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Bologna, le Collezioni comunali d’arte prestano il gonfaloniere pontificio di Artemisia Gentileschi per mostra a Milano

È esposto alla mostra monografica dedicata ad Artemisia Gentileschi, da pochi giorni inaugurata a Milano, il grande Ritratto di gonfaloniere pontificio delle Collezioni Comunali d’Arte di Bologna che l’audace e trasgressiva “pittora” dipinse a Roma e firmò nel 1622, come documentava un’iscrizione un tempo leggibile sul retro della tela. Un dipinto irrinunciabile per i curatori dell’esposizione milanese, Roberto Contini e Francesco Solinas, che lo hanno richiesto per far comprendere al pubblico in visita la qualità artistica di quest’artista, nota per la dolorosa vicenda biografica dello stupro subito in giovanissima età, ma ormai riconosciuta, e non solo dagli studiosi, come indiscusso genio della pittura.

Ne è prova evidente proprio il quadro del museo bolognese, sensazionale documento di ritrattistica di ambito caravaggesco, in bilico com’è fra celebrazione dell’individuo e volontà di indagare un’identità umana con implacabile senso del “vero”. Mentre il personaggio si dispone secondo le regole consuete all’ufficialità del ritratto, circondato dall’apparato scenografico che ne definisce il rango e il ruolo (il vessillo, le armi, ma anche la gorgiera, i merletti, gli imponenti stivali…), l’uso della luce che entra lateralmente, “di taglio”, agisce da strumento introspettivo, rivelando con le imperfezioni del volto l’irripetibile e profonda verità di un individuo.

Fino al 29 gennaio chi vorrà incontrare il Gonfaloniere, ancora ignoto, dovrà recarsi a Palazzo Reale di Milano, dove resterà per tutta la durata della mostra Artemisia Gentileschi, storia di una passione, prima di fare ritorno a casa sua, nelle Collezioni Comunali d’Are di Bologna.

















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