“Per i fabbricati rurali siamo ormai nel caos più totale. Ritardi inammissibili e assurdi, adempimenti letteralmente fuorvianti stanno mettendo con le spalle al muro migliaia di agricoltori, che rischiano di subire danni rilevanti per colpe e responsabilità imputabili ad altri. La tegola di una regolarizzazione, per di poco ‘fantasma’, si abbatte, infatti, sugli imprenditori che, secondo quanto prevede il decreto del ministero dell’Economia relativo all’accatastamento, hanno poco più di una settimana per rispondere alle richieste dell’Agenzia del Territorio. Una cosa che ha dell’incredibile”. E’ quanto sottolinea il presidente della Confederazione italiana agricoltori (Cia ) di Reggio Emilia Ivan Bertolini, fortemente preoccupato per la situazione.
“Da anni, purtroppo, la questione dei fabbricati rurali -afferma Bertolini- si sta trascina in una condizione di perenne incertezza, a danno esclusivo degli agricoltori che vedono messo in discussione un loro diritto da un sistema burocratico che ignora totalmente i valori che devono essere alla base di un corretto rapporto fra individuo e Pubblica amministrazione”.
Anche ora che è stata approvata una misura che tende a regolarizzare i fabbricati rurali accatastati con categoria diversa dalla A/6 (abitativi) e D/10 (strumentali), misura certamente non condivisa dalla Cia, gli agricoltori sono rimasti prigionieri di una situazione paradossale, dove solo a sette giorni lavorativi dalla scadenza (30 settembre prossimo) è stato pubblicato (mercoledì 21 settembre) il decreto attuativo richiamato dalla norma, con la relativa modulistica”.
“Il termine per la presentazione della domanda all’Agenzia del Territorio è da considerare irricevibile da parte degli agricoltori, soprattutto perché -sostiene il presidente della Cia- solo in prossimità della scadenza si ha la possibilità di operare, quando, invece, già dal 13 luglio il provvedimento, che avrebbe consentito agli agricoltori di regolarizzare la propria posizione, poteva essere emanato e questo nonostante le ripetute sollecitazioni espresse da tutto il mondo agricolo. Sollecitazioni che si sono dimostrate inutili, così come inutili, in quanto non accolte, si sono rivelate essere anche le ragionevoli richieste di proroga fino ad ora avanzate”.
“Tra i motivi che rendono necessaria una proroga –aggiunge Bertolini- , la Cia fa presente che ancora non è possibile accedere al servizio di compilazione che l’Agenzia del Territorio annuncia di aver messo a disposizione del contribuente! Sollecitiamo quindi le autorità competenti, le autorità locali ed i parlamentari, ad intervenire o a sollecitare interventi per porre immediato rimedio ad una situazione che può avere conseguenze deleteri per l’imprenditoria agricola del nostro Paese”.