(Adnkronos Salute) – Sono l’americano Bruce Beutler, il lussemburghese Jules Hoffmann e il canadese Ralph Steinman i vincitori del Premio Nobel 2011 per la Fisiologia e la Medicina. Sono stati premiati “per le loro scoperte riguardanti l’attivazione dell’immunità innata”.I tre scienziati hanno rivoluzionato la comprensione del sistema immunitario, evidenziando per la prima volta i principi chiave per la sua attivazione. Bruce Beutler e Jules Hoffmann, premiati per le loro scoperte sull’attivazione dell’immunità innata, e Ralph Steinman, insignito del prestigioso riconoscimento per il lavoro sulle cellule dendritiche e sul loro ruolo nell’immunità adattativa, hanno contribuito a svelare alcuni dei più importanti segreti del modo in cui il nostro organismo si difende dagli attacchi esterni.
Gli studiosi hanno cercato a lungo di individuare i ‘guardiani’ della risposta immunitaria con cui l’uomo reagisce all’attacco di batteri e altri microrganismi. Beutler e Hoffmann hanno scoperto le proteine dei recettori in grado di riconoscere tali microrganismi e attivare l’immunità innata, il primo passo della risposta del nostro sistema di difesa. Steinman ha invece scoperto le cellule dendritiche del sistema immunitario e la loro capacità unica di attivare e regolare l’immunità adattativa, ossia la fase successiva della risposta di difesa durante la quale i microrganismi vengono cancellati dal corpo. Le scoperte dei tre premi Nobel hanno rivelato il modo in cui le fasi della risposta immunitaria, innata e acquisita, vengono attivate, fornendo quindi nuove conoscenze dei meccanismi delle malattie.
Il loro lavoro ha aperto nuove strade per lo sviluppo della prevenzione e della terapia di infezioni, cancro e patologie infiammatorie.Jules Hoffmann ha compiuto la sua scoperta pionieristica nel 1996, quando con i suoi collaboratori si è concentrato sullo studio dei moscerini della frutta e del modo in cui combattono le infezioni. Il team ha analizzato insetti con mutazioni a livello di numerosi geni tra cui il ‘Toll’, coinvolto nello sviluppo embrionale come precedentemente dimostrato da Christiane Nüsslein-Volhard (premio Nobel 1995). Infettando i moscerini con batteri o funghi, Hoffmann scoprì che i Toll mutanti morivano perché non erano in grado di scatenare una difesa efficace. Lo scienziato ha anche concluso che il gene è coinvolto nella rilevazione dei microrganismi patogeni e che la sua attivazione è necessaria per una difesa efficace contro di essi. Bruce Beutler era invece alla ricerca del recettore che si lega al lipopolisaccaride (Lps), l’involucro esterno dei batteri, causando shock settico.
Nel 1998, Beutler e i suoi colleghi hanno scoperto che i topi resistenti al Lps avevano una mutazione in un gene molto simile a quella del gene Toll nei moscerini della frutta. Il recettore simil-Toll (Tlr) si è rivelata la chiave. Quando si lega al Lps vengono attivati i segnali che causano infiammazione e, quando le dosi di Lps sono eccessive, lo shock settico. Questi risultati hanno dimostrato che i mammiferi e i moscerini della frutta utilizzano molecole simili per attivare l’immunità innata quando incontrano i microrganismi patogeni. Le scoperte di Hoffmann e Beutler hanno innescato un’esplosione di ricerche sull’immunità innata. Nell’uomo e nei topi è stata identificata una dozzina circa di diversi Tlr. Ognuno riconosce alcuni tipi di molecole comuni nei microrganismi. E per gli individui che possiedono mutazioni in questi recettori aumenta il rischio di infezioni, mentre altre varianti genetiche di Tlr sono associate a un maggiore pericolo di malattie infiammatorie croniche. Ralph Steinman ha scoperto, nel 1973, un nuovo tipo di cellule che ha ribattezzato ‘dendritiche’.
La sua ipotesi era che potessero avere un ruolo importante nel sistema immunitario, perché in grado di attivare le cellule T, ‘chiavi’ dell’immunità acquisita e base per la creazione di una memoria immunologica nei confronti di diverse ‘minacce’. In esperimenti di coltura cellulare, Steinman ha dimostrato che la presenza di cellule dendritiche provoca vivaci reazioni delle cellule T a tali attacchi esterni. I risultati dei suoi studi furono inizialmente accolti con scetticismo, ma il suo lavoro successivo ha dimostrato che le cellule dendritiche hanno davvero una capacità unica di attivare le cellule T. Ulteriori approfondimenti suoi e di altri scienziati hanno continuato a far luce sul modo in cui il sistema immunitario acquisito decide se attivarsi o meno quando incontra varie sostanze. Si è scoperto che i segnali derivanti dalla risposta immunitaria innata e rilevati dalle cellule dendritiche sono quelli che controllano l’attivazione delle cellule T. Questo consente al sistema immunitario di reagire nei confronti dei microrganismi ‘nemici’.