Tre anni fa Alberta seppe di avere un tumore al seno e iniziò una chemioterapia che ne avrebbe compromesso la fertilità. A 37 anni, la malattia ormai alle spalle, è ora al terzo mese di una gravidanza che procede senza problemi. ”Alberta è la prima donna in Italia che dopo una chemioterapia antitumorale riesce a concepire un figlio grazie alla tecnica del congelamento degli ovuli”. Lo ha reso noto Eleonora Porcu, ricercatrice dell’Universita’ di Bologna, che ne ha assistito la maternità. Porcu spiega: “Alberta si rivolse a noi a fine 2008 su consiglio del suo oncologo. Prima di iniziare la chemio voleva sottoporsi alla crioconservazione degli ovociti. Qualche mese fa è tornata. La terapia aveva avuto successo e secondo gli oncologi poteva provare ad avere un figlio. Scongelammo quattro ovociti e ottenemmo tre embrioni che trasferimmo nel grembo della mamma. Dopo 12 giorni gli esami rivelarono che uno di questi stava crescendo. La gravidanza era in corso.
Ad oggi sono circa un migliaio le persone nate da ovuli congelati. Il primo caso in Australia nel 1986. Sulle stesse orme, un gruppo di ricercatori Unibo guidato da Eleonora Porcu, avrebbe ridato impulso qualche anno dopo agli studi sul congelamento degli ovociti, applicando con successo nel 1997 tecniche innovative tuttora in auge. Ne sarebbe nata una bimba che ha ormai 14 anni e vive in Veneto. Nuovo primato nel 2007: due gemelline partorite da una mamma senza ovaie furono i primi esseri umani nati da ovuli congelati di una donna resa sterile dal cancro.
“Purchè siano disponibili almeno due settimane prima dell’inizio della chemioterapia – commenta Porcu – la crioconservazione degli ovuli può essere ora considerata un modo ideale per preservare la fertilità nelle pazienti con cancro al seno”.