La Funzione Pubblica Cgil dell’Emilia Romagna ritiene necessario prendere una posizione in merito al caso – ripreso sulla stampa locale e nazionale – dell’asilo nido di Ravenna che vanta l’utilizzo di webcam come elemento di qualità del servizio offerto.
Questo approccio da “grande fratello”, che consentirebbe ai genitori di sorvegliare i propri figli, ma anche l’operato di chi lavora, è contrario alla cultura dei servizi per l’infanzia che caratterizza da anni il nostro territorio regionale e nel contempo non è certo rispettoso degli operatori.
Non condividiamo quel tipo di risposta, che cavalca i sentimenti suscitati da gravi episodi denunciati anche in questa regione, e che ci sembra dettata più dall’obiettivo di aumentare l’appeal di quella data struttura piuttosto che dalle reali esigenze del bambino e dei suoi genitori, con l’effetto deleterio di minare il principio di fiducia tra chi svolge un servizio e chi ne gode. La vera risposta ai bisogni di benessere e tranquillità dell’infanzia e delle famiglie sta nella professionalità delle lavoratici e dei lavoratori dei servizi pubblici e privati, nei sistemi di controllo e tutela esistenti e nella rete relazionale e pedagogica che i Coordinamenti Pedagogici Provinciali garantiscono nel nostro territorio regionale. Una risposta complessa, che non si può semplificare con una webcam.
La Funzione Pubblica Cgil dell’Emilia Romagna è decisa a salvaguardare fermamente l’enorme patrimonio di cultura del lavoro con l’infanzia costruito nella nostra regione, in una fase complicata dalle manovre economiche del governo che cancella le risorse per i servizi, compresi quelli rivolti ai bambini. Si tratta di un patrimonio che, come Fp Cgil, siamo disponibili e interessati ad innovare, ma la strada non è certo quella di adottare forme moderniste di falsa rassicurazione, che rispondono al profitto di chi gestisce quei servizi e non ai bisogni di chi vi si rivolge, determinando per più modalità illegittime di controllo del lavoro anche secondo la legge 300.