie per la mobilità – ha aggiunto – ma ci vuole gradualità per arrivare a questo risultato”.
Di tutt’altro avviso Olga Vecchi (Pdl), per la quale “questo matrimonio non s’ha da fare” e Seta si tradurrà “in minori servizi e linee di trasporto e in tariffe più costose”. La consigliera, dopo aver denunciato “la mancanza di fusione di bacini territoriali, vista l’assenza di Parma” e aver avanzato dubbi sul ripianamento dei debiti da parte delle altre aziende, ha parlato di “un gioco pericoloso e di una concordata manovra di restauro politico in cui aumentano le agenzie, e quindi le poltrone, sulle spalle dei cittadini”. Anche per il collega del Pdl Andrea Leoni “l’operazione è affrettata, mentre si poteva aspettare Parma evitando gli alti costi determinati da una doppia fusione, e con aspetti poco chiari, con la conseguenza che probabilmente non miglioreranno i trasporti in montagna e nella bassa. Non si può fare a meno di pensare – ha concluso – che con la fusione si va ad una proroga della concessione in scadenza”. Il capogruppo del Pdl Adolfo Morandi ha rimarcato “la gestione in forte perdita dell’azienda reggiana e il pareggio di bilancio di Atcm, ottenuto attraverso aumenti tariffari”. Ha anche sottolineato che “il maggiore valore degli enti pubblici modenesi, per due milioni di euro, rimarrà nelle casse di Seta come prestito e potrà essere utilizzato per far fronte a perdite di altri. L’impressione – ha quindi affermato – è che ci sarà un unico grande carrozzone che gestirà il servizio e ne detterà costi e livelli”.
Eugenia Rossi di Idv, pur non condividendo l’iter della decisione, presa in Regione, passata in Provincia e rettificata in Consiglio solo in ultima istanza, ha detto di essere d’accordo con quanto spiegato dall’assessore Sitta. La consigliera ha poi evidenziato tre criticità: la difficoltà di realizzare un’unica azienda per il trasporto su ferro e gomma, il problema delle risorse e quello dei servizi non convenienti a cui il pubblico deve però rispondere. “Infine – ha affermato – c’è un conflitto di interesse senza via d’uscita tra chi bandisce la gara e l’ente gestore” e, evidenziando le gravi difficoltà economiche dell’azienda di Piacenza, ha aggiunto che avrebbe preferito un percorso di fusione più graduale.
Sergio Celloni di Mpa ha parlato di un’aggregazione con luci e ombre; annunciando la propria astensione dal voto ha spiegato: “E’ la concorrenza che porta a calmierare le tariffe, ma se tutto viene gestito da un unico soggetto non ci sarà competizione tra privati. Inoltre, il consigliere si è chiesto come mai solo in questi ultimi anni Atcm si è rimessa in sesto, dopo anni di deficit e inefficienze, e ha definito la situazione “demagogica e politica”.
Per il capogruppo della Lega nord Stefano Barberini, che ha anche parlato degli sprechi di Atcm, come l’utilizzo di autobus molto grandi in una città piccola come Modena, “la delibera non parla dei cittadini i quali non vi possono intravedere alcuna possibilità di miglioramento per la loro vita”.