“Sui ticket una campagna faziosa, che viola la Costituzione”, lo affermano Andrea Pollastri e Galeazzo Bignami (PdL), chiedendo con un’interrogazione spiegazioni alla Giunta Regionale.
Con la Delibera n. 1190/11 la Giunta Regionale ha introdotto il ticket sanitario quale compartecipazione al costo di assistenza specialistica, modulandolo in base al reddito: sono stati introdotti aumenti ai ticket su farmaci, visite specialistiche, risonanze magnetiche e ricette per esami specialistici secondo tre fasce di reddito (da 36.152 a 70.000 euro, da 70.001 a 100.000 euro, oltre i 100.000 euro), mentre per redditi famigliari inferiori ai 36.152 euro e per i malati cronici il costo rimane invariato.
Per far conoscere l’iniziativa l’Assessorato alla Sanità ha prodotto una Guida agli importi, una locandina ed un pieghevole contenente le risposte alle domande più frequenti.
“Tutto questo materiale – scrive Pollastri – porta come slogan la frase “Il Governo obbliga le Regioni a introdurre nuove tasse sulla salute. L’Emilia-Romagna sceglie un sistema più equo a tutela dei cittadini”, appare chiaro l’intento politico e fazioso dell’iniziativa. Infatti mentre guida e locandina, oltre agli slogan, riportano anche alcune informazioni utili all’utente, il pieghevole ha invece un contenuto fortemente ideologico che, per altro, riporta affermazioni discutibili o interpretazioni tendenziose dei fatti.
Ad esempio perchè non si dice che il Governo che ha introdotto i ticket è stato quello di Prodi nel 2007 e che il Governo attuale lo ha sospeso fino a quando è stato economicamente possibile? O ancora, perché non si dice che le Regioni dovrebbero controllare le spese della Sanità mentre invece, in tanti casi, sono fuori controllo, come in Emilia-Romagna? Perché si dice che il ticket di 10 euro imposto dal Governo è iniquo quando la scelta se mettere un valore unico per tutti oppure di modularlo in base al reddito è una scelta che spetta solo alle Regioni?
E infine perché non si dice che l’introduzione del ticket è una misura responsabile d’emergenza per contribuire al risanamento del debito del nostro Paese, causato anche dal mal governo delle Regioni?”
“Siamo di fronte, quindi, – ha proseguito l’azzurro – ad un caso di mal informazione ma la cosa più grave è che è fatta da un’Amministrazione Pubblica che avrebbe, invece, il dovere di imparzialità: lo dice l’art. 97 della Costituzione quando afferma che «I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione».
Inoltre è inaccettabile pensare che con i soldi di tutti i cittadini sia pagata una campagna propagandistica della sinistra”.
“Per questo – hanno detto ancora – intendiamo conoscere le ragioni che hanno spinto la Regione a dar vita ad una campagna informativa dai toni volutamente distorti e faziosi, quanto materiale sia stato prodotto e quanto siano costati la realizzazione, la stampa e la pubblicazione del suddetto materiale”.
“Vogliamo anche conoscere chi abbia avvallato questa campagna poiché trattandosi di un Dipendente Regionale si sarebbe commessa una palese violazione del “Codice di Comportamento della Regione Emilia-Romagna” che afferma che “I principi che ispirano i comportamenti di tutti coloro che operano – a ogni livello e con qualsiasi rapporto di servizio – per la Regione Emilia Romagna sono: b) imparzialità: operare nel solo interesse pubblico e nel quadro degli obiettivi istituzionali della Regione”.
“Poiché riteniamo – chiosano i Consiglieri di minoranza – che trovandoci di fronte ad una palese violazione di quanto previsto dall’art. 97 della Costituzione, si debba ritirare il materiale sedicente informativo ovvero rettificarlo con informazioni dai contenuti imparziali”.