(Adnkronos) – Sono calcolabili in 6 miliardi di euro i danni che ogni anno provocano le frane nei paesi più industrializzati del mondo. Per gli Stati Uniti si parla di 1.200 milioni di euro l’anno, al Giappone le frane costano 1.500 milioni di euro, mentre alla Cina 500 milioni e all’India 1.300 milioni di euro. Nell’Unione europea sono state censite oltre 712 mila frane e, tra danni e opere di ripristino nel nostro paese sono stati spesi una media di circa 1 miliardo di euro l’anno. Questo il bilancio presentato questa mattina al secondo Forum mondiale sulle frane, in corso nella sede della Fao a Roma e promosso dall’Ipl (Global promotion commette of the International programme on land slides) e che vede l’Ispra, l’Istituto italiano per la protezione e la ricerca ambientale, in prima linea tra le istituzioni coinvolte. Sono oltre 486 mila le frane che si registrano in Italia e che interessano il 6,9% del territorio nazionale, con una superficie complessiva coinvolta di oltre 20.700 chilometri quadrati. Il nostro paese a causa delle frane ha speso una media di circa 1 miliardo di euro l’anno.
Questi i dati emersi dal progetto Iffi, l’inventario dei fenomeno franosi in Italia realizzato dall’Isrpa, insieme alle Regioni e alle Province autonome. Nel nostro paese ben il 70,5% dei Comuni (5.708) è coinvolto da fenomeni franosi e di questi, riferisce il processo Iffi, 2.940 sono catalogati con un livello di attenzione molto elevato. Anche le reti di collegamento presentano diversi punti critici che sono 1.806 nel tracciato ferroviario nazionale e 706 in quello autostradale. Solo nel 2010 si sono verificati 88 eventi principali di frana sul territorio italiano con 17 vittime, 44 feriti e ben 4.431 persone evacuate.
Ventotene, Merano, Maierato, San Fratello, sono solo alcuni degli eventi che hanno segnato gravemente il nostro paese e le regioni più colpite sono state Liguria, Campania, Lombardia, Toscana, Sicilia e Calabria. La tutela del suolo “è una sfida per la sostenibilità” e la riduzione dei danni per i costi sostenuti a causa del dissesto idrogeologico dal nostro paese “non solo serve” a tutela dei cittadini ma “offre anche nuove opportunità di crescita”. Lo ha affermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, intervenendo questa mattina alla cerimonia di apertura del Secondo Forum mondiale sulle frane, in corso alla Fao a Roma. Letta ha sottolineato che “l’impegno del nostro paese” su questo fronte “e’ forte e lo dimostra la presenza di Bernardo De Bernardinis alla guida dell’Ispra” un uomo, ha aggiunto Letta, che ha gestito sul terreno questo tipo di emergenze “essendo stato l’anima della Protezione civile per molti anni”. Letta ha quindi sottolineato ancora che c’è “una stretta connessione tra la prevenzione delle calamità naturali, le nuove tecnologie e l’innovazione industriale”.