Sono 27 mila 154 gli stranieri a Modena, pari al 14,7 per cento della popolazione residente. Per garantire i servizi di nido d’infanzia, materna, scuola primaria e secondaria a bimbi e ragazzi immigrati, l’Amministrazione comunale spende 5 milioni di euro, di cui oltre 2 milioni per le materne e 1,6 per i nidi. Lo ha detto l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena Francesca Maletti rispondendo lunedì 19 settembre all’interrogazione consiliare con cui Gian Carlo Pellacani (Pdl) chiedeva di avere “informazioni dettagliate circa i costi annui che la comunità modenese e il Paese sostengono per gli immigrati residenti a Modena”.
L’assessore ha quindi osservato che, per quanto riguarda la spesa sanitaria, gli immigrati regolari sono iscritti al Servizio nazionale, per usufruire del quale pagano le tasse come gli altri cittadini. A Modena sono state invece 806 nel 2009 le persone assistite con la tessera rilasciata in forma provvisoria agli immigrati che non sono in regola con il permesso di soggiorno, e ammontano a circa un milione di euro i rimborsi richiesti alla Prefettura.
“Dei 2 mila 457 assegnatari di alloggi di Edilizia residenziale pubblica – ha aggiunto Maletti – 352 sono stranieri, cioè il 14,3 per cento, una percentuale inferiore ai residenti, a dimostrazione che i nostri regolamenti non agevolano gli stranieri. Di questi 352, 337 sono extracomunitari con un canone medio di 125 euro, quindi superiore a quanto sostenuto dal Comune per le spese di gestione dell’alloggio. Dei 3 mila 907 beneficiari del Fondo sociale per l’affitto, quasi la metà – esattamente 1812 – sono stranieri e la voce costa al Comune oltre un milione 230 mila euro. Altri 9 mila euro sono stati destinati a un progetto rivolto alle attività economiche gestite da stranieri e a favore della prevenzione all’abuso di alcool”.
L’assessore ha precisato che non sono invece arrivate informazioni dall’Inps sulle spese per cassa integrazione e pensioni, né tantomeno rispetto al costo degli stranieri reclusi nel carcere di Sant’Anna, nella casa di lavoro di Saliceta San Giuliano e al Cie”. Al termine del dibattito, Francesca Maletti ha ricordato che i contributi previdenziali versati all’Inps dagli stranieri di tutta la provincia ammontano a 127 milioni di euro e gli oneri fiscali ad altri 50 milioni. “Se si calcola che approssimativamente un terzo sono riferiti al Comune di Modena – ha affermato – gli stranieri portano a Inps ed erario circa 60 milioni, quindi l’integrazione degli immigrati non è solo un investimento rispetto al futuro ma anche sul presente. Servono regole e diritti uguali per tutti, non privilegi”.
Per il Pd, il capogruppo Paolo Trande ha chiesto la trasformazione dell’interrogazione in interpellanza e Stefano Prampolini è intervenuto per sottolineare il ruolo fondamentale degli immigrati nell’economia nazionale: “Eppure – ha ribadito – c’è una parte del Paese che vorrebbe vederli sparire dopo le 8, 10 o anche 12 ore di lavoro in occupazioni che gli italiani non vogliono svolgere”. Il consigliere ha inoltre fatto sapere che anche a Modena è nato il Comitato “l’Italia sono anche io” per rivendicare la cittadinanza da subito per i figli d’immigrati nati in Italia, il voto amministrativo e politiche d’integrazione.
L’assessore alle Pari opportunità Marcella Nordi ha ribadito l’importanza delle politiche per l’integrazione al fine di prevenire ed evitare conflitti; ha ricordato che gli italiani hanno alle spalle un passato da emigranti e ha infine invitato tutti alla tolleranza.
Il capogruppo della Lega nord Stefano Barberini ha utilizzato il tempo a sua disposizione per un lungo silenzio, al termine del quale ha fatto sapere all’Aula che d’ora innanzi il suo gruppo “chiederà l’applicazione alla lettera del Regolamento”.
Per Sergio Celloni di Mpa “è il momento di mettere delle regole: non si tratta di ghettizzare gli stranieri ma di garantire gli stessi diritti a tutti i cittadini, perché non si può continuare a togliere agli uni per dare agli altri, poiché a pagare è sempre il cittadino italiano”.
Luigia Santoro del Pdl, pur considerando “l’immigrazione regolare e integrata una risorsa per il Paese”, ha detto: “Come medico mi trovo ad assistere per lavoro molti stranieri con il cartellino Stp e tanti altri che non l’hanno e dormono all’aperto, ma ci sono anche molti stranieri che si fanno raggiungere dai familiari solo per ricevere le cure nel nostro Paese: questo rappresenta un costo da più punti vista”.
In conclusione, Pellacani ha definito l’istanza una risposta provocatoria a una precedentemente presentata dal consigliere Prampolini. “E’ ovvio – ha commentato il consigliere Pdl – che la giusta misura sta nel mezzo, ma è pia illusione pensare che si paghino le pensioni degli italiani con i contributi degli stranieri, spesso in nero o mal retribuiti. Occorre una nuova immigrazione: sarebbe positivo provare a gestirla per quanto possibile, programmando il numero e il livello d’istruzione degli accessi sulla base delle necessità e delle possibilità del nostro territorio per attivare nuove forme d’integrazione”.