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Castelfranco, Righini (PDL): “dal centro sinistra nessun vero interesse per riaprire il ps e evitare la chiusura dell’ospedale”

Se le amministrazioni e i partiti di centro sinistra di Castelfranco avessero davvero voluto difendere l’ospedale impedendone la chiusura del pronto soccorso e lo smantellamento dei reparti, lo avrebbero fatto e oggi non ci troveremmo nella disastrosa situazione in cui ci troviamo. Perchè questi signori che oggi agitano il vessillo dell’ospedale non si sono mai opposti concretamente ad un piano sanitario, pur avendo il potere istituzionale di farlo, che avrebbe di fatto cancellato il locale presidio sanitario? Se l’ospedale di Castelfranco non sarà più un ospedale ma un cronicario e una indefinita casa della salute sarà per la responsabilità politica di questi signori che avevano il potere di salvare l’ospedale quando era il momento e non l’hanno fatto. Il depotenziamento dell’ospedale di Castelfranco è frutto della politica voluta dalla direzione provinciale dell’allora Pci poi Pds ora Pd, per permettere la costruzione del megaospedale di Baggiovara. E in seguito, sempre questa linea politica, ha continuato e continua tuttora attraverso il nuovo Pal il piano sanitario provinciale,con la dismissione lenta ma costante di tutti gli ospedali della provincia. Se questa amministrazione avesse voluto veramente il ripotenziamento dell’ospedale di Castelfranco avrebbe dovuto chiedere la riapertura dei reparti di medicina generale oggi chiusi, ortopedia,cardiologia, radiologia,…..,non avrebbe dovuto permettere che si chiudesse il pronto soccorso e lo si sostituisse con un punto di primo intervento che ha solo creato disorientamento per i cittadini, perchè non garantisce loro tutta la copertura nei casi di emergenza urgenza. Se veramente ci fosse l’interesse politico di questa amministrazione per evitare la chiusura definitiva dell’ospedale, PD e partiti di sinistra dovrebbero opporsi alla trasformazione del Regina Margherita” in una casa della salute” che altro non è che un poliambulatorio gestito dai medici della medicina di base, che impoverirà ulteriormente i servizi sanitari offerti dal territorio in particolare nelle frazioni,perchè i medici di famiglia lasceranno i loro ambulatori per trasferirsi all’interno degli ambulatori ospedalieri.

Inoltre l’aumento dei letti di lungo degenza e di lungo assistenza di cui tanto si vanta questa’amministrazione altro non sono che il prolungamento di fatto all’interno delle strutture dell’ospedale, della Rsa già presente, e certo non si possono definire servizi ospedalieri la terapia antalgica, mentre l’unica vera eccellenza la riabilitazione cardiologica è già stata spostata a Baggiovara. Qui non si tratta di minori finanziamenti come paventa la sinistra, perchè la dismissione dell’ospedale di Castelfranco è iniziata da molto tempo prima quando i bilanci della regione Emilia Romagna per la sanità erano floridissimi. Il buco da 30 milioni di euro della sanità modenese non nasce oggi. Attendiamo perciò da quest’amministrazione non falsità e demagogia, ma un vero segnale di discontinuità con il passato e con la linea espressa nel nuovo piano sanitario provinciale, questo significa esclusivamente riconoscere l’esigenza di ripotenziare l’ospedale e i suoi reparti di medicina generale e riaprire il pronto soccorso così come stiamo chiedendo da tempo, e così come stanno chiedendo in mille modi i cittadini.

















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