La Patata di Piandelagotti è il primo prodotto del paniere tutelato dal marchio collettivo “Alta Quota” , promosso dal GAL Antico Frignano e Appennino Reggiano, Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Modena, Unione dei Comuni delle Valli del Dolo e Dragone e Comune di Frassinoro per tutelare e promuovere le produzioni oltre i 1000 metri di quota.
La presentazione ufficiale è in programma domenica 2 ottobre a Piandelagotti, nell’ambito della tradizionale “Festa della Patata” , che prevede un mercatino, degustazioni di prodotti tipici locali con vendita diretta delle patata ed una mostra di macchine agricole. In programma anche un concorso riservato alla patata più grossa e menù a base di patate nei ristoranti convenzionati.
“L’istituzione del marchio collettivo “Alta Quota” – dice Luciano Correggi, presidente del GAL – intende dare una risposta all’esigenza di valorizzare prodotti di montagna di alta qualità che possono trovare una collocazione positiva sul mercato. E la patata di Piandelagotti, la cui coltivazione è in frutto di una selezione che dura nel tempo ed avviene attraverso metodologie assolutamente naturali, ha le caratteristiche adatte per entrare nel paniere. Non solo. Attualmente, infatti, la patata viene prodotta da una decina di aziende medio piccole, con conduttori con un’età media che si aggira sui 40 anni. La sua produzione annuale si aggira sui 1000 quintali, e viene commercializzata, per ora, solo direttamente dalle aziende”.
“Il marchio “Alta Quota” – aggiunge Gualtiero Lutti, direttore del GAL – sarà depositato a nome del GAL, che ha fornito la propria assistenza durante tutta la fase organizzativa. Nel progetto sono coinvolti attivamente l’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Modena, l’Unione dei Comuni delle Valli del Dolo e Dragone ed il Comune di Frassinoro. L’impegno che ci assumiamo è quello di mantenere viva una microeconomia che garantisce la presenza sul territorio di un adeguato tessuto sociale, ma anche un modo per gratificare economicamente, e non solo, gli operatori che potrebbero trasferirsi verso centri maggiori.”
La Patata di Piandelagotti ha una storia tutta “personale”. Fondamentale per l’economia e l’alimentazione dell’Appennino, viene coltivata in maniera estensiva a partire dal 1925, su iniziativa di Monsignor Alfonso Lunardi, botanico di fama internazionale. A partire dagli anni Trenta del secolo scorso studi dell’istituto di Zootecnica di Modena hanno consentito di migliorarne sia la qualità che la quantità, selezionando le patate più adatta a crescere nel microclima appenninico. Lo studio e la sperimentazione della patata dell’Alta Val Dragone sono continuati fino agli anni Ottanta, in collaborazione con l’Università di Bologna.