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Parmigiano Reggiano: nei caseifici modenesi crescono latte lavorato e prezzi medi liquidazione

Dopo anni di difficoltà, i caseifici modenesi cominciano finalmente a vedere segnali di ripresa. Aumentano, infatti, il volume di latte lavorato e il prezzo medio di liquidazione. La buona notizia arriva da Confcooperative Modena, che ha analizzato i bilanci al 31 dicembre 2010 delle 46 cooperative casearie aderenti (31 di montagna e 15 di pianura), le quali rappresentano il 58 per cento dei 79 caseifici attivi in provincia di Modena (mentre sono 383 nell’intero comprensorio del Parmigiano-Reggiano). «Tra il 2005 e il 2010 il latte conferito alle nostre cooperative è passato da 1,3 milioni a 1,5 milioni di quintali, registrando un aumento del 17 per cento – afferma il direttore di Confcooperative Modena, Cristian Golinelli – Questo è accaduto nonostante nello stesso periodo sia diminuito il numero dei caseifici; ciò significa che si è rivelata giusta la politica delle aggregazioni tra cooperative che stiamo portando avanti da qualche anno».

Nel dettaglio i 31 caseifici di montagna (in media hanno dieci soci conferenti) sono passati dai 720 mila quintali di latte lavorati nel 2005 agli 821 mila quintali dell’anno scorso (+ 14 per cento); le quindici cooperative di pianura, invece (media di quindici soci), sono passate dai 603 mila quintali di latte del 2005 ai 727 mila del 2010 (+ 21 per cento).

L’altro dato positivo è l’aumento del prezzo medio di liquidazione del latte, che l’anno scorso ha superato i 70 centesimi al litro (+ 35 per cento sul 2009). «Si tratta di valori da consolidare, soprattutto in montagna, dove i costi di produzione sono più alti rispetto alla pianura – osserva Giordano Toni, presidente del settore lattiero-caseario di Confcooperative Modena – Tuttavia l’aumento dei margini consente alle cooperative e alle aziende agricole socie di avere le risorse per effettuare nuovi investimenti. Anche se la situazione è migliorata, però, non bisogna sedersi sugli allori. È necessario potenziare la commercializzazione e aggredire con maggior forza i mercati esteri. Per questo – conclude Toni – le nostre cooperative casearie guardano con interesse alle azioni sviluppate dal Consorzio di tutela del Parmigiano-Reggiano».

















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