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“Modena, 29 settembre”, Caterina Caselli, intervistata sul palco in piazza Grande

Caterina Caselli, intervistata sul palco in piazza Grande a “Modena, 29 settembre”, chiude il cerchio dei grandi testimoni del Beat italiano dopo Mogol e Renzo Arbore, protagonisti delle edizioni precedenti. E i Nomadi, che concludono con la loro esibizione il concerto finale, completano idealmente il triangolo dei grandi gruppi del Beat, dopo le esibizioni degli anni scorsi di Maurizio Vandelli dell’Equipe 84 e di Shel Shapiro dei Rockes.

Così, giovedì 29 settembre Modena torna a celebrare con una giornata di festa e concerti il suo rapporto con la musica, all’insegna della vena creativa che attraversa la città da quando era capitale del Beat italiano. La manifestazione, che si svolge in centro storico e in piazza Grande è organizzata dal Comune con il contributo della Fondazione cassa di risparmio di Modena e la sponsorizzazione del gruppo Hera.

Come nelle precedenti edizioni, tanti giovani musicisti porteranno la loro musica nelle piazzette del centro e, per la prima volta, anche sul palco principale in piazza.

Dalle 17.30 alle 19.30, una ventina di band con un centinaio di giovani musicisti provenienti da Modena e dal resto della regione invaderanno con le loro note il centro storico, mentre alle 20 piazza Grande ospiterà il concerto principale con talenti e musicisti locali e gruppi emergenti. Sul palco, il giornalista Leo Turrini presenterà e intervisterà i protagonisti. Intorno alle 21 è prevista l’intervista a Caterina Caselli, la cantante sassolese soprannominata “Casco d’oro”. Alle 22 avrà inizio il concerto dei Nomadi. Prima, in piazza Grande suoneranno e canteranno: Selene Lungarella, che negli stessi giorni parteciperà con le star della musica italiana a “O’ scià”, il grande evento artistico-musicale voluto da Claudio Baglioni per Lampedusa; i giovani Pip Carter Lighter Maker, con all’attivo tre dischi e tournée anche all’estero; l’emergente Lorenzo Visci, bolognese d’adozione con all’attivo un’esibizione di successo al “LiveMi”, progetto di rilancio della musica emergente in Italia in collaborazione con il Comune di Milano e Atm; Beppe Cavani, raffinato cantautore modenese con la sua band; i Bluesmen di Ferrara, gruppo che accompagna nelle sue tournèe italiana l’americano Dirk Hamilton e ha coltivato la passione del blues nelle terre attraversate dal “grande fiume”, il Po. Sul palco anche il gruppo Wienna e dintorni con i musicisti cresciuti nello storico circolo modenese e approdati a palchi di livello nazionale.

Il 29 settembre alle 18.30 avverrà anche l’inaugurazione della mostra dedicata al gruppo beat femminile “Le scimmie” nella Galleria Europa di piazza Grande, sotto i portici del Municipio. Sono esposte fotografie di tournée che negli anni Sessanta facevano scalpore – la mentalità faticava a immaginare un complesso tutto di ragazze – e una serie di memorabilia . Giovedì 29 settembre la mostra resta aperta fino alle 24. Il giorno dopo, venerdì 30, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30. Sabato primo ottobre e domenica 2 si potrà visitare dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30 (ingresso gratuito).

La fotografia scelta per cartoline e locandine della terza edizione di “Modena, 29 settembre” è, come nelle precedenti edizioni, di Carlo Savigni, che con le sue immagini ha raccontato il clima culturale e sociale degli anni in cui Modena era capitale del beat italiano. Una mostra degli scatti di quei giorni, a cura di Massimo Masini, è allestita nel rinnovato bar Grand’Italia in largo di Porta Bologna-piazzetta 29 settembre. L’inaugurazione è alle 16 e il bar resterà aperto fino alle 22.

NON SOLO RICORDO MA EREDITA’ PER IL FUTURO

“Modena ha un’identità ricca: è città del Romanico e dei motori, del balsamico e dell’enogastronomia, della fotografia, della filosofia e della musica: il bel canto, Pavarotti e la lirica, certamente, ma anche il Beat, fenomeno che è andato oltre la sfera musicale perché ha dato vita ad una autentica rivoluzione culturale e di costume di cui Modena è stata la capitale italiana”. E’ questo il commento dell’assessore comunale alla Cultura Roberto Alperoli alla vigilia di “Modena 29 settembre”.

“Si tratta di una storia importante che va comunicata non per commemorarla o per monumentalizzarla, ma perché la consapevolezza di essere stata al centro di un fenomeno così importante accresce l’autostima della città e le dà più fiducia nei propri mezzi. Come per gli individui, infatti, anche per le città l’autostima porta energia e speranza, rendendo la memoria capace di generare futuro”, prosegue Alperoli.

“Il Beat, inoltre, ha dato cittadinanza a due parole come creatività e immaginazione, rendendo per la prima volta i giovani protagonisti. E per i ragazzi, oggi come ieri, è importante immettersi nel solco di una storia potente che si può proseguire. Per questo, fin dalla prima edizione di “Modena 29 settembre”, diamo spazio ai giovani che suonano, affiancandoli ai protagonisti degli anni del Beat, portandoli oggi anche sul palco principale di piazza Grande”.

E con l’idea della vena creativa che la città ha espresso nella musica in diverse generazioni, “il concerto finale – conclude Alperoli – vedrà avvicendarsi artisti che hanno fatto il Beat, altri che sono nati quando il Beat furoreggiava, altri ancora che sono nati quando il Beat era solo un ricordo che aveva generato altra musica, altri comportamenti sociali, altre storie, altra immaginazione”.

















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