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Amministratori saharawi in visita a Modena

«La solidarietà dei modenesi è ancora più preziosa in un momento di crisi economica internazionale che si fa sentire in modo pesante anche nei nostri campi, una situazione aggravata dalla dura repressione del nostro popolo da parte delle autorità del Marocco. Per questo ringraziamo tutti i modenesi che ci sostengono». Lo ha affermato Hamma Mohamed Cori, governatore della provincia di Smara in Sahara occidentale, incontrando mercoledì 28 settembre nella sede della Provincia Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente, e sindaci e assessori dei Comuni modenesi (Modena, Carpi, Campogalliano, Castelfranco Emilia, Formigine, Nonantola, Novi, Palagano, Ravarino e S.Cesario) che da anni, tra gli altri progetti di solidarietà, ospitano nel modenese nel periodo estivo decine di bimbi provenenti dai campi profughi saharawi. La delegazione era composta anche da Abdallahi Sid Si Bellali, sindaco di Farsia, e Abbeh Salahe, del ministero per la Cooperazione del Sahara occidentale. Hanno partecipato i rappresentanti dell’associazione di solidarietà con il popolo saharawi “Kabara Lagdaf”.

Nel corso dell’incontro Vaccari ha confermato «l’impegno e il sostegno degli enti locali affinché il popolo saharawi raggiunga la tanto sospirata autodeterminazione attraverso il referendum previsto dalle risoluzioni Onu da troppo tempo disattese». Vaccari ha anche ricordato il recente incontro nazionale a Firenze degli enti locali gemellati con il popolo saharawi dove è stato ribadito l’impegno italiano e annunciato il prossimo appuntamento a livello diplomatico in programma nella sede della Nazioni Unite a New York la prossima settimana, quando presso la quarta Commissione sulla decolonizzazione, in rappresentanza della comunità modenese e del movimento di solidarietà italiano, Vaccari parlerà a sostegno del referendum di autodeterminazione assieme ad altri rappresentanti da tutto il mondo che andranno a sostenere anche le ragioni del Regno del Marocco.

Il Sahara Occidentale, regione ricca di risorse minerali, è sempre stata oggetto di conflitto da quando venne annessa dal Marocco nel 1975, dopo l’abbandono da parte degli spagnoli. Migliaia sono i cittadini saharawi esiliati che da anni vivono nei campi profughi allestiti dalla Croce Rossa e da varie organizzazioni internazionali presso Tindouf, in territorio algerino, al confine con il Marocco. E da oltre trent’anni il popolo saharawi si batte per ottenere l’autodeterminazione dal Marocco.

















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