Il dott. Livio Presutti , Direttore della Struttura Complessa di Otorinolaringoiatria e il dottor Daniele Marchioni, chirurgo della stessa struttura, hanno tenuto un seminario su questa metodica operatoria durante l’American Accademy of Otolaryngology Head & Neck surgery che si è svolto a San Francisco, negli Stati Uniti, dall’11 al 14 Settembre 2011, il più importante congresso di Otorinolaringoiatria statunitense.
La relazione del dott. Marchioni è stata incentrata sugli approcci otoendoscopici all’orecchio medio mentre in Dott. Presutti ha illustrato le nuove esperienze sullo sviluppo della tecnica otoendoscopica per gli approcci all’orecchio interno. L’evento ha riscosso un gran successo tra i circa 300 specialisti, provenienti da tutto il mondo, intervenuti al seminario, i quali hanno dimostrato particolare interesse in questa innovativa tecnica chirurgica praticata ancora in pochi centri nel mondo, e che vede Modena come punto di riferimento italiano ed europeo.
“La chirurgia endoscopica dell’orecchio medio consiste nell’operare attraverso il condotto uditivo esterno, senza incisione retro auricolare come si fa abitualmente, quindi si tratta di tecnica davvero mini invasiva, con degenza più breve e rapido recupero delle funzioni – ha spiegato il dott. Livio Presutti – Questo evita incisioni cutanee e ampie demolizioni ossee tipiche della tecnica tradizionale. Tutto questo si traduce in un minore stress chirurgico per il paziente e quindi in periodo di degenza più breve e in un recupero più rapido dall’intervento. Dal punto di vista dell’efficacia terapeutica l’esperienza maturata negli anni sta dimostrando come l’approccio otoendoscopico fornisca importati risultati sia dal punto di vista della radicalità d’exeresi dalle patologia sia del punto di vista della conservazione della delicata funzionalità sensoriale dell’orecchio”.
La Scuola di Modena è stata la prima in Italia ad eseguire interventi di chirurgia endoscopica otologica. Era il 2005 e si cercò di rispondere all’esigenza di esplorare dei recessi della cassa timpanica nascosti alla più classica visione microscopica. “Da allora, grazie anche allo sviluppo delle tecnologie endoscopiche e all’avvento dell’alta definizione, abbiamo cominciato ad eseguire un numero sempre maggiore di interventi ad esclusivo approccio endoscopico”. Ha aggiunto il dottor Daniele Marchioni. E Modena da quella data è impegnata a sviluppare questa tecnica in collaborazione con i migliori centri internazionali come dimostrano anche i numerosi lavori scientifici pubblicati sulle più autorevoli riviste specialistiche del settore. Il dottor Presutti e il dottor Marchioni sono membri fondatori dell’International Working Group on Endoscopic Ear Surgery (IWGEES), un organismo formato da molti dei più importanti chirurghi otologi di tutto il mondo. Tra i fondatori i più grandi esperti del settore tra cui il Dott. J.F. Nogueira (Direttore del Sinus &Otologic Center, Fortaleza Brasile) e Il Dott. M. Tarabichi (Direttore ENT Division American Hospital Dubai) sono stati correlatori durante lo stesso seminario.
L’otoendoscopia è divenuta standard, ormai, al Policlinico. Dei 200 interventi che annualmente la Struttura Complessa di Otorinolaringoiatria del Policlinico di Modena esegue sull’orecchio medio, l’80% è svolto con una tecnica esclusivamente endoscopica, mentre il 20% l’approccio è endoscopico-microscopico, cioè abbinando la tecnica tradizionale alla più moderna tecnica endoscopica, sempre nell’ottica di una minore invasività A Modena, con questa tecnica, sono stati eseguiti diverse centinaia di interventi per plastica della membrana timpanica, otosclerosi, colesteatoma ed anche per malattie della base cranica.
“L’applicazione dell’endoscopia all’orecchio interno – ha aggiunto Presutti – è anche questa una metodica assolutamente consolidata, che svolgiamo già da molti anni per asportare di Neurinomi del VIII nervo cranico, con risultati molto soddisfacenti sulla radicalità dell’intervento e sulla riduzione delle complicanze post-operatorie quali paresi facciali e fistole otoliquorali. Sulla scia di queste esperienze confortanti abbiamo iniziato ad implementare con la tecnica videoendoscopicoassistita anche gli approcci per alcune patologie rare e complesse dell’orecchio interno. L’obiettivo che ci prefiggiamo è quello di ridurre le complicanze degli approcci esclusivi microscopici tradizionali, in particolar modo le paresi facciali e le ipoacusie profonde. Naturalmente è una tecnica agli albori che per essere perfezionata necessita anche dello studio di uno strumentario chirurgico apposito ancora non esistente”.