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Variazione di bilancio: Scandiano si conferma comune virtuoso ma col federalismo fiscale ci perde.

Il Comune di Scandiano continua con il lavoro di razionalizzazione delle spese. Nella variazione, infatti, si prende atto: della riduzione di quanto pagato per utenze( telefono e riscaldamento in particolare); della riduzione dei contributi all’Unione Tresinaro Secchia (la quale è stata in grado di autofinanziarsi in misura superiore alle previsioni). Risparmi che hanno consentito di chiudere il bilancio in positivo, e di destinare risorse per gli interventi più urgenti su strade e infrastrutture. Inseriti per la prima volta in bilancio anche i fondi derivanti dalla partecipazione alla lotta contro l’evasione fiscale. Ma, per una previsione sulla base delle comunicazioni dell’agenzia delle entrate, di 8 mila euro entro l’anno, ad oggi sono arrivati in cassa solo poco più di 300 euro. Come ha sottolineato il Sindaco Mammi, l’incertezza sull’ammontare di risorse e sui tempi di incasso, non consente di potere di fare affidamento su questi fondi per costruire i bilanci credibili. Di rilievo poi è la riduzione degli oneri di urbanizzazione applicati alla parte corrente, attestati a 115.000 euro pari al 9% circa della previsione, a fronte di un limite massimo stabilito dalla legge del 75%. E’un indicatore che il comune anche in questa congiuntura riesce a costruisce un bilancio equilibrato e credibile, facendo fronte alle riduzioni di risorse in modo responsabile, lavorando su razionalizzazioni e risparmi amministrativi.

Questa virtuosità e i suoi risultati non possono però mitigare che in piccola parte la notevole diminuzione di risorse che le manovre hanno imposto agli enti locali, Né ha portato sollievo in prima applicazione l’avvio del cosiddetto federalismo fiscale. Più che di una rivoluzione si tratta, infatti, del classico topolino partorito dalla montagna. In questa fase transitoria la norma prevede che l’operazione sia neutrale per l’erario. Lo Stato non distribuisce nessuna nuova risorsa ai comuni, anzi trasferisce ai comuni quote di compartecipazione in misura esattamente uguale a quanto avrebbe trasferito con il sistema in vigore sino a ieri, tagli compresi.

Diverse sono le problematiche: calcoli sulle dichiarazioni 2008 per mancanza di dati recenti, risorse stimate, ammontare complessivo determinato dallo Stato in base alle esigenze di finanza pubblica, ammontare dei trasferimenti per i singoli comuni legato in gran parte alle esigenze di continuità rispetto alla precedente metodologia. Dov’è dunque la novità?

Nessuna novità, o al più rimandata, come ormai avviene quasi sempre, a successivi decreti attuativi. Come quello sui costi standard, la definizione dei quali incontra una serie di problemi difficilmente risolvibili, e quello sull’ imposta immobiliare unica a cui attualmente pochi credono.

La redistribuzione in questo modo è legata in gran parte al numero di abitanti, non necessariamente alla ricchezza prodotta sul territorio né allo stock di servizi presente.

La beffa dei numeri. Ed è proprio in coincidenza con l’introduzione del federalismo fiscale che Scandiano sperimenta una delle più pesanti contrazioni di trasferimenti.

“Le risorse che arrivano dallo Stato nel 2011 si riducono rispetto al 2010 di 689.896,45 euro – spiega il Vice Sindaco con delega al bilancio Gian luca Manelli. Di questa cifra 531.421,66 euro derivano dai tagli disposti con la finanziaria 2010. Altri 96.356,16 euro dalla mancata reiterazione di un contributo per i comuni virtuosi. Il taglio residuo di 62.118,63 euro rappresenta la somma di diversi tagli derivanti dall’applicazione di attuali normative.

Insomma la vera novità è che alla prova della realizzazione concreta la bandiera del federalismo fiscale così com’era stato spiegato negli ultimi 10 anni, ovvero più risorse ed autonomia per i territori e meno centralismo, si rivela qualcosa di opposto. L’autonomia dei sindaci è molto compromessa, il quadro normativo è confuso e contraddittorio con effetti paralizzanti. I tagli percentualmente maggiori di risorse sono stati concentrati sugli enti locali, spostando, di fatto, dalla periferia al centro la capacità di spesa. Dietro la campagna d’informazione che tende a generalizzare addossando a tutti gli enti locali il problema degli sprechi è stato portato avanti un durissimo attacco al sistema di welfare in gran parte gestito dagli enti locali stessi.

















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